Il pianoforte, i suoi parenti vicini e lontani, la sua sterminata letteratura, gli autori e gli interpreti che lo hanno incoronato strumento tra gli strumenti. Un affascinante universo sonoro in bianco e nero da esplorare tra incontri, ascolti e interviste.
Lo scorso 05 giugno Martha Argerich ha compiuto 80 anni. Roberto Corrent ha avuto il privilegio di incontrarla a Ginevra, nella casa della più giovane delle figlie, Stéphanie, e ne è nata una lunga conversazione che va ad aggiungersi ai contributi raccolti nella settimana speciale che Rete Due ha dedicato alla più grande pianista che il mondo abbia conosciuto negli ultimi due secoli.
Da lunedì 07 a venerdì 11 giugno la nostra Radio ha ospitato una serie di omaggi e di testimonianze, riascoltabili sul sito di Rete Due, di critici musicali (Piero Rattalino), musicisti (Jean-Efflam Bavouzet, Louis Lortie, Francesco Piemontesi, Ivo Pogorelić, Gautier Capuçon, Ion Marin), direttori artistici (Martin Engström del «Verbier Festival», Michael Haefliger del «Lucerne Festival», Étienne Reymond di «Lugano Musica», Jan Schultsz dell’«Engadin Festival») e una serie particolare è andata in onda ogni giorno alle 16:35 con Carlo Piccardi, creatore e direttore artistico del «Progetto Martha Argerich», che per 15 anni (dal 2002 al 2016) ha fatto di Lugano un polo d’attrazione per i melomani del mondo intero.
In questa puntata numero 102 di "Arabesque" siamo molto orgogliosi di offrire al nostro pubblico la terza parte di una delle rare interviste concesse dalla pianista argentina. Buon compleanno, Martha Argerich!
Lo scorso 5 giugno Martha Argerich ha compiuto 80 anni. Roberto Corrent ha avuto il privilegio di incontrarla a Ginevra, nella casa della più giovane delle figlie, Stéphanie, e ne è nata una lunga conversazione che va ad aggiungersi ai contributi raccolti nella settimana speciale che Rete Due ha dedicato alla più grande pianista che il mondo abbia conosciuto negli ultimi due secoli.
Da lunedì 7 a venerdì 11 giugno la nostra Radio ha ospitato una serie di omaggi e di testimonianze – riascoltabili sul sito di Rete Due – di critici musicali (Piero Rattalino), musicisti (Jean-Efflam Bavouzet, Louis Lortie, Francesco Piemontesi, Ivo Pogorelić, Gautier Capuçon, Ion Marin), direttori artistici (Martin Engström del «Verbier Festival», Michael Haefliger del «Lucerne Festival», Étienne Reymond di «Lugano Musica», Jan Schultsz dell’«Engadin Festival») e una serie particolare è andata in onda ogni giorno alle 16:35 con Carlo Piccardi, creatore e direttore artistico del «Progetto Martha Argerich», che per 15 anni (dal 2002 al 2016) ha fatto di Lugano un polo d’attrazione per i melomani del mondo intero.
In questa puntata numero 101 di «Arabesque» siamo molto orgogliosi di offrire al nostro pubblico la seconda parte di una delle rare interviste concesse dalla pianista argentina. Buon compleanno, Martha Argerich!
Oggi comincia una serie di omaggi a una delle più straordinarie personalità che il mondo musicale abbia mai conosciuto e che fra pochi giorni, il 5 giugno, compirà 80 anni: Martha Argerich. Roberto Corrent ha voluto anticipare l’inizio dei festeggiamenti in "Arabesque", in modo da poter avere il contributo principale, l’intervista alla stessa Martha, il giorno del suo compleanno…
Seguiranno, da lunedì 7 a venerdì 11 giugno, gli omaggi e le testimonianze di critici musicali (Piero Rattalino), musicisti (Jean-Efflam Bavouzet, Louis Lortie, Francesco Piemontesi, Ivo Pogorelić, Gautier Capuçon, Ion Marin), direttori artistici (Martin Engström del «Verbier Festival», Michael Haefliger del «Lucerne Festival», Étienne Reymond di «Lugano Musica», Jan Schultsz dell’«Engadin Festival») e una serie particolare in onda ogni giorno alle 16:35 sarà con Carlo Piccardi, creatore e direttore artistico del «Progetto Martha Argerich», che per 15 anni (dal 2002 al 2016) ha fatto di Lugano un polo d’attrazione per i melomani del mondo intero.
In questa puntata numero 100 di "Arabesque" siamo molto orgogliosi di offrire al nostro pubblico una delle rare interviste concesse dalla pianista argentina, registrata una settimana fa a Ginevra da Roberto Corrent: incontro che sarà possibile riascoltare il giorno del compleanno di Martha, sabato 5 giugno. Buon compleanno, Martha Argerich!
La curiosità del pianista Dario Müller decisamente non conosce confini: ricordiamo il disco dedicato alle variazioni che Beethoven scrisse su arie di operisti italiani, quello con la musica di Ruggero Leoncavallo, i cosiddetti «indianisti», i «meccanismi incantati» delle tabacchiere musicali. La nuova tappa è Parigi, quella a cavallo tra la fine dell’Ottocento la prima metà del Novecento. È un percorso variegato, in cui in ambito musicale si assiste all’abbattimento delle barriere fra genere colto e genere leggero in un periodo in cui fioriscono nuove forme di spettacolo e di intrattenimento, dai cabaret artistici, ai cafés-concerts, dai music halls, ai tabarins, ma anche i bistrots, le trattorie, le librerie, i luoghi di ritrovo tra intellettuali e artisti. E quindi vi troviamo la musica di Erik Satie, Claude Debussy, Maurice Ravel e Reynaldo Hahn, ma anche pagine tratte dalle colonne sonore dei film «Touchez pas au grisbi» e «Moulin Rouge», oppure la celebre «Les feuilles mortes» (o se preferite «Autumn leaves») nata dalla collaborazione di Joseph Kosma con Jacques Prévert. Il percorso è tanto ricco che Roberto Corrent ha chiesto a Dario Müller di accompagnarci all’ascolto del suo personale «Paris Boulevard» in questa e nelle precedenti puntate di «Arabesque» (riascoltabili sul nostro sito rsi.ch). Le puntate precedenti contenevano tra l’altro preziose testimonianze di personaggi che hanno frequentato Erik Satie raccolte negli anni Ottanta a Parigi da Dario Müller (fra questi Georges Auric [leggi Orík], Henri Sauguet [leggi Sóghé], Germaine Tailleferre), oltre alle voci di Francis Poulenc, Jean Cocteau, Alexandre Tansman e Pierre Bertin messe a disposizione dagli archivi di Radio France. Con quest’ultima puntata del nostro mini-ciclo ci occuperemo in particolar modo dei parigini d’adozione, a cominciare dal venezuelano Reynaldo Hahn.
La curiosità del pianista Dario Müller decisamente non conosce confini: ricordiamo il disco dedicato alle variazioni che Beethoven scrisse su arie di operisti italiani, quello con la musica di Ruggero Leoncavallo, i cosiddetti «indianisti», i «meccanismi incantati» delle tabacchiere musicali. La nuova tappa è Parigi, quella a cavallo tra la fine dell’Ottocento la prima metà del Novecento. È un percorso variegato, in cui in ambito musicale si assiste all’abbattimento delle barriere fra genere colto e genere leggero in un periodo in cui fioriscono nuove forme di spettacolo e di intrattenimento, dai cabaret artistici, ai cafés-concerts, dai music halls, ai tabarins, ma anche i bistrots, le trattorie, le librerie, i luoghi di ritrovo tra intellettuali e artisti. E quindi vi troviamo la musica di Erik Satie, Claude Debussy, Maurice Ravel e Reynaldo Hahn, ma anche pagine tratte dalle colonne sonore dei film «Touchez pas au grisbi» e «Moulin Rouge», oppure la celebre «Les feuilles mortes» (o se preferite «Autumn leaves») nata dalla collaborazione di Joseph Kosma con Jacques Prévert. Il percorso è tanto ricco che Roberto Corrent ha chiesto a Dario Müller di accompagnarci all’ascolto del suo personale «Paris Boulevard» in questa e nelle prossime puntate di «Arabesque». Le prime conversazioni (riascoltabili sul nostro sito rsi.ch) contenevano tra l’altro preziose testimonianze di personaggi che hanno frequentato Erik Satie raccolte negli anni Ottanta a Parigi da Dario Müller (fra questi Georges Auric [leggi Orík], Henri Sauguet [leggi Sóghé], Germaine Tailleferre), oltre alle voci di Francis Poulenc, Jean Cocteau, Alexandre Tansman e Pierre Bertin messe a disposizione dagli archivi di Radio France. Con questa quarta puntata muoveremo da Debussy a Ravel, da Poulenc a Joseph Kosma (Kosmá) e Jacques Prévert.
La curiosità del pianista Dario Müller decisamente non conosce confini: ricordiamo il disco dedicato alle variazioni che Beethoven scrisse su arie di operisti italiani, quello con la musica di Ruggero Leoncavallo, i cosiddetti «indianisti», i «meccanismi incantati» delle tabacchiere musicali. La nuova tappa è Parigi, quella a cavallo tra la fine dell’Ottocento la prima metà del Novecento. È un percorso variegato, in cui in ambito musicale si assiste all’abbattimento delle barriere fra genere colto e genere leggero in un periodo in cui fioriscono nuove forme di spettacolo e di intrattenimento, dai cabaret artistici, ai cafés-concerts, dai music halls, ai tabarins, ma anche i bistrots, le trattorie, le librerie, i luoghi di ritrovo tra intellettuali e artisti. E quindi vi troviamo la musica di Erik Satie, Claude Debussy, Maurice Ravel e Reynaldo Hahn, ma anche pagine tratte dalle colonne sonore dei film «Touchez pas au grisbi» e «Moulin Rouge», oppure la celebre «Les feuilles mortes» (o se preferite «Autumn leaves») nata dalla collaborazione di Joseph Kosma con Jacques Prévert. Il percorso è tanto ricco che Roberto Corrent ha chiesto a Dario Müller di accompagnarci all’ascolto del suo personale «Paris Boulevard» in questa e nelle prossime puntate di «Arabesque». Le prime due conversazioni erano dedicate alla musica di Satie (riascoltabili sul nostro sito rsi.ch), e contenevano preziose testimonianze di personaggi che hanno frequentato l’eccentrico compositore raccolte negli anni Ottanta a Parigi da Dario Müller (fra questi Georges Auric [leggi Orík], Henri Sauguet [leggi Sóghé], Germaine Tailleferre), oltre alle voci di Francis Poulenc, Jean Cocteau, Alexandre Tansman e Pierre Bertin messe a disposizione dagli archivi di Radio France. Con questa terza puntata muoveremo da Debussy a Sauguet, da Auric a Darius Milhaud (leggi Miló) e Germaine Tailleferre.
La curiosità del pianista Dario Müller decisamente non conosce confini: ricordiamo il disco dedicato alle variazioni che Beethoven scrisse su arie di operisti italiani, quello con la musica di Ruggero Leoncavallo, i cosiddetti «indianisti», i «meccanismi incantati» delle tabacchiere musicali. La nuova tappa è Parigi, quella a cavallo tra la fine dell’Ottocento la prima metà del Novecento. È un percorso variegato, in cui in ambito musicale si assiste all’abbattimento delle barriere fra genere colto e genere leggero in un periodo in cui fioriscono nuove forme di spettacolo e di intrattenimento, dai cabaret artistici, ai cafés-concerts, dai music halls, ai tabarins, ma anche i bistrots, le trattorie, le librerie, i luoghi di ritrovo tra intellettuali e artisti. E quindi vi troviamo la musica di Erik Satie, Claude Debussy, Maurice Ravel e Reynaldo Hahn, ma anche pagine tratte dalle colonne sonore dei film «Touchez pas au grisbi» e «Moulin Rouge», oppure la celebre «Les feuilles mortes» (o se preferite «Autumn leaves») nata dalla collaborazione di Joseph Kosma con Jacques Prévert. Il percorso è tanto ricco che Roberto Corrent ha chiesto a Dario Müller di accompagnarci all’ascolto del suo personale «Paris Boulevard» in questa e nelle prossime puntate di «Arabesque». Le prime due conversazioni sono dedicate alla musica di Satie, e contengono preziose testimonianze di personaggi che hanno frequentato l’eccentrico compositore raccolte negli anni Ottanta a Parigi da Dario Müller (fra questi Georges Auric, Henri Sauguet, Germaine Tailleferre), oltre alle voci di Francis Poulenc, Jean Cocteau, Alexandre Tansman e Pierre Bertin messe a disposizione dagli archivi di Radio France.
La curiosità del pianista Dario Müller decisamente non conosce confini: ricordiamo il disco dedicato alle variazioni che Beethoven scrisse su arie di operisti italiani, quello con la musica di Ruggero Leoncavallo, i cosiddetti "indianisti", i "meccanismi incantati" delle tabacchiere musicali. La nuova tappa è Parigi, quella a cavallo tra la fine dell'Ottocento la prima metà del Novecento. È un percorso variegato, in cui in ambito musicale si assiste all’abbattimento delle barriere fra genere colto e genere leggero in un periodo in cui fioriscono nuove forme di spettacolo e di intrattenimento, dai cabaret artistici, ai cafés-concerts, dai music halls, ai tabarins, ma anche i bistrots, le trattorie, le librerie, i luoghi di ritrovo tra intellettuali e artisti. E quindi vi troviamo la musica di Erik Satie, Claude Debussy, Maurice Ravel e Reynaldo Hahn, ma anche pagine tratte dalle colonne sonore dei film "Touchez pas au grisbi" e "Moulin Rouge", oppure la celebre "Les feuilles mortes" (o se preferite "Autumn leaves") nata dalla collaborazione di Joseph Kosma con Jacques Prévert. Il percorso è tanto ricco che Roberto Corrent ha chiesto a Dario Müller di accompagnarci all’ascolto del suo personale «Paris Boulevard» in questa e nelle prossime puntate di "Arabesque". Le prime due conversazioni sono dedicate alla musica di Satie, e contengono preziose testimonianze di personaggi che hanno frequentato l’eccentrico compositore raccolte negli anni Ottanta a Parigi da Dario Müller (fra questi Georges Auric, Henri Sauguet, Germaine Tailleferre), oltre alle voci di Francis Poulenc, Jean Cocteau, Alexandre Tansman e Pierre Bertin messe a disposizione dagli archivi di Radio France.
I fratelli Cristina e Luca Palmas costituiscono da anni un duo pianistico estremamente affiatato, che si è affermato in numerosi concorsi internazionali. Nel 2009 furono ospiti del «Bis di Paganini», dove avevano presentato un bel disco dedicato ad opere cameristiche di Antonín Dvořák trascritte per pianoforte a quattro mani da Ernő Dohnányi; l’anno dopo nel 200° anniversario della nascita di Schumann presero parte a una puntata di "Sabato Pian Piano" con la registrazione del Quintetto op. 44 ed al Quartetto op. 47 nelle trascrizioni di Clara Schumann e Johannes Brahms. Oggi Cristina e Luca Palmas tornano ospiti di Rete Due con un nuovo disco dedicato alla musica di Franz Schubert.
I fratelli Cristina e Luca Palmas costituiscono da anni un duo pianistico estremamente affiatato, che si è affermato in numerosi concorsi internazionali. Nel 2009 furono ospiti del «Bis di Paganini», dove avevano presentato un bel disco dedicato ad opere cameristiche di Antonín Dvořák trascritte per pianoforte a quattro mani da Ernő Dohnányi; l’anno dopo nel 200° anniversario della nascita di Schumann presero parte a una puntata di "Sabato Pian Piano" con la registrazione del Quintetto op. 44 ed al Quartetto op. 47 nelle trascrizioni di Clara Schumann e Johannes Brahms. Oggi Cristina e Luca Palmas tornano ospiti di Rete Due con un nuovo disco dedicato alla musica di Franz Schubert.
A fine novembre scorso il Teatro di Chiasso ha presentato un recital pianistico con Giuseppe Albanese, che in un concerto in live streaming ha proposto l’ultimo programma da lui registrato per Deutsche Grammophone: Invito alla danza. In quell’occasione Roberto Corrent ha incontrato il pianista italiano: quella che ascoltiamo oggi è la terza parte della loro conversazione, che si apre con una pagina dall’"Uccello di fuoco" di Stravinskij, nella trascrizione di Guido Agosti.
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