Focus economia è il programma quotidiano dedicato all'approfondimento dei temi dell'attualità dell'economia e della finanza, realizzato con i protagonisti della giornata economico finanziaria e il contributo di giornalisti e analisti de Il Sole 24 ORE. L'obiettivo della trasmissione è di spiegare e analizzare, in termini comprensibili anche "ai non addetti ai lavori", i temi più interessanti della giornata. Appuntamento fisso per i commenti a caldo pochi minuti dopo la chiusura della Borsa.
La vittoria di Trump "è la fine dell'utopia della globalizzazione. Barack Obama quando si insediò disse: non c'è più il passato, ma solo il futuro. Ecco, mi pare la conferma che quella politica fosse errata". È quanto ha dichiarato nei giorni scorsi alla Stampa il presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti (FdI). "È probabile che Trump replichi l'impostazione del primo mandato - afferma - Una colossale deregolamentazione, detassazione degli utili d'impresa, dei rimpatri di capitali, e poi più dazi, anche sui prodotti europei.
La fiscalità sugli scambi non si limita ai dazi. Perfino nel regolamento doganale europeo l'Iva sulle importazioni viene considerato un dazio. Ora si aprirà un'enorme trattativa fra Bruxelles e Washington su questo: è probabile che Trump ne tenga conto per tarare i dazi sui prodotti europei".
Sulle divisioni dell'Europa "il contesto è drammatizzato dalla guerra. Oggi il grande problema dell'Europa non è più e non solo l'economia. Ipotizziamo che la guerra in Ucraina si trasformi in una nuova Corea. Se così fosse, ne uscirà vincente Putin. E se accadrà, che succederebbe agli equilibri politici nei nostri confini? Pensi per esempio ai Balcani. Credo che la pressione dei russi e dei loro alleati crescerà: Cina, Corea del Nord, Iran. L'Europa si è occupata a lungo di allargamento ad est, in modo paternalistico e fiscale, Putin a sua volta vuole l'allargamento a ovest. Il futuro dell'Unione passa dunque dalla costruzione di una vera difesa comune, che può essere allo stesso tempo fattore di unità politica e una leva per la crescita. Nel 2003 la presidenza italiana dell'Unione propose l'introduzione degli eurobond per infrastrutture e spese militari. Vent'anni dopo ci stiamo arrivando".
Giulio Tremonti, deputato (FDI) e presidente della commissione Affari esteri ed europei della Camera, ex ministro dell'Economia governi Berlusconi, Aspen Institute Italia.
Ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiesto al Bundestag di approvare misure urgenti, come l'aumento dei sussidi per l'infanzia e l'innalzamento delle soglie fiscali, in vista delle elezioni anticipate di febbraio. Intanto il comitato dei saggi economici tedeschi ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del Paese, stimando un'espansione del Pil dello 0,4% nel 2025, dopo una contrazione dello 0,1% prevista per il 2024.
Il commento a Focus Economia di Beppe Russo, l'economista e direttore del Centro Einaudi.
Mef cede 15% di Mps, il Banco prenota il terzo polo Incassati 1,1 miliardi
Il terzo collocamento di azioni Mps da parte del Mef dà il via alle prove generali per la nascita del terzo polo bancario. Alla vendita delle azioni partecipano infatti, con un blitz a sorpresa, Banco Bpm e Anima che si assicurano un ruolo di primo piano nell'azionariato di Siena, con una quota aggregata pari al 9% del capitale. A cui si aggiunge, con il 3,5% anche il gruppo Caltagirone,azionista sia della banca che dell'asset manager.
Alla chiusura del mercato di ieri 13 novembre, come vi abbiamo segnalato,il Tesoro ha fatto sapere di aver avviato il collocamento di 88,2 milioni di azioni del Monte, pari a una quota di circa il 7% del capitale. Poco più tardi il collocamento si chiude con la vendita del 15% del capitale per effetto, fa sapere il Mef di una domanda "pari a oltre il doppio dell'ammontare iniziale".
Per il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, il bottino è ricco. Incamera 1,1 miliardi dopo aver venduto le azioni, contesissime, del Monte a premio del 5% rispetto alla chiusura di Borsa. Il saldo dei tre collocamenti effettuati, sale a di 2,7 miliardi e in portafoglio resta ancora una quota dell'11,7% che in Borsa vale circa 800 milioni.
L'intervento di Luca Davi de Il Sole24ore, ai microfoni di Sebastiano Barisoni.
Dopo la Cina è Trump a minacciare con i dazi l'agroalimentare made in Italy
Le elezioni americane aprono nuovi scenari di incertezza per il commercio internazionale e portano alla ribalta il tema dei dazi su prodotti di importazione, con possibili impatti significativi sull'export italiano. Il settore vinicolo e agroalimentare, ambasciatore del Made in Italy, rischia di essere coinvolto in nuove politiche protezionistiche che potrebbero penalizzare non solo i produttori italiani, ma anche le comunità italo-americane e l'intera rete di distribuzione negli Stati Uniti.
«Le tariffe al commercio sono una cosa bellissima, la cosa più grande mai inventata». Lo ha ripetuto in campagna elettorale Donald Trump che vuole interventire rapidamente, appena avrà messo piede alla Casa Bianca, sulle regole delle importazioni: contro la Cina e l Europa, contro le imprese americane che delocalizzano in Asia o producono in Messico.
Sono intervenuti Stefano Berni, Direttore Generale Grana Padano e Micaela Pallini, Presidente Federvini.
Focus economia del 13 novembre 2024
La scorsa settimana, il commissario europeo per il Clima e responsabile anche in materia di tassazione, Wopke Hoekstra (nella foto), in occasione della sua riconferma all'Euparlamento ha riaffermato i piani della Ue di porre fine alle vendite di automobili che emettono CO2 nel 2035 e di inasprire i limiti di emissioni il prossimo anno, il che equivale a vietare i nuovi motori diesel e benzina. A una domanda dell'eurodeputata Silvia Sardone, ha escluso qualsiasi modifica alle attuali norme sulle emissioni ed è stata questa anche la sua risposta alla richiesta dei governi e delle case automobilistiche di riconsiderate urgentemente le politiche green. L'olandese, che era subentrato al connazionale Frans Timmermans, ha partecipato all'audizione di conferma al Parlamento europeo organizzata dalle commissioni per l'Ambiente, l'Industria e gli Affari economici. Ne parliamo con David Chiaramonti, docente di Ingegneria energetica e nucleare e vice prorettore per l'Internazionalizzazione del Politecnico di Torino.
Si raffredda ancora il settore del turismo in Italia
Le previsioni per l'imminente stagione invernale segnano secondo Demoskopica un andamento in lieve ribasso dei flussi turistici in Italia: 26,7 milioni di arrivi e 78 milioni di presenze, con un decremento rispettivamente pari all'1,3% e al 2,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (gli arrivi corrispondono al numero di clienti, residenti e non residenti, ospitati negli esercizi ricettivi - alberghieri o extra-alberghieri- nel periodo considerato. Le presenze, invece, corrispondono al numero delle notti trascorse dai clienti, residenti e non residenti, negli esercizi ricettivi). È quanto emerge dalla nota previsionale "Tourism Forecast Winter 2025" dell'Istituto Demoskopika che ha stimato, per il periodo dicembre 2024-marzo 2025, i principali indicatori turistici: arrivi, presenze, spesa turistica e appeal delle destinazioni turistiche provinciali. L'andamento dei flussi turistici, rispetto al 2019, sarebbe stabile per gli arrivi (-0,6%) e in crescita per le presenze (+5,1%). I movimenti turistici in Italia, inoltre, potrebbero generare una spesa turistica di 20,5 miliardi di euro registrando una contrazione pari al 4,4% rispetto alla scorsa stagione invernale. Ne parliamo con Raffaele Rio, presidente di Demoskopika.
Nelle aree interne la crisi demografica corre a velocità doppia rispetto al trend nazionale. Dal Comune più piccolo (Morterone, 34 abitanti al 1° gennaio 2024, in provincia di Lecco) a quello più popoloso (Gela, 70.811 abitanti, in provincia di Caltanissetta), i territori interni segnano una perdita di residenti del 5% sul 2014, contro il 2,2% della media nazionale. In particolare, quelli più periferici - secondo le classificazioni Istat - registrano un calo ancora più marcato:- 7,7% , sempre nel decennio.
Le strategie per mantenere vive le cosiddette aree interne, di contro, languono o sono poco concrete: per esempio, nel Ddl di Bilancio 2025 è scomparso il contributo per i piccoli Comuni, con una popolazione sotto i 1.000 abitanti, in tutto 1.383 tra quelli censiti nelle aree interne del Paese. Mentre i fondi per finanziare i progetti del piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni, secondo la graduatoria pubblicata ad agosto, hanno coperto solo il 45% delle domande presentate. Nelle aree interne si trova il 48% dei Comuni italiani, dove vivono 13,6 milioni di persone e quindi poco meno di un quarto della popolazione italiana.
Il commento di Michela Finizio, Il Sole24Ore, intervenuta a Focus Economia.
Meloni ai sindacati: interverremo ancora su Irpef
È iniziata a Palazzo Chigi la riunione fra governo e sindacati sul disegno di legge di bilancio presieduta dalla premier Giorgia Meloni. Per i sindacati sono presenti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.
La manovra punta alla crescita dell'Italia e non a ottenere voti. La premier Meloni presenta così ai sindacati la Legge di Bilancio per il 2025. 'Un cambio di passo rispetto al passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell'immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo', aggiunge. La presidente del Consiglio rivendica al governo 'il coraggio che ha consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura' della manovra: 'un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di Bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale', attacca con riferimento alle parole del segretario generale della Cgil Landini. Cgil e Uil hanno confermato però lo sciopero generale contro la manovra il 29 novembre. Lo hanno detto i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, al termine dell incontro con il governo a Palazzo Chigi
Gianni Trovati, de Il Sole 24 Ore, è intervenuto ai microfoni di Sebastiano Barisoni.
Cresce l'influenza di Musk sulla transizione presidenziale Usa e il bitcoin tocca nuovi record
Secondo la Cnn, che cita fonti vicine al team del prossimo presidente degli Stati Uniti, il miliardario americano Elon Musk esercita un'influenza sempre maggiore sulla transizione presidenziale di Donald Trump. Il patron di Tesla, X e SpaceX è stato visto nel resort Mar-a-Lago di Palm Beach, in Florida, quasi ogni giorno da quando Trump ha vinto le elezioni la scorsa settimana, cenando con lui nel patio alcune sere e frequentando la sua famiglia la domenica sul campo da golf, riporta l'emittente sul suo sito. Musk era presente quando diversi leader mondiali hanno telefonato a Trump e ha contribuito alle decisioni sul personale, persino esprimendo chiaramente le sue preferenze per alcuni ruoli. Musk era con Trump a Mar-a-Lago quando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiamato per congratularsi con il presidente eletto il giorno dopo le elezioni, secondo una fonte informata sulla telefonata.
Nel frattempo il Bitcoin continua la sua ascesa e sale sopra gli 83mila dollari segnando così l'ennesimo record sulla spinta dell'appoggio esplicito del prossimo presidente Usa Trump. La corsa del Bitcoin si inserisce nel generale aumento di tutto il comparto delle cripto che Trump ora supporta dopo averlo definito una truffa in passato e dal quale è stato generosamente finanziato durante la campagna elettorale. Un cambio di passo che potrebbe portare a una legislazione più favorevole negli Stati Uniti e a uno sguardo più benevolo da parte della Sec, intervenuta più volte dopo diversi fallimenti e truffe da parte di operatori.
Il commento di Alessandro Plateroti, Direttore di NewsMondo.it.
Focus economia del 8 novembre 2024
Nella giornata di martedì, in attesa dell'arrivo del presidente Sergio Mattarella in Cina a Pechino, l'Accademia delle Scienze Sociali ha organizzato una riunione a porte chiuse fra un ristretto numero di economisti italiani e accademici cinesi sulla cooperazione Cina-Italia nel contesto del ventesimo anniversario dell'istituzione del Partenariato strategico globale. Incontro a cui ha partecipato l'ex ministro tecnico all'Istruzione del governo Draghi, Patrizio Bianchi.
È stata l'occasione, come ha raccontato lo stesso Bianchi ieri su Il Sole 24 Ore, per fare il punto su un'economia mondiale in panne e contestualmente su un Europa che oggi sembra incapace di esprimere una linea chiara sul suo futuro e sul futuro dell economia mondiale. L economia cinese si sta trasformando profondamente, per andare oltre quel modello export-led, che ha garantito gli eccezionali ritmi di crescita fin dall entrata della Repubblica Popolare nel World Trade Organization nel dicembre 2001. Questa crescita, senza precedenti, è stata dovuta da una parte all attrazione di capitali stranieri per produzioni di «buona qualità» da re-esportare, e d altra parte ad una manodopera ben qualificata , ma disponibile a costi ben inferiori ai paesi occidentali.
Dopo la crisi globale del 2008, che del resto ha visto l arenarsi dell economia europea in un up-and-down, da cui non sembra poter evadere, la Cina ha avviato una vasta azione politica, che ha portato per un verso alla creazione e consolidamento di una classe media, che avrebbe dovuto sostenere l economia cinese verso un modello demand-push- cioè trainato da una crescente domanda interna. D altra parte il nuovo indirizzo della politica cinese era volto a spingere le esportazioni verso più alti livelli di qualità, centrati su più investimenti in ricerca e produzione nei settori high-tech della decarbonizzazione e della digitalizzazione, che sono del resto i due pilastri del Rapporto.
L’intervento di Patrizio Bianchi, Professore Emerito di Economia, Cattedra Unesco "Educazione, Crescita e Uguaglianza", Università degli Studi di Ferrara, ai microfoni di Sebastiano Barisoni.
Dazi Trump, in gioco 50 miliardi di avanzo commerciale con gli Usa
Il governo italiano dopo la vittoria di Donald Trump si è affrettato a rassicurare che con gli "Stati Uniti sia possibile raggiungere il più alto livello di intesa come sempre è accaduto, questo perché non va guardato soltanto l'aspetto daziario che è importante e significativo, ma anche quello che per esempio può derivarne, ad esempio l'aumento del valore del dollaro rispetto all'euro" come ha fatto questa mattina il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso intervistato al microfono di Simone Spetia durante 24 Mattino. Intanto però in un editoriale pubblicato oggi sul Sole 24 Ore oggi il professor Stefano Manzocchi ha ricordato che più della metà del surplus commerciale italiano del 2023, al netto delle importazioni per l'energia, è relativo agli scambi con gli Stati Uniti. Si tratta di oltre 50 miliardi di avanzo commerciale riferiti al solo sistema manifatturiero, l'equivalente del prodotto lordo di una media regione italiana come la Liguria. Non solo. Negli Stati Uniti sono attivi quasi 2000 investitori industriali italiani che hanno quote di partecipazione in oltre 3.500 imprese negli Usa - di cui oltre 3.000 partecipazioni di controllo - con 260.000 posti di lavoro e un fatturato di 150 miliardi di dollari.
Come sappiamo, il nostro Paese non ha negli investimenti internazionali la stessa posizione di preminenza che mantiene negli scambi commerciali, ma negli ultimi anni le imprese italiane hanno saputo intercettare il vento dei mutamenti geopolitici che peggioravano le prospettive di affari in Russia, Cina, Medio Oriente, e hanno puntato forte sul mercato Usa più che nel passato. Ed ora, con Trump di nuovo al timone, cosa aspettarsi?
Il commento a Focus Economia di Stefano Manzocchi, Prorettore alla ricerca Università Luiss e Ordinario di Economia internazionale, editorialista de Il Sole 24 Ore.
Germania, il semaforo si è spento: governo nel caos
Il cancelliere Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, in un avvitamento senza ritorno della crisi della coalizione di Governo tra Spd, Verdi e Liberali. Impossibile trovare un compromesso per superare le spaccature sulla politica economica, con il Paese che viaggia sull orlo della recessione per il secondo anno consecutivo. Il socialdemocratico Scholz si sottoporrà a un voto di fiducia a metà gennaio, passaggio che potrebbe far scattare nuove elezioni a marzo.
Durissime le parole su Lindner: «Chiunque entra a far parte di un Governo - ha detto Scholz in conferenza stampa il 6 novembre - deve agire in modo serio e responsabile e deve essere pronto a scendere a compromessi nell interesse di tutti i cittadini. Ma a Christian Lindner importa la sopravvivenza a breve termine del suo partito». E ancora: «Non esiste alcuna base di fiducia per un ulteriore cooperazione».
La crisi politica esplode all indomani della vittoria di Donald Trump nelle presidenziali Usa: i dazi che minaccia di adottare sono un rischio in più per un economia fortemente orientata all export come quella tedesca. E arriva nel mezzo dello scontro tra i sindacati e una delle industrie simbolo del Paese, la Volkswagen, che minaccia di chiudere stabilimenti in patria, per la prima volta nella sua storia.
Il 7 novembre, il ministro dei Trasporti, il liberale Volker Wissing, che aveva chiesto a Lindner di non rompere, ha deciso di lasciare il partito e restare in carica nel Governo Scholz, segnalando una frattura anche all interno della Fdp.
L’intervento di Gianluca Di Donfrancesco, il Sole 24 Ore
Donald Trump è stato eletto 47° presidente degli Stati Uniti d'America e sembra avere vinto nettamente: ha conquistato numerosi degli Stati cruciali considerati in bilico, del Sud e del Midwest. Anche la Pennsylvania, vero terreno di battaglia della campagna, decisiva anche in queste elezioni. Le rete tv conservatrice Fox l'ha assegnata a lui prima di tutti. Determinante nelle motivazioni di voto - secondo gli esperti - il disagio economico espresso da molti elettori, il giudizio che il Paese vada nella direzione sbagliata. E che sia «tutta colpa dei democratici», come ha ripetuto Trump per tutta la campagna. Ne parliamo con Andrew Spannaus, giornalista e autore del podcast di radio24 That's America, Fabrizio Pagani, Partner Vitale&Co e docente a SciencesPo di Parigi, Lucio Miranda, Presidente e fondatore di ExportUSA, e con Lorenzo Dornetti, direttore Neurovendita Lab.
Bollette del gas salate alla vigilia dell'inverno
Tornano ad aumentare le bollette del gas, proprio alla vigilia della stagione invernale e della riaccensione dei riscaldamenti. Ad ottobre, secondo gli aggiornamenti dell'Autorità dell'Energia che riguardano ormai solo i clienti vulnerabili nel servizio di tutela, il prezzo di riferimento del gas per il nuovo cliente tipo è pari a 116,77 centesimi di euro per metro cubo, in aumento del 5,3% su settembre. La variazione, spiega l'Arera, è dovuta all'aumento dei prezzi all'ingrosso, che incide sulla spesa per materia prima, e all'incremento di alcune componenti della spesa per il trasporto e la gestione del contatore. Approfondiamo il tema con Stefano Besseghini, Presidente ARERA.
I medici di medicina generale "sono la categoria, insieme agli infermieri, che desta maggiori preoccupazioni tra le professioni sanitarie per le prospettive future. Sono caratterizzati, infatti, da una struttura per età spostata verso le età prossime al pensionamento", da un trend decrescente nel numero degli occupati e da un "incremento significativo" del numero di assistiti per ciascun medico. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, nell'audizione alle commissioni riunite Bilancio sulla manovra. Il numero di infermieri e ostetriche in Italia "è da molti anni ritenuto insufficiente rispetto ai bisogni di salute della popolazione" con una dotazione nel 2022 è pari a 6,8 per mille abitanti, 0,4 punti in più rispetto al 2019. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, nella sua audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio. Tra le regioni - ha spiegato Chelli - si osserva un ampio divario, con una dotazione particolarmente bassa pari a 5,7 infermieri e ostetriche per mille residenti in Lombardia, Campania e Calabria e a 6,0 in Sicilia, mentre tassi significativamente più elevati si registrano in Molise (8,8), nelle PA di Bolzano e Trento (8,3), in Liguria (8,1) e in Umbria (8,0). Ne abbiamo parlato con Marzio Bartoloni, il Sole 24 Ore.
Ita Airways, stallo nelle trattative e accordo bloccato
Nuovo colpo di scena tra Lufthansa e Ita Airways. Il gruppo tedesco ha chiesto di rivedere al ribasso il prezzo dell'investimento della seconda tranche da 694 milioni dell'aumento di capitale riservato. Si tratterebbe di uno sconto di 10 milioni secondo fonti che seguono il dossier, incassando un secco no dal Mef (socio unico di Ita) : «non siamo disposti a svendere la compagnia» hanno risposto dal Tesoro. Dunque, in assenza di un intesa, l'intera operazione rischia di saltare dopo circa un anno e mezzo di trattative. La richiesta è emersa mentre il ministero dell'Economia e Lufthansa stavano lavorando per inviare alla Commissione europea gli accordi vincolanti siglati con le aviolinee competitor per far fronte alle condizioni poste da Bruxelles con l'obiettivo di assicurare la concorrenza nel trasporto aereo, dopo il matrimonio tra le due compagnie aeree. Ne abbiamo discusso con Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore.
Continua il crollo delle immatricolazioni, Unrae chiede di ripristinare il Fondo automotive
Il mercato auto è ancora in rosso. Nel mese di ottobre sono state immatricolate 126.488 auto, il 9% in meno dello stesso mese dell'anno scorso. Da inizio anno la crescita è dello 0,096% con 1.328.663 auto vendute. La quota di mercato delle elettriche - spiega l'Unrae - è ferma a ottobre al 4% contro il 5,2% di settembre, mentre le ibride plug-in sono stabili al 3,4%, per un totale di elettrificate pari al 7,4%. Nell'andamento negativo dell'automotive emerge la profonda crisi di Stellantis che ha chiuso il mese di ottobre in Italia con 31.924 immatricolazioni, in calo del 27,8% rispetto allo stesso mese del 2023. La quota di mercato scende dal 31,7%. Ne abbiamo discusso con Andrea Cardinali, Direttore generale di Unrae.
Sono sette le proposte per il settore presentate dalla Camera Nazionale della Moda Italiana in vista della legge di bilancio 2025. L'associazione di categoria del settore moda ha fatto richiesta di audizione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati per presentare le proprie proposte inerenti la legge di bilancio in fase di stesura. Le tematiche sulle quali si soffermano le proposte non suonano nuove, ma ripropongono le più urgenti necessità del comparto concentrandosi in particolare sottolinea il presidente di Cnmi Carlo Capasa sul tema della supply chain.
In sintesi, la proposta di Cnmi si concretizzarebbe in "un'autoregolamentazione che coinvolge tutto il settore e che potrebbe rappresentare per la filiera produttiva una svolta normativa radicale".
È intervenuto ai microfoni di Sebastiano Barisoni Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della Moda italiana.
Usa, hanno già votato in 77 milioni su 244 aventi diritto
Rush finale della campagna elettorale per le presidenziali Usa, in una manciata di Stati alla vigilia del giorno delle elezioni. Kamala Harris trascorrerà tutto il lunedì in Pennsylvania, i cui 19 voti elettorali offrono il premio più grande tra gli stati che dovrebbero determinare l esito del collegio elettorale. Donald Trump fa quattro tappe in tre stati, North Carolina, Pennsylvania e Michigan. Finirà a Grand Rapids, dove ha completato le sue prime due campagne. Circa 77 milioni di americani hanno già votato in anticipo su 244 milioni di aventi diritto, ma Harris e Trump stanno spingendo per ottenere molti milioni di sostenitori in più. L affluenza alle elezioni presidenziali è storicamente in crescita: nel 2020 ha raggiunto il 62,8 per cento, il valore più alto da un secolo. Tira aria da record anche stavolta, potrebbero votare più di 160 milioni di persone.
Secondo l'ultimo sondaggio del Nyt Trump ha raggiunto Harris in Pennsylvania, dove entrambi sono al 47% dei consensi. il voto femminile potrebbe ribaltare le aspettative in Iowa, Stato in cui Trump aveva vinto facilmente nel 2016 e nel 2020 e dove ora Harris sarebbe al 47-44% (Reuters). L'attuale vicepresidente ha un vantaggio marginale in Nevada, North Carolina e Wisconsin, mentre il tycoon è in vantaggio in Arizona. I due candidati sarebbero testa a testa in Georgia, Pennsylvania e Michigan.
L'intervento di Alessandro Plateroti, Direttore di NewsMondo.it a Focus Economia.
PNRR con poca trasparenza e a rischio rimodulazione, l'ennesima
Il governo, scrive oggi Repubblica, smonta e rimonta il Pnrr. Per la terza volta in due anni. E deve ammettere, di nuovo, che una parte dei progetti e delle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza non vedrà mai la luce. Ritardi, troppi. Tempo, poco. Ecco perché Raffaele Fitto sta mettendo a punto il piano d emergenza. Una revisione tecnica che sposterà tra 3 e 6 miliardi, dalle misure che non vanno a quelle che sono in grado di assorbire più risorse. Il saldo totale non cambierà: l Italia si impegna a spendere tutti i 194,4 miliardi del suo Piano, è la rassicurazione data alla Commissione europea dal ministro che a dicembre lascerà incarico e deleghe per entrare nella squadra di Ursula von der Leyen.
Per questo il fedelissimo di Giorgia Meloni punta a chiudere la revisione tecnica entro la fine dell anno. E per questo, la settimana scorsa, a valle della visita dei funzionari della Commissione a Roma, ha deciso l accelerazione. La task force della sua Struttura di missione, a Palazzo Chigi, dovrà trovare la quadra sulle modifiche con i tecnici dei ministeri. Tutti, nessuno escluso. La ricomposizione del Piano sarà trasversale, anche se alcuni pagheranno il conto più di altri. Come è avvenuto con la prima revisione, che ha mosso 11 miliardi per finanziare RepowerEU, il nuovo capitolo del Pnrr. È anche in questo pacchetto che andrà a insistere il nuovo rimescolamento degli investimenti.
Sotto osservazione sono finiti i fondi di Transizione 5.0, gestiti dal ministero delle Imprese di Adolfo Urso. I crediti d imposta per le imprese sono legati alla transizione energetica. Il problema nasce proprio qui: da una prima analisi, il tiraggio è basso, tra il 60% e il 70%.
Inoltre, come denuncia Openpolis, del Pnrr si sa poco. Non è chiarissima la catena di comando con l uscita del ministro Raffaele Fitto. Né è chiaro quanto si sia speso dei 194 miliardi di euro, a meno di due anni dal traguardo. Ufficialmente solo il 26%, per metà in incentivi automatici come il Superbonus. Ma quando la Fondazione Openpolis si è appellata al Freedom of Information Act (Foia) per avere i dati dei 263 mila progetti, Palazzo Chigi malgrado la legge non ha risposto: "l esecutivo continua a negare il rilascio di dati importanti, in un momento in cui il piano dovrebbe entrare in una fase decisiva".
Il commento di Luca Dal Poggetto, Analista di Openpolis esperto di Pnrr.
Il 2024 inverte il trend di recupero iniziato dopo il Covid e si conferma come l'anno nero per i produttori italiani dell automotive. Per il 55% delle aziende, come raccontano i dati raccolti dall'Osservatorio che fa capo all Anfia (Associazione delle imprese della filiera automotive) e alla Camera di commercio di Torino, l'anno in corso registra un calo del fatturato e un azienda su tre prevede anche ripercussioni sull'occupazione. L'elemento di maggiore criticità si conferma il mercato interno, un fattore legato perlopiù al calo dei volumi produttivi di Stellantis in Italia, con un saldo tra attese positive e negative a quota -40%.
E sono in linea con i numeri dell'Osservatorio quelli pubblicati oggi da Stellantis: la società ha registrato nel terzo trimestre 2024 ricavi netti in calo del 27% rispetto allo stesso periodo del 2023, per 33 miliardi di euro. Il calo sarebbe "dovuto principalmente a minori consegne e a un mix sfavorevole, oltre all'impatto dei prezzi e dei cambi" a detta di Stellantis. Le consegne consolidate sono 1.148 mila, diminuite di 279 mila unità, cioè del 20% su base annua. Il terzo trimestre ha scontato la cessata produzione di diversi modelli per l'avvio della transizione del portafoglio prodotti a livello globale, la riduzione pianificata delle scorte in Nord America e gli impatti derivanti da un contesto di mercato europeo difficile. Il piano prodotti rimane in linea con l'obiettivo di presentare circa 20 nuovi modelli nel 2024. I vuoti temporanei nella nostra gamma sono dovuti in parte alla trasformazione del portafoglio prodotti, che amplia la copertura del mercato, consolida le piattaforme e offre una flessibilità multi-energy unica.
Il commento di Marco Stella, Vice Presidente e Presidente del Gruppo Componenti ANFIA ai microfoni di Sebastiano Barisoni.
Sapelli tra manovra, desertificazione industriale ed elezioni Usa
Giulio Sapelli, Università Statale Milano, economista, storico e dirigente d'azienda italiano interviene a Focus Economia per fare il punto sulla Legge di Bilancio, lo stato dell'industria italiana e le previsioni di voto del prossimo 5 novembre negli Stati Uniti.
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