RadioNext è il programma settimanale di Radio 24 sulla trasformazione digitale, un confronto sulle tematiche digitali viste con gli occhi dell'imprenditore, del manager, del professionista per capire le opportunità e gli impatti che il cambiamento epocale che stiamo vivendo offre alla nostra classe dirigente.Attraverso il dialogo con un ospite affronteremo i temi specifici del business, i modelli competitivi, gli ostacoli culturali, i nuovi approcci innovativi, le sfide organizzative e la centralità del cliente.
La manutenzione predittiva rappresenta una sfida importante per molte aziende impegnate nell’evoluzione dei propri processi produttivi. L’approccio si basa sulla creazione di gemelli digitali, modelli virtuali che replicano fedelmente impianti, linee produttive o processi. Tuttavia, il valore di questi strumenti risiede nella gestione intelligente dei dati sottostanti: vibrazioni, temperature, velocità e altri parametri raccolti tramite sensori o integrati manualmente. Ne abbiamo parlato, ai microfini di #RadioNext con Alessandro Liani, amministratore delegato di Video Systems.
La possibilità di ampliare il bacino di informazioni includendo dati esterni, come quelli di mercato, può incrementare ulteriormente il realismo e la funzionalità dei gemelli digitali. Immaginatelo applicato all'agricoltura di precisione: analizzando immagini e dati ambientali, è possibile ottimizzare la raccolta e la supply chain, anticipando il comportamento della domanda.
Nel contesto industriale, il controllo qualità ha tratto grande vantaggio dalla visione artificiale combinata all’intelligenza artificiale. Questa integrazione ha raggiunto livelli di affidabilità molto elevati, consentendo un adattamento rapido a lotti produttivi più piccoli e diversificati, senza compromettere la flessibilità. Un aspetto distintivo è l’uso di algoritmi personalizzati, sviluppati internamente o adattati da modelli open source, che evitano soluzioni standardizzate e garantiscono maggiore precisione.
Le principali barriere all’adozione di queste tecnologie risiedono nella gestione dei dati e nella formazione del personale. L’uso di infrastrutture ibride, che combinano cloud interno e strumenti on-premise, offre soluzioni per proteggere la proprietà dei dati. Parallelamente, emerge la necessità di investire nella formazione di figure chiave capaci di dialogare con i partner tecnologici.
In una fase storica in cui il turnover generazionale e la carenza di manodopera qualificata sono sfide centrali, queste soluzioni rappresentano non solo un’opportunità per migliorare produttività e redditività, ma anche un elemento fondamentale per la sostenibilità del sistema manifatturiero.
Buon ascolto!
L'industria manifatturiera italiana si trova di fronte a un percorso importante di cambiamento, guidata dall'adozione di tecnologie digitali e dall'evoluzione dei processi produttivi. L'esperienza di MT, azienda romagnola attiva nel settore degli utensili motorizzati, offre uno spaccato significativo di questa trasformazione.
Gianluca Marchetti, erede della famiglia fondatrice, racconta come la sua azienda abbia saputo abbracciare l'Industria 4.0, interconnettendo il proprio parco macchine e sfruttando l'analisi dei dati per migliorare l'efficienza produttiva. Questo processo non è stato semplice, richiedendo un cambio di mentalità e l'inserimento di nuove figure professionali.
Il ruolo cruciale dei dati e della loro analisi è emerso con chiarezza. MT ha sviluppato sistemi interni per monitorare in tempo reale i processi, condividendo le informazioni con i clienti per una maggiore trasparenza. Strumenti come l'Intelligenza Artificiale hanno inoltre permesso di analizzare rapidamente grandi moli di dati, ottimizzando ulteriormente la produzione.
Tuttavia, la sfida più importante affrontata da MT riguarda le risorse umane. Il passaggio a una produzione più automatizzata e digitale richiede competenze in ambito IT e meccanico che spesso scarseggiano, soprattutto tra i giovani. L'azienda ha dovuto investire in programmi di formazione e sensibilizzazione per accompagnare i dipendenti in questo cambiamento.
La difficoltà nel trovare figure adeguatamente formate è un problema diffuso nell'industria manifatturiera italiana, che fatica a attrarre i giovani. Come testimoniano le iniziative di MT, il settore deve lavorare per riconquistare l'appeal tra le nuove generazioni, valorizzando le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale.
Per scoprire la storia completa di questa realtà tutta italiana, non vi resta che seguirci. Buon ascolto!
Nell'industria nautica, la manifattura additiva sta emergendo come tecnologia abilitante per la trasformazione digitale del settore. Ce ne ha parlato in quest'ultima puntata di #RadioNext Francesco Belvisi, CTO e Founder di Nugae , azienda specializzata nella stampa 3D di grandi dimensioni per componenti nautiche, evidenzia le opportunità di innovazione nei processi produttivi tradizionali. La tecnologia permette di realizzare componenti personalizzate e pezzi unici senza gli elevati investimenti e i lunghi tempi di produzione tipici dei metodi convenzionali, offrendo al contempo una significativa riduzione degli sprechi di materiale.
Il mercato sta mostrando segnali di crescente interesse verso queste soluzioni, con una domanda che proviene sia dai cantieri navali sia dai proprietari di imbarcazioni. Le applicazioni spaziano dalla produzione di componenti strutturali, come una pilot house di 6 metri, alla realizzazione di parti di ricambio. La tecnologia consente anche l'integrazione di funzionalità multiple in un singolo componente, come l'inclusione di condotti per aria condizionata e passacavi, ottimizzando il design e riducendo la complessità dell'assemblaggio.
Dal punto di vista dei materiali, l'azienda utilizza granulati invece dei tradizionali filamenti, sviluppando formulazioni specifiche con partner del settore delle materie plastiche. I materiali impiegati includono compositi rinforzati con fibra di carbonio o vetro, con basi in policarbonato, nylon, ABS o ASA, selezionati per la loro resistenza agli agenti marini.
La digitalizzazione dei processi produttivi nel settore nautico sta aprendo nuove prospettive per l'ottimizzazione della supply chain, in particolare per la gestione dei ricambi. La possibilità di produrre componenti on-demand attraverso file digitali potrebbe ridurre significativamente i tempi di fermo delle imbarcazioni e i costi logistici. Questa evoluzione tecnologica si sta allineando con le competenze artigianali tradizionali, creando un modello produttivo che combina personalizzazione, efficienza e sostenibilità.
Nel contesto della crescente digitalizzazione dei servizi finanziari, Upside Town rappresenta un esempio di come la tecnologia stia trasformando il settore immobiliare e gli investimenti correlati. La piattaforma, come evidenziato dal CEO Luigi Ucci ai microfoni di Radio Next, opera come fintech vigilata specializzata nella validazione e nel finanziamento di progetti immobiliari, offrendo alle imprese un canale alternativo per la raccolta di capitali.
Il modello operativo si basa su un processo completamente digitale che integra due componenti fondamentali: una rigorosa due diligence dei progetti, che include valutazioni di sostenibilità economica e conformità normativa, e un sistema di raccolta fondi attraverso equity crowdfunding regolamentato secondo gli standard ESMA. La piattaforma opera sotto la vigilanza di Consob e Banca d'Italia, con garanzie patrimoniali e assicurative che superano il milione e mezzo di euro.
L'aspetto più rilevante per le aziende è la possibilità di accedere a forme di finanziamento complementari al credito bancario tradizionale, con un impatto positivo sul costo complessivo del capitale. Il caso presentato di un progetto immobiliare a Roma, completato in 5 mesi e mezzo con un rendimento del 21% su base annua, evidenzia le potenzialità di questo approccio in termini di velocità di esecuzione e rendimento.
Un elemento di particolare interesse emerge nella possibilità di valorizzare asset immobiliari sottoutilizzati, come nel caso degli spazi ufficio resi ridondanti dallo smart working. La piattaforma permette di trasformare questi asset da centri di costo in opportunità di sviluppo, senza necessità di impiegare capitale proprio, generando benefici sia diretti che indiretti per l'economia locale e contribuendo al rinnovamento del patrimonio immobiliare in chiave sostenibile.
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L'innovazione tecnologica sta trasformando anche settori tradizionalmente considerati meno propensi al cambiamento, come quello della ceramica. L'esperienza della Cooperativa Ceramica di Imola, raccontata dal direttore della logistica Andrea Buscaroli, ci permette di fare una riflessione su come l'adozione di nuove tecnologie possa ottimizzare i processi e migliorare l'efficienza operativa.
Nel 2020, l'azienda ha introdotto la tecnologia RTLS (Real Time Location System) nel proprio magazzino spedizioni. Questo sistema permette la tracciabilità in tempo reale di oggetti come carrelli e palette, consentendo un controllo più accurato delle scorte e dei flussi logistici. L'implementazione ha portato all'eliminazione della documentazione cartacea e alla creazione di cruscotti con KPI che permettono di anticipare problematiche legate a picchi di lavoro e di allocare le risorse in modo più efficiente.
L'introduzione di questa innovazione in uno stabilimento di oltre 500.000 metri quadri è stata realizzata gradualmente, senza interrompere le attività di spedizione. Il processo ha richiesto diversi mesi e ha coinvolto la scelta di partner logistici adeguati e l'installazione di infrastrutture come GPS e reti Wi-Fi nel piazzale esterno. Un aspetto cruciale è stato il coinvolgimento del personale fin dalle prime fasi del progetto, che ha permesso di superare le potenziali resistenze al cambiamento.
Guardando al futuro del settore ceramico, Andrea Buscaroli prevede un'ulteriore evoluzione tecnologica, con l'introduzione dell'intelligenza artificiale e di sistemi robotici per la movimentazione dei materiali. Questi sviluppi potrebbero rispondere alle sfide poste dalla crescente dimensione e leggerezza dei prodotti ceramici, che rendono il picking manuale sempre più complesso.
L'adozione di tecnologie avanzate come i robot antropomorfi solleva questioni relative ai costi di investimento e al loro ammortamento. Tuttavia, nonostante gli elevati costi iniziali, i benefici in termini di cicli di lavoro continui e di riorganizzazione dei team di lavoro potrebbero giustificare tali investimenti nel medio termine.
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L'innovazione tecnologica sta rimodellando il settore energetico, come dimostra l'esperienza di Octopus Energy. Nella nuova puntata di #RadioNext, Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy Italia, ci ha raccontato come l'azienda abbia trasformato una necessità interna in un'opportunità di business rivoluzionaria.
Al centro di questa trasformazione c'è Kraken, una piattaforma software sviluppata internamente per gestire tutti gli aspetti dell'attività energetica. Ciò che inizialmente era uno strumento per migliorare l'efficienza operativa di Octopus è diventato un prodotto di successo offerto ad altre aziende del settore, inclusi i concorrenti diretti.
Giorgio Tomassetti sottolinea i vantaggi significativi offerti da Kraken: una riduzione dei costi operativi fino al 40% e un notevole aumento della soddisfazione dei clienti. La piattaforma, che ora gestisce 54 milioni di account in tutto il mondo, sta rapidamente diventando uno standard nel settore.
L'approccio di Octopus Energy solleva interrogativi interessanti sulla gestione di modelli di business apparentemente contrastanti all'interno della stessa organizzazione. Per risolvere questa potenziale dicotomia conflittuale, l'azienda ha implementato una separazione funzionale per garantire la sicurezza dei dati e l'integrità operativa, pur mantenendo i vantaggi derivanti dalla sinergia tra i due rami dell'attività.
Ma quanto è importante lavorare con un mindset flessibile e aperto all'innovazione? La decisione di rendere disponibile la propria tecnologia proprietaria ai concorrenti richiede un cambiamento di prospettiva, ma può portare a opportunità di crescita significative.
L'esperienza di Octopus Energy evidenzia come, con la giusta visione e flessibilità e un pizzico di serendipity, le sfide operative interne possano trasformarsi in opportunità di mercato rivoluzionarie, ridefinendo i confini tradizionali del settore.
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L'evoluzione tecnologica sta trasformando profondamente il settore della logistica e della supply chain, offrendo nuove opportunità per migliorare l'efficienza e il servizio al cliente. Nella chiacchierata di questa settimana la professoressa Valeria Belvedere dell'Università Cattolica di Milano ha delineato lo stato dell'arte delle tecnologie abilitanti nel campo dei trasporti e della gestione logistica.
Partendo dai sistemi di Transportation Management (TMS), ormai standard consolidato per l'ottimizzazione dei percorsi e la pianificazione delle consegne, Valeria ha evidenziato l'importanza crescente di soluzioni più avanzate. Tra queste, i sistemi di Dock Management consentono di prenotare slot temporali per le operazioni di carico e scarico, riducendo i tempi di attesa e migliorando l'efficienza complessiva. Complementari a questi, i sistemi di Yard Management monitorano i movimenti dei veicoli all'interno dei centri logistici, garantendo sicurezza e ottimizzazione dei flussi.
Un ambito particolarmente interessante è quello delle tecnologie indossabili, che stanno rivoluzionando le operazioni di magazzino. Dal voice picking, che permette agli operatori di ricevere istruzioni audio mentre si muovono a mani libere, si è passati a soluzioni di realtà aumentata come gli smart glasses. Questi dispositivi proiettano informazioni direttamente nel campo visivo dell'operatore, velocizzando le operazioni e riducendo gli errori. Applicazioni simili stanno emergendo anche nel settore dei trasporti, con sistemi che assistono gli autotrasportatori fornendo indicazioni di navigazione senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Tuttavia, l'introduzione di queste tecnologie solleva questioni importanti riguardo all'impatto sul lavoro umano. La nostra ospite ha sottolineato come spesso la reazione iniziale sia di diffidenza, con il timore che la tecnologia possa sostituire la manodopera. È fondamentale, quindi, comunicare efficacemente i benefici di queste soluzioni, che possono alleggerire compiti fisicamente gravosi e pericolosi, migliorando le condizioni di lavoro.
In questo contesto, il reskilling emerge come una necessità cruciale. Il settore richiede personale sempre più qualificato, capace di gestire tecnologie sofisticate. La sfida è far comprendere, soprattutto ai giovani diplomati, che l'industria e la logistica offrono opportunità di carriera stimolanti e intellettualmente appaganti. Mentre la tecnologia continua a ridefinire il panorama della logistica e della supply chain, diventa essenziale bilanciare l'innovazione con le esigenze e le capacità del personale, creando un ambiente di lavoro più efficiente, sicuro e gratificante.
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L'additive manufacturing sta emergendo come una tecnologia chiave in grado di rivoluzionare numerosi settori industriali, dalla nautica all'aerospazio. Abbiamo incontrato al Salone Nautico di Genova Andrea Biraghi, Business Unit Director Additive and Composite del gruppo Camozzi, che ci ha raccontato le potenzialità e le applicazioni di questa innovativa tecnica produttiva.
L'additive manufacturing, comunemente noto come stampa 3D, consente la realizzazione di componenti complessi su larga scala utilizzando materiali termoplastici e metallici. Camozzi si distingue per la capacità di produrre oggetti di grandi dimensioni, con stampanti in grado di lavorare il metallo fino a 17x5x4 metri e i polimeri fino a 12x4x3 metri. Questa tecnologia trova applicazione in settori dove la personalizzazione, la riduzione dei costi e tempi di produzione, e la creazione di geometrie complesse sono cruciali.
Tra i settori trainanti, Andrea Biraghi cita l'aerospaziale, dove la necessità di componenti leggeri e ad alte prestazioni è primaria. L'automotive, specialmente nel racing, beneficia della prototipazione rapida e della produzione di parti personalizzate. Nel campo medico, l'additive manufacturing permette la creazione di protesi su misura e modelli anatomici per la pianificazione chirurgica. Il settore della difesa sta esplorando la produzione on-site per superare le sfide logistiche in luoghi remoti.
Un esempio notevole dell'applicazione di questa tecnologia è il sistema di pulizia e manutenzione installato sul nuovo Ponte Renzo Piano di Genova, realizzato in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia. Inoltre, Camozzi ha contribuito alla creazione di un modulo Space Habitat, una delle più grandi strutture monolitiche in polimero realizzate in 3D, pensata per simulare la vita nello spazio.
Guardando al futuro, Biraghi prevede una crescita significativa nel settore navale e marittimo, dove l'additive manufacturing potrebbe rivoluzionare i metodi costruttivi tradizionali e soddisfare la crescente domanda di personalizzazione da parte degli armatori.
La digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. L'integrazione tra additive manufacturing e tecnologie digitali sta trasformando la catena di approvvigionamento, consentendo la produzione delocalizzata basata sulla trasmissione di file digitali anziché sulla spedizione di componenti fisici. Questo approccio promette di ridurre gli stock e ottimizzare la logistica.
Da non sottovalutare infine l'importanza della sostenibilità nell'additive manufacturing. La tecnologia, intrinsecamente a basso spreco, combinata con la digitalizzazione, permette un controllo completo del ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione al riciclo, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale e ottimizzare l'uso delle risorse.
Buon ascolto!
E torniamo a parlare di Generative AI. Nella nostra intervista di oggi Ludovico Diaz amministratore delegato di NTT Data Italia, ha condiviso con noi alcuni interessanti spunti su come le aziende possano cavalcare questa rivoluzione tecnologica.
Ludovico ha evidenziato l'importanza degli investimenti di NTT Data nello sviluppo di un proprio Large Language Model (LLM). Questa mossa strategica non è solo una dimostrazione di capacità tecniche, ma anche un'opportunità per comprendere a fondo le implicazioni etiche e pratiche dell'IA generativa. L'approccio di NTT Data sottolinea la necessità per le aziende di acquisire competenze pratiche nell'IA, non solo per utilizzarla efficacemente, ma anche per farlo in modo responsabile ed etico. Questo know-how può tradursi in un vantaggio competitivo significativo, permettendo alle aziende di implementare soluzioni IA più efficaci e affidabili.
Proseguendo nella chiacchierata, Ludovico suggerisce che la chiave del successo sarà la capacità di selezionare e implementare il modello più adatto per ciascuna specifica applicazione. Questo scenario prefigura un mercato dell'IA più diversificato e competitivo, dove la specializzazione e l'adattabilità giocheranno un ruolo cruciale. Per le aziende, questo significa la possibilità di scegliere soluzioni IA su misura per le proprie esigenze specifiche, ottimizzando così l'efficienza e l'efficacia delle loro operazioni.
L'intervista ha anche toccato il tema dell'innovazione hardware, con il progetto IOWN (Intelligent Optical and Wireless Network) di NTT Data. Questa iniziativa, che mira a rivoluzionare l'informatica utilizzando fotoni invece di elettroni, evidenzia l'importanza di considerare non solo gli aspetti software dell'IA, ma anche le infrastrutture che la supportano. Il focus sulla sostenibilità e sull'efficienza energetica di questo progetto riflette una crescente consapevolezza dell'impatto ambientale delle tecnologie digitali. Per le aziende, l'adozione di tali tecnologie potrebbe portare a significative riduzioni dei costi energetici e a un miglioramento della loro impronta ecologica.
Il nostro intervistato ha enfatizzato la necessità per le aziende di intraprendere quella che NTT Data chiama "AI metamorfosi", un processo di trasformazione olistica che coinvolge l'intera organizzazione. Questo approccio suggerisce che l'adozione dell'IA non dovrebbe essere vista come un semplice aggiornamento tecnologico, ma come un cambiamento culturale e operativo profondo.
L'intervista ha inoltre sottolineato l'importanza delle competenze umane nell'era dell'IA. Secondo Ludovico, l'abilità di porre le domande giuste e di interpretare criticamente le risposte fornite dall'IA sarà fondamentale. Questo punto di vista suggerisce un futuro in cui le discipline umanistiche e le competenze comunicative acquisiranno un valore crescente, affiancando e implementando le capacità tecniche. Per le aziende, investire nello sviluppo di queste competenze può portare a un utilizzo più efficace dell'IA, migliorando la capacità di problem-solving e l'innovazione all'interno dell'organizzazione.
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