L'appuntamento quotidiano (dal lunedì al venerdì) dedicato ai principali temi d’attualità, che vengono analizzati, approfonditi e contestualizzati principalmente attraverso l’apporto ed il confronto di ospiti in diretta.
“Non dimenticheremo, ma bisogna rialzarsi”. Si può riassumere così lo stato d’animo degli abitanti delle regioni – in Vallemaggia e in Mesolcina – duramente colpite dalle alluvioni dello scorso giugno.
Sono passati sei mesi da quei giorni che – per chi c’era, per chi era lì, per chi ha perso tutto o molto – resteranno per sempre impresse nella memoria. Il 21 giugno il nubifragio in Mesolcina, che ha causato tre vittime. E poi, una settimana dopo, nella notte fra il 29 e il 30 la furia dell’acqua ha travolto la Vallemaggia, portandosi via 8 vite, resta ancora un disperso…
Da allora le valli colpite hanno iniziato il percorso verso il ritorno alla normalità, oppure a una “nuova normalità”. Non sempre – vedremo nel corso della puntata - con gli stessi risultati.
A che punto è – allora – nei vari Comuni, la ricostruzione, il recupero di quanto andato perso? E cosa dire di quello che invece è perso per sempre? E cosa manca affinché le due valli possano – in un certo senso – voltare pagina?
Ne parliamo a Modem con i rappresentanti di alcuni dei Comuni toccati, in Ticino e nei Grigioni, ma sentiremo anche le voci di chi sta cercando di ricominciare
Con noi:
Nicola Giudicetti - Sindaco Lostallo
Gabriele Dazio - Sindaco Lavizzara
Wanda Dadò - Sindaca Cevio
Ormai ci siamo, almeno così sembra. Il Consiglio federale è pronto ad accettare i risultati delle trattative in corso per dare un futuro alle relazioni bilaterali con l’Unione europea. Lo farà con ogni probabilità nella sua riunione settimanale di venerdì 20 dicembre.
Si chiude così una lunga fase di negoziati, iniziata nel 2014, bloccata nel 2021 - con la bocciatura da parte del Governo svizzero di quello che veniva chiamato “accordo quadro” – e poi riaperta ufficialmente la scorsa primavera, dopo due anni di negoziati a livello tecnico. I nuovi bilaterali sono dunque pronti per essere presentati al Paese.
Nuovi accordi che porteranno con loro discussioni su più punti, a cominciare dalla libera circolazione delle persone, ma che avranno al loro centro il tema della sovranità del nostro Paese e il futuro della democrazia diretta svizzera, alla luce di questa nuova intesa con Bruxelles.
Di sovranità, anche nella gestione dell’immigrazione dall’Unione europea, parliamo con tre parlamentari:
Marco Chiesa, consigliere agli Stati UDC
Giorgio Fonio, consigliere nazionale del Centro
Jon Pult, consigliere nazionale del Partito socialista
La nevicata di novembre aveva fatto sperare che le vacanze da Natale e Capodanno fossero anche in Ticino vacanze bianche. Forse non lo saranno o lo saranno solo a metà. La neve per ora non è molta e le temperature frenano la produzione di quella artificiale. Chi pensava di aprire gli impianti lo scorso week-end attenderà almeno fino al prossimo e dovrà verosimilmente accontentarsi di un’offerta limitata. Il nuovo Ticinopass, l’abbonamento che consentirà quest’anno di sciare dappertutto nel Cantone, è intanto comunque partito col botto raggiungendo entro fine novembre i 2’000 ordini. Sullo sfondo di tutto questo restano le domande di sempre: quale futuro per gli sport invernali a sud delle Alpi? Quale prospettive per il turismo in montagna e per le regioni che su questo turismo fanno affidamento? Ne discutiamo con:
Denis Vanbianchi, presidente di Ticinopass e direttore della Società cooperativa impianti Campo Blenio
Giovanni Frapolli, imprenditore e proprietario degli impianti di Bosco Gurin
Niccolò Meroni, direttore marketing San Bernardino Swiss Alps
Stefano Rizzi, direttore Divisione economia, DFE Canton Ticino
In Svizzera oggi non trovano spazio nel codice penale in quanto tali e in Parlamento a Berna si discute se introdurli. Da un lato lo stalking, ovvero gli atti persecutori e assillanti che oggi si verificano soprattutto online. Dall’altro il concetto di incitamento all’odio e alla violenza in base al sesso. Due fenomeni che sono sempre esistiti ma che nel nostro tempo suscitano nettamente più attenzione, dibattito e voglia di soluzioni, anche giuridiche.
Vi proponiamo un faccia a faccia tra due avvocati:
· SIMONE GIANINI – consigliere nazionale PLR Ticino
· MAURO POGGIA – consigliere agli Stati Mouvement des citoyens, Ginevra
E un’intervista registrata a TAMARA FUNICIELLO – consigliera nazionale PS Berna
Il valore dei bitcoin ha superato una nuova barriera, quella dei 100’000 dollari. Un limite psicologico, senza significato economico, comunque un’occasione per fare il punto sulla più famosa delle criptovalute.
Il bitcoin era nato per far concorrenza alle valute nazionali e ai circuiti di pagamento bancari, obiettivi mancati visto che praticamente nessuno paga un caffè o espone i prezzi in bitcoin. Piuttosto, oggi gli investitori puntano sul bitcoin come fosse “oro digitale”. La criptovaluta viene insomma comprata nella convinzione che in futuro potrà essere venduta con guadagno o almeno senza perdite.
A modem ne discutono:
Edoardo Beretta, professore di Macroeconomia internazionale all’USI
Filippo Moor, responsabile del Crypto Desk di ONE swiss bank
Lars Schlichting, avvocato dello studio Lexify
Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.
Non era mai successo prima nella storia del canton Ticino, la destituzione contemporanea di due giudici. È quanto è capitato oggi su decisione del Consiglio della magistratura che ha sollevato dai loro incarichi, con effetto immediato, i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. A detta di questo Consiglio i due giudici “hanno gravemente violato i loro doveri di magistrato, denunciando per pornografia il presidente del Tribunale penale”, ovvero Mauro Ermanni. Un reato che sapevano “non sussistere”. Per questa ragione si sono comportati in modo “inconciliabile con la loro funzione”. Una versione contestata dai due accusati, pronti ora a ricorrere. Ma come si è arrivati a questo punto? Cosa succederà ora? E cosa tutto questo può voler dire per l’operatività e l’immagine della giustizia ticinese? Interrogativi e argomenti che discuteremo con:
Francesco Lepori, giornalista RSI, esperto di cronaca giudiziaria
Andrea Manna, vice-direttore de La Regione
Gianni Righinetti, vice-direttore del Corriere del Ticino
Una “storia infinita”... dopo anni di discussioni, l’abolizione del valore locativo in Svizzera potrebbe essere arrivata ad un punto di svolta: o si trova un compromesso, oppure cade tutto. Di nuovo.
Negli anni i vari tentativi di abolire questa tassa si sono regolarmente infranti o in Parlamento o in votazione e oggi al Consiglio degli Stati il tema torna sui banchi con una proposta di compromesso che giunge dai banchi del Nazionale. Una proposta che prevede, a titolo di compensazione per i mancati introiti fiscali derivanti da un’abolizione dell’imposta sul valore locativo su tutti gli immobili, non solo quindi per le residenze primarie (aspetto inviso ai senatori), la possibilità di introdurre una tassa cantonale sulle residenze secondarie.
Se gli Stati dovessero accogliere tale proposta e così il plenum, l’oggetto andrà comunque in votazione popolare con tutti i rischi del caso.
Ne parliamo a Modem con:
Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC ticinese
Carlo Sommaruga, consigliere agli Stati ginevrino per il PS
Oggi a pochi metri da dove ci troviamo, dall’altra parte della strada, a Palazzo federale, i due rami del parlamento eleggeranno la nuova presidente della Confederazione. Toccherà a Karin Keller Sutter, Plr, direttrice del Dipartimento delle finanze.
Un’elezione che si tiene tutti gli anni e che quest’anno coincide con un dato che stupisce, considerato che ci troviamo in Svizzera: la fiducia nel Governo da parte della popolazione, lo dice l’annuale sondaggio pubblicato un paio di settimane fa dall’istituto GFS di Berna, è ai minimi storici. Per la prima volta da 5 anni sono di più gli interpellati che dicono “il governo non conosce i nostri problemi” rispetto alla parte che dice “mi posso fidare del governo”. 47% i primi, 42% i secondi. Rispetto agli ultimi decenni è piuttosto inedita come situazione (la fiducia nelle istituzioni nel dopo Seconda guerra mondiale era piuttosto scontata).
Ne parliamo a Modem con
MAURO POGGIA, consigliere agli Stati ginevrino, del Mouvement des citoyens, che a Berna fa parte del Gruppo parlamentare dell’UDC
GRETA GYSIN, consigliera nazionale ticinese dei Verdi
ALEX FARINELLI, consigliere nazionale ticinese del PLR
Un preventivo che doveva passare come una lettera alla posta quello contenuto nel rapporto di maggioranza della Commissione Gestione e finanze del Gran Consiglio ticinese. All’avvicinarsi del dibattito in aula la coalizione fra Centro, Lega e PLR ha però cominciato a mostrare falle, fra chi presenta emendamenti per diminuire o aumentare i crediti.
La contesa non riguarda cifre da capogiro, eppure la Lega minaccia di far saltare il tavolo. Al centro delle discussioni i risparmi nel settore scolastico, dalla riduzione dell’aumento delle spese per la pedagogia speciale ai sussidi ai comuni per le lezioni di musica e ginnastica.
A modem ne parlano quattro deputati del Gran consiglio ticinese che fanno parte della Commissione Gestione e finanze:
Alessandra Gianella, capogruppo PLR
Omar Balli, Lega
Maurizio Agustoni, capogruppo Centro
Ivo Durisch, capogruppo PS
Sembrano bastati 11 giorni alle milizie jihadiste per conquistare Damasco e cacciare Bashar al Assad. Sono passati 13 anni dall’inizio della repressione dei primi movimenti di protesta nati sulla scia delle primavere arabe e poi sfociati in guerra civile, guerra per procura, guerra tout court. Erano 53 anni che al potere in Siria c’era un Assad. Tre tempi, tre cifre. A cui si aggiungono le centinaia di migliaia di morti, i milioni di sfollati e i prigionieri politici, alcuni di loro oggi liberi. Se fosse un gioco degli scacchi, non ci sarebbero abbastanza pezzi per rappresentare tutte le forze in presenza. Dai combattenti di Al Qaeda a quelli dell’ISIS, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Turchia, a Israele, all’Iran, alle monarchie del Golfo. Dagli altri paesi confinanti alle minoranze interne. Forse non siamo nemmeno allo scacco matto, in favore della pace. Ne discutiamo con:
LORENZO TROMBETTA – giornalista, collaboratore RSI
VALERIA TALBOT - responsabile Centro Medio Oriente e Nord Africa ISPI
ROBERTO ANTONINI – giornalista
“Non mi dimetterò”. È un Emmanuel Macron determinato a restare fino all’ultimo giorno di mandato presidenziale, ovvero fino al 2027, quello che si è presentato ieri alle 20 in un discorso alla nazione in diretta televisiva. Un Emmanuel Macron furioso contro le “estreme unite in un fronte antirepubblicano”, che hanno fatto cadere mercoledì il Governo guidato da Michel Barnier, il governo il più breve della Quinta Repubblica.
Nessun nome del prossimo primo ministro – arriverà nei prossimi giorni, ha promesso - ma l’auspicio di una coalizione allargata a tutti i partiti “che si impegnano a non sfiduciare il governo” per “ricostruire la nazione”.
Come sarà composto e quali saranno le forze politiche – in un Parlamento e una Francia spaccati – questo resta quindi ancora da capire, la Francia intanto questa mattina si è svegliata ancora in piena crisi istituzionale, la peggiore da decenni.
Vedremo allora oggi di capire cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni, nei prossimi mesi, ma anche come si è arrivati a questa situazione con i nostri ospiti:
Annalisa cappellini giornalista collaboratrice RSI dalla Francia
Michele Marchi professore di Storia contemporanea all’Università di Bologna
Yves Meny politologo e autore di due libri pubblicati quest’anno: « Le vie della democrazia » e «Sulla legittimità »
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