Storie, notizie, analisi, per raccontare ogni giorno tutto ciò che accade fuori dai confini italiani. Fatti apparentemente lontani che ci riguardano sempre di più, quotidianamente. Dopo un anno di reportage, Giampaolo Musumeci posa lo zaino, accende il microfono e accoglie reporter, fotografi, analisti, i più autorevoli a livello internazionale.
"Il mondo sembra essere un po' impazzito di recente". Lo ha detto il 7 dicembre Donald Trump, prima dell'incontro con Emmanuel Macron all'Eliseo. E in effetti il 2024 ha visto snodarsi una sequela di eventi "straordinari" che hanno sovvertito l'ordine internazionale. Li ripercorriamo con Paolo Negri, presidente del Comitato Scientifico dell'ISPI.
Settantasei domande in quattro ore e mezza. Vladimir Putin anche quest'anno ha tenuto la sua conferenza stampa in diretta tv, per tutti i cittadini. Il tema centrale è stato il conflitto in Ucraina. Putin ha detto che respingerà le truppe ucraine nel Kursk pur non volendo indicare un fronte temporale in cui questo accadrà. Ha poi dichiarato di essere disposto ad aprire le negoziazioni che - si sa - implicano il compromesso. Ne parliamo con Antonella Scott, giornalista del Sole 24Ore esperta di Russia.
Da Tbilisi a Strasburgo per lanciare un grido d’aiuto. È quello che ha fatto la presidente georgiana uscente Salomé Zourabichvili (nella foto), che si è appellata agli eurodeputati riuniti in sessione plenaria per perorare la causa delle opposizioni al partito di governo, Sogno georgiano, mentre nel piccolo Paese caucasico continuano le proteste di piazza e non accenna a disinnescarsi lo scontro istituzionale tra i vertici dello Stato. Ne parliamo con Luna De Bartolo, giornalista freelance che vive a Tbilisi.
I leader dell'UE e dei Balcani occidentali si riuniscono oggi a Bruxelles. Tra i temi sul tavolo, il rafforzamento del piano di crescita per la regione, la cooperazione nella gestione della migrazione, nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Facciamo il punto con Beda Romano, corrispondente de Il Sole24Ore da Bruxelles e con Giorgio Fruscione, ricercatore e analista di ISPI. Infine un focus sulla Serbia con Vuk Vuksanovic, analista, ricercatore al Belgrade Center for security policy, ha scritto “Serbia’s balancing act between Russia and the West”.
Il generale russo Igor Kirillov, comandante delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica delle Forze armate, è stato ucciso in un attentato a Mosca, insieme al suo assistente. L'attentato, rivendicato da Kiev, è segnale della presenza di falle nella sicurezza interna russa. Ne parliamo con Eleonora Tafuro, analista e ricercatrice di Ispi, esperta di Russia.
Alle 13 il cancelliere Olaf Scholz è entrato nel Parlamento tedesco per mettere fine al proprio governo. Con un discorso durato 25 minuti ha chiesto la fiducia ma, paradossalmente, come prevede la legge, ha chiesto di essere «sfiduciato» in termini tecnici, in modo che siano gli elettori a decidere il futuro del Paese. Ne parliamo con Daniel Mosseri, giornalista freelance a Berlino.
Nella mattinata di oggi, il Presidente della Repubblica di Francia, Emmanuel Macron, ha nominato François Bayrou quale Primo Ministro, dopo le dimissioni di Michel Barnier. Ne parliamo con Veronica Gennari, corrispondente freelance da Parigi e con Michele Marchi, Professore di Storia contemporanea all’Università di Bologna.
Hayat Tahrir al Sham: parla un combattente ai nostri microfoni
Quali sono le motivazioni dietro l'arruolamento nel jihad in Siria? Morteza Pajwok lo ha chiesto a Omar Badakhshani, cittadino afghano membro del gruppo Hayat Tahrir al Sham.
La Siria oggi risulta intrappolata tra una posizione geografica nevralgica nello scacchiere Medio Orientale e la sfida lanciata dall'Islam politico. Ne parliamo con Maria Luisa Fantappiè, responsabile del programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dell'Istituto Affari Internazionali, e Pejman Abdolmohammadi, docente di storia e istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento.
Atmosfera sospesa a Damasco tra speranze e attesa per il futuro esecutivo, esecuzioni sommarie e prime vendette. Facciamo il punto con Francesco Petronella, giornalista di Ispi, esperto di Medio Oriente.
Negli ultimi giorni, l'esercito israeliano ha attraversato il confine che divide Israele dalle Alture del Golan, una zona cuscinetto smilitarizzata all'interno della Siria, per stabilire quella che il ministro della Difesa Israel Katz ha definito "un'area difensiva priva di armi e minacce terroristiche". L'analisi di Boaz Shapira, ricercatore del centro studi "Alma", organizzazione israeliana specializzata sui temi della sicurezza del confine settentrionale.
Per il Consiglio d’Europa, “la sospensione del trattamento delle richieste di asilo e l’annuncio di piani per il rimpatrio forzato da parte di diversi stati europei sollevano urgenti interrogativi sulle condotte dei paesi e sulla loro conformità con gli obblighi internazionali, in materia di rifugiati e diritti umani, in particolare con il principio di non respingimento”. Ne parliamo con Arturo Varvelli, direttore della sede romana dell'European Council on Foreign Relations.
Mentre le Forze di Difesa Israeliane occupano il versante siriano del Golan, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si presenta in tribunale per il processo che dovrà accertare le accuse di corruzione a suo carico. Ne parliamo con Nello Del Gatto, nostro collaboratore a Gerusalemme.
Nella notte tra sabato e domenica 8 dicembre i ribelli hanno preso il controllo di Damasco. Bashar al-Assad è fuggito in Russia e i ribelli hanno annunciato la sua caduta in un video trasmesso dalla tv pubblica siriana. Cosa accadrà ora in Siria e quale impatto avrà sul resto del Medio Oriente? Lo chiediamo ad Andrea Nicastro, giornalista del Corriere della Sera ora a Damasco, Aziz Ali, capo missione di Terre Des Hommes Italia in Siria, Valeria Orsolano, responsabile Avsi in Siria, Silvia Carenzi, esperta di gruppi armati e movimenti islamisti in Siria, e a Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento.
Dal 27 novembre scorso, la marcia dei ribelli in Siria prosegue senza sosta. “Dopo Idlib, Hama e Homs ovviamente l’obiettivo sarà Damasco. Ci auguriamo che questa avanzata in Siria continui senza incidenti o problemi”. Parole da decifrare quelle di Erdogan, pronunciate nella mattina del 6 dicembre durante una conferenza stampa. Ne parliamo con Francesco Petronella, giornalista per Ispi, Murat Cinar, giornalista turco, autore di “11 Storie di Resistenza, 11 anni di Turchia” (Edizioni EBS), e con Omer Ozkizilcik, analista, scrive per Atlantic Council.
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