Focus economia

Focus economia è il programma quotidiano dedicato all'approfondimento dei temi dell'attualità  dell'economia e della finanza, realizzato con i protagonisti della giornata economico finanziaria e il contributo di giornalisti e analisti de Il Sole 24 ORE. L'obiettivo della trasmissione è di spiegare e analizzare, in termini comprensibili anche "ai non addetti ai lavori", i temi più interessanti della giornata. Appuntamento fisso per i commenti a caldo pochi minuti dopo la chiusura della Borsa.

  • La classifica degli sprechi

    Il Forum della Piccola industria di Confindustria e la transizione sostenibile

    L'appuntamento annuale della Piccola Industria, dorsale del sistema di rappresentanza degli industriali con oltre il 90% delle associate a via dell'Astronomia, dopo il forum a Pavia a novembre 2023 torna in anticipo e in modo più ampio, oggi e domani, con il forum al museo nazionale ferroviario di Pietrarsa (in Campania), perché "l'industria non può non avere un ruolo centrale nella costruzione del futuro europeo". L'evento è promosso insieme all'Unione Industriali Napoli e alla Piccola Industria Confindustria Campania. La Piccola Industria di Confindustria sottolinea l'importanza dei "temi legati alla transizione sostenibile e alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo" ed entra nel dibattito preelettorale con la decisione "di riportare il proprio forum in primavera, raddoppiando le giornate di confronto". L'associazione vuole che il proprio ruolo sia pienamente riconosciuto e la sua competitività sostenuta. Inoltre sostiene che provvedimenti adottati negli ultimi anni dalle istituzioni UE non sono sempre andati in questa direzione. In materia di energia, clima e ambiente le nuove normative stanno generando obblighi e costi significativi per le aziende, ancora più onerosi per le PMI. Al Forum a discutere ci sono rappresentanti del mondo delle Istituzioni e del credito, manager di grandi imprese capo-filiera, esperti e colleghi imprenditori italiani ed europei. Tra i relatori sono presenti per le aziende Fabrizio Negri, amministratore delegato Cerved Rating Agency, Stefano Cuzzilla, presidente Trenitalia, Monica Poggio, amministratore delegato Bayer Italia e Veronica Squinzi, amministratore delegato e direttore dello Sviluppo Globale Gruppo Mapei. Mentre per le istituzioni figurano Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.
    Ne parliamo con Giovanni Baroni, presidente della Piccola Industria di Confindustria e vice presidente di Confindustria.

    10 May 2024, 6:30 pm
  • Aibe analizza le sfide economiche che ci attendono e invoca l'utilizzo di Eurobond

    Lo scorso 7 maggio è stato presentato il rapporto AIBE-CENSIS 2024, condotto dal 22 aprile al 2 maggio, che riflette le opinioni di un panel internazionale di società finanziarie, fondi di investimento e imprese multinazionali, sulle varie sfide a livello globale, europeo e italiano del prossimo futuro, con l obiettivo di delinearne le prospettive di crescita. Per esempio il ruolo delle elezioni europee in arrivo: solo il 29,8% degli investitori intervistati è ottimista e considera le elezioni come una possibile svolta epocale nella costruzione dell'Unione europea. Un'altra domanda riguardava i fattori di influenza e instabilità. E le risposte colpiscono: al primo posto c'è l'elezione di Trump (con il 61,4% dei voti) e solo al secondo c'è la possibile vittoria dei russi in Ucraina (52,6%). Infine il 42,1% pensa invece che l'attuale situazione geopolitica (dalle guerre alla crisi energetica fino alla competizione tecnologica) stia indebolendo e marginalizzando l'Europa, costringendola a un ruolo di secondo piano rispetto a Stati Uniti, Cina, e Brics. E, secondo loro, le elezioni non produrranno grandi cambiamenti. Proprio su questo tema, in un mondo sempre più oberato dai debiti, sia pubblici sia privati, una domanda si impone nel dibattito pubblico: come finanziare la doppia transizione energetica, cioè quella ecologica e quella digitale? E soprattutto: come farlo in Europa, dove i vincoli di bilancio pubblico sono più stringenti che altrove ed emettere debito è più complesso? Una risposta a queste domande secondo il sondaggio di Aibe (Associazione italiana banche estere) e Censis è ricorrere all'emissione di debito pubblico europeo. Cioè agli Eurobond. Solo il 35,1% degli intervistati è però favorevole a politiche di condivisione del debito pubblico in Europa, mentre il 32,1% suggerisce un maggiore ricorso ai partenariati pubblico-privato. Ma la ricetta preferita e più gettonata è quella degli Eurobond. Ne parliamo con Guido Rosa, Presidente AIBE (Associazione Italiana Banche Estere).

    Banche, anche nel 2024 volano gli utili ma non i prestiti a famiglie e imprese

    Ancora un trimestre di utili per le grandi banche italiane dopo i buoni risultati del 2023. Secondo un'analisi del sindacato First Cisl sui conti delle prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper) l'utile netto aggregato è salito a 6 miliardi (+25,1%) grazie al margine d'interesse (+15%) e alle commissioni nette (+4,9%). Nonostante questi numeri però, cala ancora il cost/income e aumenta la produttività. Rispetto ad un anno fa diminuiscono gli sportelli ed il numero dei lavoratori.
    Inoltre gli straordinari risultati del primo trimestre non si riflettono tuttavia sulla patrimonializzazione, come spiega Riccardo Colombani, Segretario generale First Cisl: "Quello che si delinea è un quadro di ottima salute del sistema bancario, che però presenta delle ombre riguardo alle prospettive di sviluppo del Paese, anche valutando il diverso comportamento dei sistemi bancari europei che, diversamente da quello italiano hanno perseguito il miglioramento della patrimonializzazione attraverso l'aumento del capitale e non attraverso la riduzione delle attività ponderate per il rischio, con particolare riferimento al rischio di credito che, anzi, è aumentato. Per tali ragioni prosegue - si devono creare le condizioni affinché le banche italiane siano uno dei grandi propulsori del Paese nel ridisegno dell'economia e della società, assolutamente indispensabile ed improcrastinabile. Per tanti anni a venire, avremo bisogno di consistenti investimenti privati nell'economia reale, al fine di gestire la transizione digitale ed ecologica. Alla forte incentivazione per mobilitare il risparmio privato si devono accompagnare politiche di offerta del credito per stimolare la trasformazione dei sistemi produttivi". Approfondiamo il tema con Riccardo Colombani, Segretario generale First Cisl.

    Wall Street dominata dai Big: rischio bolla?

    A Wall Street le 10 maggiori aziende quotate complessivamente hanno un peso pari al 34% dell'indice S&P, il principale. Valgono insieme 15mila miliardi di dollari: non molto meno del Pil della Cina. Non era mai capitato nella storia che dieci sole aziende arrivassero a valere così tanto rispetto a tutte le altre quotate. Neppure ai tempi della bolla tech di inizio secolo 10 aziende erano riuscite a superare il 30% del valore totale dell'indice. E sul mercato l'ottimismo su questi colossi, grazie anche alle speranze sull'intelligenza artificiale, non dà segnali di cedimento alcuno: secondo l'ultimo sondaggio di Bank of America tra 260 investitori globali, la puntata più di moda sui mercati (lo dice il 52% degli intervistati) consiste ancora nel comprare i titoli delle magnifiche 7. Ne parliamo con Morya Longo, Il Sole24Ore.

    9 May 2024, 6:30 pm
  • Superbonus, obbligo di spalmare i crediti su 10 anni

    Arriva l'obbligo di spalmare su dieci anni i crediti derivati da lavori di Superbonus. E, contemporaneamente, arriva la stretta su nuove deroghe al blocco delle cessioni, proposte dai parlamentari con gli emendamenti al decreto 39/2024 in conversione a Palazzo Madama. Sono gli elementi emersi dalle dichiarazioni del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti durante i lavori della commissione Finanze del Senato, proprio sul decreto Superbonus questa mattina. «Spalmare crediti su dieci anni - ha spiegato il ministro - non sarà una possibilità, ma un obbligo». Il riferimento è allo strumento già utilizzato in passato per consentire ai contribuenti di allungare il periodo di utilizzo, sia delle detrazioni che dei crediti di imposta di superbonus. Attualmente, questo strumento non è più attivo e anche dagli stessi parlamentari sono arrivate sollecitazioni a rimetterlo in moto, attraverso gli emendamenti al decreto. Emendamenti, però, tutti nel segno della volontarietà. Il Mef, invece, sta ragionando su uno strumento obbligatorio, che avrà la funzione di alleggerire il carico del debito nel 2024 e negli anni immediatamente successivi, per spostare il peso più in avanti.
    Per Giorgetti, infine, «la soluzione proposta da Bankitalia di fermare il Superbonus prima della scadenza sarebbe stata gradita se fosse stata fatta magari nel 2022, nel 2023, nel 2021: arriva nel 2024 quando il governo sta esattamente procedendo a fare questo». Pochi giorni fa, infatti, la Banca d'Italia, nel corso delle audizioni, aveva evocato la possibilità di un blocco completo al superbonus se anche l'intervento previsto dal decreto 39/2024 dovesse, come i precedenti, fallire i suoi obiettivi. Lanciano l'allarme invece l'allarme Ance e Abi: in questa fase complessa è importante dare certezze e rafforzare la fiducia. Interventi retroattivi sul Superbonus minerebbero la fiducia di famiglie, imprese e investitori". Inoltre, ricordano che lo "stesso ministro dell'Economia, infatti, ha più volte indicato che non ci sarà il ricorso a interventi retroattivi". Nello specifico la presidente dell'Ance Federica Brancaccio: "Leggiamo delle dichiarazioni, ma aspettiamo di vedere il testo. Come ha anche detto il ministro Giorgetti nessun provvedimento può essere retroattivo. Escludiamo che ci sia una retroattività, altrimenti avrebbe un impatto fortissimo su imprese, banche e cittadini".
    Ne parliamo con Giuseppe Latour, Il Sole 24 Ore, e Federica Brancaccio, presidente dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

    Asvis, con la transizione +2,2% di Pil 2050, con l'inazione -30%

    Accelerare la transizione energetica, in Italia aumenterebbe l'occupazione e il Pil, fino al +2,2% nel 2050, e ridurrebbe significativamente il debito pubblico. Una transizione tardiva, intrapresa dopo il 2030, peserebbe invece sui sistemi produttivi e finanziari, aumentando le disuguaglianze. E l'inazione porterebbe alla catastrofe: nel 2050 le temperature in Italia aumenterebbero di oltre 3 C° e il Pil crollerebbe del 30%. È quanto emerge dal "Rapporto di Primavera" dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), presentato ieri nel corso dell'evento di apertura dell'ottava edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, intitolato Guardare al futuro per cambiare il presente: le imprese e la finanza davanti alla sfida della sostenibilità, a Ivrea. In un'analisi realizzata dall'ASviS con Oxford Economics sugli scenari futuri dell'Italia al 2030 e al 2050, vengono valutati cinque scenari per il futuro del Paese. Da quello più auspicabile della "Net Zero Transformation" e l'abbattimento delle emissioni climalteranti, a quelli "insoddisfacenti" del "business as usual" e della transizione tardiva, fino a quello "catastrofico" derivante dall'inazione. Queste prospettive potrebbero però essere messe in pericolo anche da un altro aspetto: la guerra commerciale che si prospetta con la Cina. Oggi ne è tornata a parlare Ursula von der Leyen, capolista del PPE alle europee, intervenendo al Parteitag della Cdu a Berlino: "A noi piace la competizione leale. Quello che non ci piace è quando accade che la Cina con massicce sovvenzioni provoca danni alla nostra industria dell'auto. Leale competizione sì, ma dumping no. Questo non lo vogliamo". Di contro Xi Jinping, oggi in Serbia, nei giorni scorsi aveva dichiarato: l'industria energetica cinese "ha compiuto progressi reali nella concorrenza aperta e rappresenta una capacità produttiva avanzata. Non solo aumenta l'offerta globale e allevia la pressione dell'inflazione globale, ma contribuisce in modo significativo alla risposta climatica globale e alla transizione verde". Quando aderì alla WTO, nel dicembre 2001, la Cina sfornava principalmente beni di fascia bassa e rappresentava circa il 2% delle esportazioni globali di merci, cresciute a oltre il 12% nel 2022 (IMF). Nel 2001 oltre l'80% dei Paesi aveva più scambi con gli Usa che con la Cina. Dal 2018, Pechino è il primo esportatore al mondo, e i due terzi degli Stati commerciano più con Pechino che con gli Usa.
    Ne parliamo con Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), ex ministro (Infrastrutture governo Draghi, Ministro del Lavoro governo Letta) e presidente Istat (2009-13).

    8 May 2024, 6:30 pm
  • A che punto siamo con il Pnrr?

    Openpolis ha più volte denunciato l'impossibilità di analizzare il nuovo Pnrr per la mancata pubblicazione dei dati da parte del governo. Ma nei giorni scorsi l'esecutivo ha finalmente pubblicato una parte dei dati sulle misure che riguardano il nuovo Pnrr. A fine aprile la piattaforma governativa Italia domani ha condiviso alcuni dei dati che abbiamo chiesto nella nostra ultima richiesta di accesso agli atti (Foia). Si tratta degli importi delle misure e dell'avanzamento procedurale dei progetti. Possiamo considerarlo un risultato positivo, effetto della continua domanda di trasparenza sul piano che avanziamo fin dal suo avvio. Tuttavia permangono alcune lacune e criticità, per le quali continueremo a chiedere chiarezza. In primis non sono ancora stati pubblicati i dati sull'avanzamento economico e finanziario dei progetti. Nel dataset condiviso sulle misure manca la loro descrizione e, per le submisure, l'indicazione di quale sia l'intervento più ampio in cui sono incluse. In quello sui progetti invece, la classificazione degli stati di avanzamento varia in base alla natura dell'intervento, ostacolando un'analisi complessiva sull'andamento dei lavori. Inoltre, le date di inizio e fine degli interventi sono almeno in parte scorrette. Dall'analisi emerge che: con un ampio distacco da tutte le altre misure, l'investimento per l'Ecobonus è il più consistente. Seguono a distanza il credito d'imposta per i beni strumentali 4.0 (con 8,9 miliardi di euro allocati) e la transizione 5.0 (6,3 miliardi). È interessante sottolineare che questi 3 investimenti, che insieme costituiscono circa il 15% di tutto il Pnrr, vengono implementati attraverso crediti d'imposta. Dipendono cioè solo dalle domande e dalle spese effettuate da privati. Gli enti responsabili delle misure (ministeri e dipartimenti) si limitano a rimborsare a cittadini e imprese le cifre investite. Si tratta, in altre parole, di un metodo più semplice di spendere i fondi del Pnrr che, come abbiamo approfondito in altre analisi, si è rivelato spesso un aspetto complicato dell'attuazione del piano.

    Ne parliamo con Martina Zaghi, Analista di Openpolis esperta di Pnrr


    Lo scontro sull'agrivoltaico

    Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale. Nel dl è stato trovato anche un accordo sugli impianti fotovoltaici. Il compromesso individuato stoppa l'installazione di pannelli a terra nei terreni produttivi consentendo, invece, lo sviluppo delle rinnovabili in aree come cave o miniere cessate, ma anche nei terreni nella disponibilità del gruppo Fs o dei gestori aeroportuali, come pure quelle interne agli impianti industriali o agli stabilimenti produttivi, comprese quelle aree entro un perimetro di 500 metri dai predetti ambienti o stabilimenti. Via libera, poi, a nuovi impianti green anche nelle aree adiacenti alla rete autostradale, entro i 300 metri e nei siti su cui già insistono impianti per rifacimento, modifica o revisione senza ulteriore occupazione di suolo. Con la riformulazione, cui hanno lavorato i tecnici, vengono poi salvaguardati i procedimenti già autorizzati, ma «servirà una procedura per valutare cosa includere e cosa no» spiega al termine del Cdm Pichetto Fratin dopo aver chiarito che con il decreto vengono salvaguardati anche gli investimenti previsti nel Pnrr, in particolare quelli legati alle comunità energetiche rinnovabili (Cer). Grande sostenitore della misura è stato il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida che durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi di ieri subito dopo il varo ha dichiarato: "si tratta di un decreto per evitare la desertificazione del mondo agricolo. C'è stata grande serenità col collega dell'Ambiente Pichetto su un norma del 2021. Dopo quattro anni poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo. Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto. II tutto a salvaguardia dei Piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo. Critiche le associazione di settore. Per il presidente di Italia Solare, l'associazione delle imprese del fotovoltaico, Paolo Rocco Viscontini col decreto Agricoltura approvato ieri in Consiglio dei ministri "si impedisce l'agrivoltaico a terra, se non con strutture elevate e molto costose che necessitano di incentivi, dei quali il fotovoltaico poteva fare a meno con provvedimenti più lungimiranti. Senza contare l'impatto paesaggistico di questa tipologia di impianti, che creerà problemi in fase autorizzativa. Ora diventa impossibile produrre energia economica, a costo stabile, per i cittadini e le imprese Italiane".

    Ne parliamo proprio con Paolo Rocco Viscontini, presidente Italia Solare.


    Scende la povertà ma in Italia i redditi nel 2023 calano

    Nel 2023, il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale: valore in calo rispetto al 2022 (24,4%) a fronte di una riduzione della quota di popolazione a rischio di povertà, che si attesta al 18,9% (da 20,1% dell'anno precedente), e di un lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%). Lo rileva l'Istat secondo la quale il calo dell'incidenza di persone a rischio di povertà nel 2023 è legato al contributo dell'insieme delle misure di sostegno alle famiglie, quali l'Assegno unico universale per i figli, i bonus una tantum per contrastare l'aumento nei costi dell'energia e le modifiche intervenute nella tassazione. 

    Intanto però, rivela l'Ocse sui 19 Paesi per i quali i dati sono disponibili, 11 registrano un aumento, 6 un calo (tra cui l'Italia -0,4%) e due sono rimasti stabili. Dato su cui però gli italiani posso sperare in 2024 migliore, seppure permanga un clima di incertezza. Presentando i risultati della 18/esima edizione dell'indagine condotta dall'Osservatorio Confcommercio-Censis su consumi e fiducia Mariano Bella, direttore dell'Ufficio studi, ha evidenziato come i consumi saliranno dello 0,9% e il reddito disponibile addirittura dell'1,4%. Le intenzioni di acquisto dei consumatori italiani, però, restano "molto moderate" anche perché il saldo tra ottimisti e pessimisti sulle aspettative future a sei mesi è "inferiore di 10 punti rispetto a un anno fa". 

    Ne parliamo con Mariano Bella, direttore Ufficio studi Confcommercio.

    7 May 2024, 6:30 pm
  • Cina e auto elettrica. Von der Leyen a Xi: 'proteggeremo l'economia Ue se serve'

    Il leader cinese Xi Jinping è in Europa per il suo primo viaggio in cinque anni. Oggi è in Francia (Xi è arrivato domenica e oggi incontra il presidente francese Macron e Ursula von der Leyen), e poi andrà in Serbia e Ungheria. Molti i temi della sua agenda: la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente ma anche commercio e investimenti. Obiettivo: limitare i danni di fronte a un atteggiamento europeo che nei confronti della Cina si è notevolmente inasprito, alimentato dall'acuirsi delle divisioni sul commercio (da ultimo l'indagine della Commissione europea sui sussidi cinesi per i veicoli elettrici) e dalla freddezza per l'ampliamento della cooperazione economica e militare della Cina con la Russia.
    Il presidente Xi Jinping, incontrando il presidente Emmanuel Macron e la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha replicato alle critiche avanzate dicendo che "il cosiddetto 'problema della sovraccapacità della Cina' non esiste né dal punto di vista del vantaggio comparato né alla luce della domanda globale". L'industria energetica cinese "ha compiuto progressi reali nella concorrenza aperta e rappresenta una capacità produttiva avanzata. Non solo aumenta l'offerta globale e allevia la pressione dell'inflazione globale, ma contribuisce in modo significativo alla risposta climatica globale e alla transizione verde".  Fondamentale per la Cina l'auto elettrica, come ha ricordato oggi a Torino per la presentazione del Salone auto in programma dal 13 al 15 settembre, il ministro Matteo Salvini: "I bonus sulle auto elettriche raramente rimangono in Italia perché le auto elettriche in Italia sono marginali. La maggior parte delle elettriche vendute sono cinesi. Siamo nel libero mercato, ma mi chiedo che senso ha mettere un miliardo di denaro pubblico, quando una buona parte di questo miliardo finisce a Pechino e non a Torino?". Lo ha detto"Mi secca che i soldi di un operaio torinese vadano a sanare i bilanci di una fabbrica cinese. Non vorrei che ci fosse un suicidio assistito di un'intera filiera produttiva. Siamo ancora in tempo a invertire la rotta" ha affermato, aggiungendo: "Dire no alle auto a diesel e benzina è una fesseria. Mettere fuori gioco il motore termico sarebbe un suicidio".
    Ne parliamo con Giuliano Noci, Professore ordinario in Ingegneria Economico-Gestionale, insegna Strategia & Marketing presso il Politecnico di Milano. Dal 2011 è Prorettore del Polo territoriale cinese dell'Ateneo milanese, e Nicola Armaroli, chimico e Dirigente di ricerca del Cnr.

    Buffet riduce la quota in Apple, è il secondo taglio consecutivo

    Warren Buffet taglia ancora la sua partecipazione in Apple. La Berkshire Hathaway, la conglomerata in mano al finanziere americano, ha pubblicato i dati sul primo trimestre segnalando che la sua quota nel produttore degli Iphone vale 135,4 miliardi di dollari, l'equivalente quindi di circa 790 milioni di azioni. I numeri corrisponderebbero ad un ridimensionamento della partecipazione finora detenuta in Apple del 13%. Si tratta del secondo trimestre consecutivo in cui il gruppo di Omaha ha ridotto la propria quota nella società di Cupertino. Berkshire Hathaway ha venduto circa 10 milioni di azioni Apple (pari a circa l'1% della sua quota) negli ultimi mesi del 2023. Buffett, rispondendo alle domande degli azionisti alla riunione annuale del Berkshire a Omaha, ha lasciato intendere che la vendita è avvenuta per motivi fiscali a seguito di guadagni considerevoli, rassicurando però sul fatto che Apple continuerà ad essere il più importante investimento di Berkshire. Buffett ha anche fatto capire che la vendita potrebbe essere legata al desiderio di evitare un aumento del peso delle tasse in futuro se la pressione fiscale dovesse salire per finanziare il deficit fiscale statunitense in aumento.
    Ne parliamo con Alessandro Plateroti, Newsmondo.it.

    Ex Ilva, 150 milioni e scudo dello Stato per i nuovi investitori

    Con l'ennesima puntata della contesa sull'ex Ilva, in atto da oltre un anno, il governo si tutela nei confronti di ArcelorMittal inserendo una norma nel decreto legge in approvazione oggi, 6 maggio, da parte del consiglio dei ministri. La norma in bozza, che Il Sole-24 Ore ha potuto visionare, è stata predisposta dai tecnici del ministero delle Imprese e del made in Italy e del ministero della Giustizia e intende salvaguardare il processo di vendita di Acciaierie d Italia, quando sarà pubblicata una procedura di gara, da eventuali azioni legali della vecchia proprietà, quindi ArcelorMittal. La multinazionale franco-indiana potrebbe infatti agire legalmente per contestare le procedure che hanno portato all amministrazione straordinaria forzata , anticamera della cessione a nuovi investitori privati. Ecco dunque la necessità, secondo il governo, di uno scudo. La norma recita che «nel caso in cui la vendita è dichiarata nulla o annullata in conseguenza di vizi degli atti della procedura di amministrazione straordinaria o del procedimento di vendita, gli effetti della vendita restano fermi nei confronti dell acquirente e il risarcimento del danno eventualmente dovuto avviene solo per equivalente». Un articolo del decreto che paradossalmente lascia intendere che il governo teme di poter perdere in un possibile contenzioso legale, ma vuole limitare l'eventuale effetto a un risarcimento economico, cioè un indennizzo, evitando però a ogni costo che la proprietà possa tornare in capo a ArcelorMittal. Confermato, poi, l inserimento nel decreto della norma che attribuisce alla nuova amministrazione straordinaria ulteriori 150 milioni prelevati dalla vecchia procedura di a.s. e in particolare dal patrimonio, derivante dalla confisca dei fondi Riva, che dovrebbe essere riservato a progetti di bonifica. In particolare, si prevede che per questi 150 milioni si possa attingere alla dote riservata a progetti di decarbonizzazione se le risorse non sono state ancora impegnate alla data di entrata in vigore del decreto. Per la cronaca una prima tranche, anche questa di 150 milioni, era stata girata dal patrimonio destinato ad Acciaierie d Italia con il decreto 19 del 2 marzo 2024. In totale, quindi, sono 300 i milioni che in questo momento sono stati dirottati dalle bonifiche e dalla decarbonizzazione alle esigenze di continuità operativa di Acciaierie d Italia in a.s. Un tema destinato a far discutere, anche perché non è chiaro se il governo ha intenzione in futuro di ripristinare la dote riservata a ridurre l'impatto inquinante del sito di Taranto.
    Domenico Palmiotti, Il Sole 24 Ore Taranto.

    6 May 2024, 6:30 pm
  • La classifica degli sprechi

    Radio24 presente a Padova al Galileo Festival della scienza e dell'innovazione

    Da ieri a domenica si svolge a Padova la dodicesima edizione di Galileo Festival della scienza e dell'innovazione. Sono previsti 50 eventi e 200 relatori per approfondire le nuove frontiere dell'innovazione, la space economy, le life sciences e i processi per innovare. Radio24 è presente con un proprio stand in piazza Garibaldi. Il Festival ha l'obiettivo di promuovere e diffondere la cultura dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, attraverso una manifestazione di grande eco locale, nazionale e internazionale, capace di coinvolgere in particolare il mondo dei giovani, della ricerca e dell'impresa. Inoltre l'evento punta a costruire sinergie tra le universitàitaliane, il mondo della formazione e della ricercascientifica, i centri di innovazione e le imprese. Tra gli ospiti del festival anche il virologo Fabrizio Pregliasco, il fisico Federico Faggin e l'ex ministro Francesco Profumo. Ieri hanno discusso di Politiche per l'innovazione: cosa possono fare i territori Cristina Balbo, direttore regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto e del Gruppo Carraro, Margherita Cera, assessore al Programma Agenda Digitale, Programmi e Progetti Comunitari del Comune di Padova, Daniela Mapelli, rettrice dell'Università di Padova, Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e Roberto Tosetto, direttore generale dell Interporto di Padova. Ne parliamo proprio con Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto e Roberto Tosetto, direttore generale Interporto di Padova.

    3 May 2024, 6:30 pm
  • L'inflazione morde sempre meno: giù i prezzi dell'industria. L'Ocse conferma crescita 24 a +0,7%

    A marzo 2024, i prezzi alla produzione dell'industria diminuiscono dello 0,2% su base mensile e del 9,6% su base annua (marzo 2023 - marzo 2024, era -10,8% a febbraio). Lo rende noto l'Istat. Sul mercato interno, i prezzi calano dello 0,4% rispetto a febbraio e del 12,7% su base annua (da -14,2% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi crescono in misura modesta (+0,1%) e registrano una flessione tendenziale stazionaria al -2,2%. Sul mercato estero i prezzi restano invariati su base mensile (+0,1% area euro, -0,2% area non euro) e flettono dell'1,2% su base annua (-2,0% area euro, -0,5% area non euro). Nel primo trimestre 2024, rispetto al precedente, i prezzi alla produzione dell'industria diminuiscono del 3,4% (-4,8% mercato interno, -0,3% mercato estero). "A marzo - per Istat - i prezzi alla produzione dell'industria mostrano un nuovo calo congiunturale, più contenuto rispetto ai mesi precedenti, e dovuto principalmente al ribasso sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica". È il commento dell'Istat ai dati sui prezzi alla produzione dell'industria e delle costruzioni a marzo 2024.  Sempre per Istat nel mese di aprile l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +1,2% di marzo). Intanto Ocse conferma una crescita italiana al di sotto delle stime del governo (+1%): le prospettive economiche dell'Ocse pubblicate ieri a Parigi il Pil dell'Italia dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025. L'attività, sottolinea l'Ocse, ''resta debole''. "L'elevata inflazione nel corso degli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie rimangono restrittive e la maggior parte degli aiuti eccezionali legati alla pandemia da Covid-19 e alle crisi energetiche sono stati soppressi",prosegue l'organismo parigino, sottolineando che tutto ciò "pesa sui consumi e gli investimenti privati. Il previsto rilancio della crescita dei salari reali e l'aumento dell'investimento pubblico legato ai fondi provenienti dal piano Next Generation EU (NGEU) compenseranno solo parzialmente queste difficoltà", avverte l'Ocse. Ne parliamo con Fedele De Novellis, partner di Ref Ricerche.

    Torna la campagna Telethon per per sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare 

    Torna la campagna Io per Lei di Telethon dedicata alle mamme, da sempre al centro della missione della Fondazione nata trent anni fa dall appello di un gruppo di mamme dell Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM). Organizzata in prossimità della Festa della Mamma, la campagna Io per lei è un invito a sostenere la grande catena di solidarietà verso le mamme dei bambini con una malattia genetica rara scegliendo, con i Cuori di biscotto che quest anno celebrano 10 anni, di compiere un gesto d amore per sostenere la ricerca scientifica di Fondazione Telethon. In tutta Italia, il 4 e 5 maggio sarà possibile trovare oltre 2.000 punti di raccolta dove i volontari di Fondazione Telethon e UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, di AVIS - Volontari Italiani Sangue, Anffas - Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, UNPLI - Unione Nazionale delle Pro Loco d Italia, Azione Cattolica, e presso le edicole di SI.NA.GI aderenti, distribuiranno i Cuori di biscotto a fronte di una donazione minima di 15 euro. Si rinnova anche l appuntamento con la settimana di sensibilizzazione di Fondazione Telethon sulle reti Rai dal 29 aprile al 5 maggio 2024, con il supporto di Rai per la Sostenibilità-ESG, per continuare a sostenere il lavoro dei ricercatori e dare risposte concrete in termini di cure e terapie a chi affronta le difficoltà di una malattia genetica rara. La campagna Io per lei ha il sostegno di BNL BNP Paribas, partner storico al fianco di Fondazione Telethon con oltre 336 milioni di euro raccolti in 33 anni a sostegno della ricerca scientifica: anche quest anno sarà possibile per i clienti BNL donare attraverso i 1.397 sportelli ATM e 585 agenzie su tutto il territorio, e sull APP BNL in modo semplice e sicuro. Anche quest anno DHL è vettore ufficiale della campagna di piazza. In ogni scatola in latta, inserita in una shopper coordinata, ci sono 3 vaschette confezionate separatamente che contengono 6 biscotti per un totale di 18 biscotti e un peso complessivo di 300g. Ogni vaschetta è confezionata singolarmente per mantenere il profumo e la fragranza dei biscotti appena sfornati. All interno del pack è presente una cartolina, con un colorato segnalibro da staccare e conservare, che racconta una storia: inquadrando il QR code, sarà possibile scoprire una sorpresa speciale. Ne parliamo con Alessandro Betti, direttore Raccolta Fondi della Fondazione Telethon.

    Gli scenari alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni ai balneari

    Un'altra sentenza del Consiglio di stato il 30 aprile, l'ennesima, sconfessa la linea del governo Meloni sui balneari. Valutando un ricorso del proprietario di uno stabilimento di Rapallo, i giudici amministrativi hanno confermato che la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge è quella del 31 dicembre dello scorso anno, obbligando così i comuni a disapplicare eventuali proroghe. Il Consiglio di stato si richiama alle sentenze della Corte di giustizia Ue per "dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale". La sentenza si sofferma su un altro punto cruciale, quando afferma che "la risorsa è sicuramente scarsa". Questo, infatti, è l'argomento che il governo Meloni sta tentando di usare, insieme alle associazioni dei balneari, per aggirare la direttiva Bolkestein: la risorsa spiaggia non è scarsa e quindi non c'è bisogno di fare gare competitive per l'assegnazione, come previsto dalla direttiva. Palazzo Chigi ha fatto una sorta di mappatura, secondo la quale solo un terzo di aree demaniali è in concessione mentre due terzi non lo sono, con l'obiettivo di dimostrare che non c'è scarsità. Ma la mappatura include di tutto: scogliere, dirupi, aree inaccessibili e zone scarsamente turistiche che non hanno appunto un valore economico. Il monitoraggio dovrebbe essere fatto su base più granulare, comune per comune, considerando anche i vincoli a lasciare le spiagge libere. Insomma, su questo fronte la linea del governo è già sconfitta davanti ai tribunali nazionali ed europei. Il problema, però, oltre all'assenza di concorrenza nel settore, è che in questo caso la mancata liberalizzazione costerà una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia che porterà a multe salate a carico della collettività. Intanto oggi il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani: "Il governo sta lavorando per cercare una soluzione in dialogo con l'Unione Europea. Non voglio commentare, lo hanno fatto molti parlamentari italiani, le decisioni del Consiglio di Stato, però bisogna trovare una soluzione, sia pure nel rispetto delle normative comunitarie, che non penalizzi migliaia di imprese che hanno già investito e che hanno dei mutui". Approfondiamo il tema con Alessandro Galimberti, Il Sole 24 Ore.

    2 May 2024, 6:30 pm
  • G7 Energia, stop al carbone dal 2035

    I Paesi del G7, confermando le anticipazioni  di ieri si impegnano a "eliminare progressivamente la generazione di energia a carbone durante la prima metà degli anni 2030 o in un periodo coerente con il mantenimento dell'aumento della temperatura entro un grado e mezzo". È questa la rotta tracciata, con il documento finale, dalla riunione del G7 Ambiente Clima ed Energia che si chiude oggi alla reggia di Venaria Reale (Torino) e che ribadisce la traiettoria disegnata dalla COP 28 e dalle precedenti sessioni del G7 nell'ottica di mettere in campo misure concrete come auspicato alla vigilia dal padrone di casa, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

    Ne parliamo con:

    - Sergio Ferraris, Direttore QualEnergia e autore del libro "Vivere senza gas"

    - Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura


    Lavoro e Fisco, da Cdm ok a riforma Coesione e decreto Ires-Irpef

    Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che riforma le politiche di Coesione e il decreto legislativo per la revisione del regime Irpef e Ires. Ora le nuove misure sono contenute nel decreto Coesione, che riforma le relative politiche in materia, e in un decreto legislativo, nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale.

    Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme a metà Governo, aveva presentato ai sindacati le novità in arrivo sul lavoro e sul fisco in vista della festa dei lavoratori mettendo sul tavolo un "nuovo decreto Primo maggio" - come già ribattezzato - dopo che l'anno scorso in quella data furono approvate le norme sull'inclusione, con l'addio al Reddito di cittadinanza, sulle causali per i contratti a termine e sul taglio del cuneo fiscale fino a 7 punti. L'obiettivo, come rimarcato da Meloni è quello di continuare a sostenere la crescita dell occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un lavoro e neppure lo cercano, per farli rientrare nel mercato. E anche di difendere il potere d acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti.

    La premier aveva preannunciato anche una misura per erogare «a gennaio 2025, un indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico». La misura è già stata ribattezzata "Bonus Befana".

    Ne parliamo con Giorgio Pogliotti - Sole 24 Ore.


    Pil, inflazione e protezionismo, tra macroeconomia e geopolitica

    Oggi sono usciti i dati del Pil dell'Eurozona e di Italia, Spagna, Francia e Germania. Anche i dati sull'inflazione.

    Il Pil cresce ovunque e l'inflazione cala dappertutto, con l'eccezione della Germania.

    Dopo oltre due decenni di globalizzazione, da qualche anno è in corso un fenomeno opposto di deglobalizzazione, con politiche protezioniste, sanzioni e accorciamento delle filiere.

    Ne parliamo con Adriana Castagnoli, Professoressa di Storia Contemporanea ed economica all'Università di Torino ed editorialista del Sole 24 ore.

    30 April 2024, 6:30 pm
  • Il Caso Ariston e la situazione delle sanzioni alla Russia

    Il 26 aprile il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che stabilisce il «trasferimento temporaneo» del 100% delle filiali russe dell'italiana Ariston Thermo e della tedesca BSH Hausgeräte (di cui fanno parte i brand Bosch e Siemens) a Gazprom Domestic Systems, produttrice di elettrodomestici. Una decisione definita «inattesa» dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che sabato 27 aprile ha convocato alla Farnesina per chiarimenti Aleksej Paramonov, ambasciatore della Federazione Russa a Roma.

    Intanto, stando a quanto riportato dal Financial Times, le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Il FT ha sottolineato che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all'energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni.

    Ne parliamo con Antonella Scott del Sole 24 ORE.

    Autotrasporti: le possibili risposte alla carenza di autisti

    La carenza di autisti è una delle principali criticità che il settore dell'Autotrasporto si trova oggi a dover affrontare. Secondo le ultime stime elaborate dalle associazioni di categoria, in questo momento in Italia mancano circa 20mila conducenti di mezzi pesanti. Il problema non è solo italiano, anche se nel nostro paese il tema è particolarmente sentito anche alla luce dell'età media particolarmente elevata dei lavoratori, che si assesta tra i 50 e i 55 anni.

    Tra le proposte avanzate per rispondere a questa mancanza di personale, la principale arriva dal Parlamento Europeo: l'abbassamento dell'età per conseguire le patenti per i camion e autobus a 18 anni, con la possibilità di scendere a 17 anni se accompagnati da un conducente esperto (per le categorie C e C1). Ciò dovrebbe servire a ridurre la carenza di conducenti. Sempre a tale scopo, il testo comprende la possibilità di convertire il Certificato di abilitazione professionale di persone provenienti da Paesi extra-comunitari.

    Ne parliamo con Patrizio Ricci, presidente nazionale di CNA Fita.

    Lavoro, tra sicurezza e salute

    Sanzioni più dure e regole più stringenti per rendere gli appalti più sicuri. Una delle misure individuate dal Governo per tentare di ridurre l'incidenza e la gravità degli infortuni sul lavoro consiste nell'inasprimento delle sanzioni e delle regole applicabili agli appalti e ai subappalti, forme di decentramento produttivo più utilizzate per realizzare e fornire opere e servizi complessi.

    Ne parliamo con l'avv. Giampiero Falasca, giuslavorista ed esperto per Il Sole 24 ORE.

    Lavoro e salute mentale

    Secondo i dati Ocse, prima della pandemia, il 17,3% della popolazione europea, circa 84 milioni di persone, soffrivano di una qualche patologia mentale: una persona su 6.

    Dopo la pandemia, la situazione è peggiorata. Un indagine Eurobarometro mostra che nel 2023, quasi 1 persona su 2, il 46% della popolazione, riportava problemi emotivi o psicosociali, come depressione o ansia. Di queste, circa una persona su 3 era occupata.

    Dopo la pandemia, la relazione tra lavoro e salute mentale è stata oggetto di particolare attenzione. Nella prima conclusione sul tema, il Consiglio Europeo ha osservato che la salute mentale e il lavoro sono strettamente interconnessi. Per il Consiglio Europeo, l'impatto negativo del lavoro sulla salute mentale deriva in particolare dalla precarietà, dalle basse tutele e retribuzioni. 

    Ne parliamo con Francesca Coin, sociologa e docente universitaria nel Centro di competenze lavoro welfare società del dipartimento di Economia aziendale sanità e sociale (Deass) della Supsi in Svizzera e autrice del libro "Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita".

    29 April 2024, 6:30 pm
  • La classifica degli sprechi

    Nel Nord Italia 2,4 milioni di lavoratori in meno entro il 2040

    Per il Nord Italia lo scenario demografico è allarmante: si va verso una diminuzione di 3,2 milioni delle persone in età di lavoro entro il 2040 e di 2,4 milioni i lavoratori. Questo si traduce in drammatiche carenze di occupati nelle grandi regioni settentrionali: 804mila in Lombardia, 442mila in Veneto, 390mila in Emilia-Romagna e 378mila in Piemonte. Il numero di 3,2 milioni è numero nettamente superiore al calo della popolazione perché le coorti che entrano in quell'età sono molto più piccole di quelle che escono, e per queste ultime finisce la fase lavorativa, non la vita. Il 70% della flessione avviene nel prossimo decennio, non solo perché di questo restano sette anni ma perché gli effetti della denatalità si faranno sentire maggiormente. La Fondazione Nord Est elabora una stima su quella che definisce la glaciazione demografica , uno scenario che va ben oltre il concetto di inverno , visto che non è alle viste di una primavera. L'orizzonte temporale scelto dalla Fondazione Nord Est è al 2040, come fatto nella prima nota sulla popolazione. In materia di andamenti demografici è una scadenza ravvicinata e sulla quale poco incidono le scelte riproduttive che verranno fatte, perché i nati oggi non avranno compiuto allora che sedici anni, un età ancora scolare (a maggior ragione se osserviamo l'allungamento del periodo di istruzione in un contesto di economia della conoscenza). Quindi sono persone che non entreranno ancora tra quelle occupabili. 

    Ne parliamo con Luca Paolazzi, advisor di Ceresio Investors, direttore scientifico della Fondazione Nord Est.

    26 April 2024, 6:30 pm
  • Irpef, il 20% degli italiani paga due terzi delle tasse

    Se ne riparlerà tra una settimana, forse due. Il tredicesimo decreto legislativo di attuazione della delega fiscale, con la riproposizione degli sgravi sulle tredicesime per i lavoratori a basso reddito, atteso ieri al Consiglio dei ministri, è slittato. Servono approfondimenti tecnici su alcune misure e, soprattutto, vanno trovate le coperture per finanziare gli sgravi, che al momento non sono state ancora individuate con precisione. Così il titolare del ministero dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (nella foto), e il suo vice Maurizio Leo, che ha la delega sul Fisco, hanno deciso di accantonare per il momento il progetto.
    Il piatto forte del pacchetto è la detassazione delle tredicesime, che il governo Meloni aveva immaginato di rafforzare già nel 2023, ma che poi era stato costretto ad accantonare per mancanza di risorse. Nel 2023 le tredicesime hanno così goduto di uno sconto di 2-3 punti percentuali per effetto del taglio dei contributi deciso nel 2022, mentre l aumento degli sgravi scattato da luglio 23 (6 o 7 punti a seconda del reddito) era stato sterilizzato. Ora il governo ci riprova, ma resta il problema dei costi. Le proposte avanzate prevedevano prima un contributo fino a 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15 mila euro. Costo dell'ntervento stimato tra i 400 e i 600 milioni di euro. La seconda ipotesi presentata al preconsiglio di ieri prevedeva un bonus di Natale fino a 100 euro da corrispondere sempre con la tredicesima mensilità ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro con coniuge e almeno un figlio a carico, anche avuto fuori dal matrimonio riconosciuto, affidato o adottato. In questo caso il costo dell intervento di aiuto alle famiglie era stimato in circa 100 milioni. Ma, in tutte e due le versioni, la formula scelta per coprire i costi non avrebbe convinto i tecnici di Palazzo Chigi e della Ragioneria. Le platee interessante sarebbero comunque molto limitate. Nulla che potrebbe cambiare lo stato dell'arte che, come spiegano oggi bene sul Sole Giuseppe Latour e Giovanni Parente, pesa in modo considerevole solo su alcuni italiani.
    Ne parliamo proprio con Giuseppe Latour, Il Sole 24 Ore.

    Valichi, verso nuove chiusure: allarme con Francia e Svizzera

    Si va verso un estate e un autunno roventi sul fronte dei valichi alpini. Mentre resta sospesa la questione del Brennero, in attesa che la Commissione europea assuma una decisione ufficiale sulla controversia tra Italia e Austria relativa ai divieti imposti da Vienna ai transiti dei Tir lungo il suo territorio, si annunciano fin da ora nuove emergenze. I punti caldi interessano i collegamenti transfrontalieri tra Italia e Francia e tra Italia e Svizzera, dove sono previsti cantieri e chiusure forzate, tra tunnel stradali e linee ferroviarie, che potrebbero causare gravi danni all export italiano diretto in Europa, ma anche alle forniture di materie prime e semilavorati destinati alle industrie italiane di trasformazione. La fragilità del sistema dei valichi alpini, pur avendo una dimensione europea, crea il maggiore impatto sull economia italiana, proprio per la loro funzione di barriere naturali.
    Ne parliamo con Massimo Masotti, responsabile trasporti internazionali di Anita | Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici.

    Cybersecurity, nel 2023 più di 1.400 attacchi (+29%)

    Nel 2023 sono stati 1.411 gli attacchi cyber trattati dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, il 29% in più rispetto all'anno precedente. È quanto è emerso dalla relazione annuale dell'ACN Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale presentata al Parlamento questa mattina dall'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, e dal direttore dell'Agenzia, Bruno Frattasi. Risultano quasi triplicati i soggetti colpiti: da 1.150 a 3.302. In forte aumento anche gli incidenti (da 126 a 303) e le segnalazioni (da 81 a 349). Calano (-8%) invece, le comunicazioni ricevute dall'Agenzia (da 5.974 a 5.444). Nel corso dello scorso anno il Csirt Italia dell'Agenzia (il team di risposta in caso di incidenti informatici) ha trattato quindi in media circa 117 attacchi al mese, con un picco di 169 a ottobre. Di questi, 303 sono stati classificati come incidenti (hanno avuto cioè un impatto confermato dalla vittima), per una media di circa 25 al mese. In 13 casi c'è stato l'intervento in loco degli esperti di Acn per supportare i soggetti colpiti, mentre in 31 casi hanno fornito supporto da remoto.
    In questo contesto, secondo l'Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, continua a crescere l'interesse delle aziende italiane per la cybersecurity, che si conferma la principale priorità di investimento nel digitale tra le imprese, sia grandi che PMI. L'81% delle grandi imprese ha definito un piano di sviluppo strutturato in materia, con una strategia di lungo periodo. A testimonianza dell'interesse, nel 2023 il mercato italiano della cybersecurity ha raggiunto un record: 2,15 miliardi di euro, +16% rispetto al 2022. Il rapporto tra spesa in cybersecurity e PIL in Italia si attesta allo 0,12%, in crescita rispetto al 2022 (era pari allo 0,10%). Nonostante l'aumento, questo risultato colloca ancora il nostro Paese all'ultimo posto nel G7, a grande distanza dai primi in classifica, Stati Uniti (0,34%) e Regno Unito (0,29%), e da Paesi come Francia o Germania allo 0,19%. Il 62% delle grandi organizzazioni ha aumentato la spesa in cybersecurity: incremento trainato dall'inserimento di nuovi strumenti (68%), dalla maggiore attenzione dedicata dai board aziendali (62%) e dalla necessità di azioni di adeguamento normativo (43%). Le aziende più piccole faticano a tramutare questo interesse in investimenti concreti, a causa delle risorse limitate e dell'assenza di un'offerta di mercato che vada incontro alle loro specifiche esigenze. La spesa sostenuta dalle grandi imprese rappresenta infatti oltre tre quarti del mercato.
    Ne parliamo con Alessandro Piva, direttore dell'Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano.

    24 April 2024, 6:30 pm
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