RadioNext è il programma settimanale di Radio 24 sulla trasformazione digitale, un confronto sulle tematiche digitali viste con gli occhi dell'imprenditore, del manager, del professionista per capire le opportunità e gli impatti che il cambiamento epocale che stiamo vivendo offre alla nostra classe dirigente.Attraverso il dialogo con un ospite affronteremo i temi specifici del business, i modelli competitivi, gli ostacoli culturali, i nuovi approcci innovativi, le sfide organizzative e la centralità del cliente.
Il marketing del 2025 è stato al centro della doppia puntata di chiusura d'anno di #RadioNext, con un confronto che ha visto protagonisti Giulia Staffieri, direttore marketing e omnichannel di Leroy Merlin, Claudia Vassena, direttore sales e marketing di Intesa San Paolo, Benedetta Flammini, direttore marketing e communication di WWF Italia, e Fabio Sergio, Chief Design Officer di Accenture Song Italia.
Questo confronto commenta i contenuti dell'ultima edizione della Marketing Playlist 2024 di Accenture Song, un'iniziativa che raccoglie le riflessioni dei principali direttori marketing italiani sui trend più rilevanti per il prossimo futuro.
Guardando al 2025 emergono tre pilastri fondamentali che ridefiniscono il modo in cui le aziende si relazionano con i propri clienti e stakeholder. Il primo elemento chiave è il "beyond the core", ovvero la capacità delle aziende di espandere il proprio raggio d'azione oltre il core business tradizionale, adottando un approccio ecosistemico. Come evidenziato da Claudia Vassena, questo significa mettere in discussione le pratiche consolidate e cercare nuove opportunità di collaborazione con partner che condividono valori simili, come dimostrato dal caso della fusione tra Intesa San Paolo Casa e Onpal nel settore immobiliare.
Il secondo pilastro è il "doing good", che rappresenta l'evoluzione dei temi ESG e della sostenibilità. Non si tratta più solo di rispettare determinati parametri, ma di integrare questi principi nel DNA aziendale per generare una crescita che bilanci obiettivi economici, sociali e ambientali. Questo approccio richiede un ripensamento dei modelli di business tradizionali e delle metriche di successo.
Il terzo elemento è il "measuring the new", che affronta la sfida di misurare l'efficacia delle interazioni digitali in un contesto sempre più complesso. Come sottolineato da Giulia Staffieri, si sta passando da un approccio lineare basato sul funnel tradizionale a un modello più fluido e circolare, il "messy middle", dove il cliente si muove in modo non prevedibile tra diversi touchpoint. Questo richiede nuovi strumenti e metriche per comprendere e rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti.
Per le aziende, questi trend rappresentano sia una sfida che un'opportunità per ripensare le proprie strategie di marketing in modo più olistico e orientato al futuro. Il documento completo, disponibile gratuitamente sul sito di Accenture Song, offre approfondimenti e linee guida per navigare questa trasformazione.
La digitalizzazione in Italia si trova in una fase critica, dove le sfide superano ancora di gran lunga i progressi tangibili. Durante un'intervista con Giulia Pastorella, deputata e esperta di tematiche digitali, è emerso un panorama complesso, fatto di normative frammentate, difficoltà nell'adozione tecnologica e carenze strutturali che continuano a limitare il potenziale delle imprese e del settore pubblico.
Uno dei temi principali trattati riguarda la frammentazione tra il mondo politico e quello aziendale. Da un lato, la regolamentazione europea, come la NIS2 e l'AI Act, introduce paletti necessari, ma spesso anticipa in modo parziale e incoerente le direttive, creando confusione e carichi burocratici per le imprese. Dall'altro, manca una strategia nazionale chiara e operativa che favorisca l'adozione delle tecnologie innovative nel tessuto produttivo. Le normative attuali impongono alle aziende di dedicare fino al 30% delle loro risorse alla compliance, riducendo le energie per l'innovazione e la crescita.
L'interoperabilità dei sistemi e la digitalizzazione della pubblica amministrazione rappresentano un altro nodo cruciale. La mancanza di un approccio user-centric e la difficoltà nel centralizzare o rendere interoperabili i dati frenano lo sviluppo di servizi efficienti per i cittadini e le aziende. Il risultato è una PA che non riesce a competere con gli standard del settore privato, nonostante esperimenti positivi come l'App IO.
In un contesto in cui il sud Italia potrebbe giocare un ruolo strategico, ad esempio come hub per i data center grazie alla disponibilità di energia e infrastrutture, le barriere normative e l'assenza di una regia nazionale limitano le opportunità di sviluppo. Allo stesso modo, il divario di competenze e infrastrutture tra nord e sud rimane un problema irrisolto, nonostante i fondi del PNRR e le iniziative frammentarie.
Il messaggio centrale è chiaro: per le imprese, il contesto normativo e operativo italiano rappresenta una sfida importante. È necessario un equilibrio tra regolamentazione e supporto all'adozione, nonché una maggiore attenzione all'efficienza e alla semplificazione. In un momento in cui l'Europa spinge per una maggiore condivisione e valorizzazione dei dati, l'Italia rischia di rimanere indietro, penalizzando le aziende che cercano di innovare in un mercato già competitivo.
Il panorama degli analytics sta evolvendo rapidamente, riflettendo il cambiamento delle abitudini dei consumatori e l'impatto delle tecnologie emergenti sui modelli di business. Come evidenziato nella puntata di questa settimana, che ha visto come ospiti Pierre Casanova, Head of Corporate Development Global e Marco Ferraris, Country Manager italia e Iberia di Contentsquare, le aziende affrontano oggi una serie di sfide che richiedono un ripensamento strategico della customer experience, soprattutto nella convergenza tra il mondo digitale e quello fisico.
Sapevate che il traffico di internet è ormai stagnante? Non cresce più. È un segnale che impone a chi opera nell’e-commerce di riconsiderare le proprie strategie, integrando maggiormente le esperienze online e offline. Dopo il COVID-19, molti player stanno cercando di riportare i clienti nei negozi fisici, evidenziando una necessità di connessione più umana e tangibile. Tuttavia, il divario di conversione tra online e offline resta ampio, con il 3% sul digitale contro il 25% nei punti vendita, una distanza attribuibile a problemi tecnici e a frizioni nell’esperienza utente che coinvolgono fino al 40% delle sessioni online.
Questa difficoltà di allineamento tra team retail e digital, spesso organizzati in silos, è stata storicamente un ostacolo. Ma oggi la tecnologia consente una visione integrata a 360 gradi dell'experience, offrendo opportunità di misurazione e miglioramento. L'intelligenza artificiale emerge come una risorsa fondamentale: non solo per semplificare l'interpretazione dei dati, rendendola accessibile a tutta l'organizzazione, ma anche per predire e rispondere in modo proattivo ai micro-segnali generati dagli utenti.
Le aziende italiane, in particolare le piccole e medie imprese, si trovano in una fase di transizione. Se da un lato il tessuto economico del retail, del fashion e del luxury favorisce una maggiore attenzione alla customer experience, il B2B inizia solo ora a cogliere le potenzialità degli analytics, spinto dalla necessità di maggiore completezza informativa nelle relazioni commerciali. Tuttavia, la capacità di integrare i dati tra i vari touchpoint aziendali, inclusi ERP e sistemi di magazzino, è ancora limitata, rallentando l'adozione di modelli realmente data-driven.
Consideriamo, in chiusura, per un attimo l'impatto dell'AI nei processi decisionali: non si limita alla semplificazione, ma diventa una leva per trasformare i dati in azioni strategiche. Questo approccio appare particolarmente critico in settori più avanzati come il retail, dove l'adozione del mobile è in forte crescita, mentre in ambiti più tradizionali come l’energy, le utility e l’assicurativo, il ritardo nell'utilizzo degli analytics rappresenta ancora una barriera significativa.
Il cammino verso un ecosistema integrato tra online e offline richiede investimenti, competenze e una visione a lungo termine. Le aziende che sapranno combinare intuizione manageriale e decisioni basate sui dati potranno posizionarsi meglio in un mercato sempre più complesso e competitivo.
Il 5G rappresenta un punto di svolta tecnologico per il settore industriale, ma la sua implementazione procede a velocità diverse tra il mondo consumer e quello corporate. Da un lato, si contano già miliardi di utenti coperti dal 5G, dall’altro, il panorama industriale fatica ad adottare pienamente questa tecnologia come elemento abilitante per nuovi modelli di business e processi. La discrepanza deriva sia da questioni tecniche sia da fattori strategici e culturali. Ne abbiamo parlato, in questa puntata di #RadioNext con Riccardo Mascolo, direttore responsabile per le strategie del 5G per l'industria in Italia, Sud-Est Mediterraneo ed Eurasia di Ericsson.
Il 5G è stato progettato specificamente per supportare casi d'uso industriali, offrendo velocità, latenza ridotta e una capacità di connettività avanzata. Tuttavia, molte imprese, soprattutto in Italia, non hanno ancora incluso questa tecnologia nelle loro strategie di digitalizzazione. Un tema cruciale è l'integrazione del 5G come piattaforma per creare una roadmap di innovazione, che potrebbe abilitare soluzioni come i digital twin, la gestione avanzata della logistica e l'automazione basata su dati in tempo reale.
Le difficoltà, però, sono tangibili. In Italia, l’elevato costo delle frequenze ha limitato le possibilità di investimento degli operatori per il roll-out delle reti. Inoltre, la mancanza di una cultura dell’innovazione e di una chiara percezione dei benefici offerti dal 5G frena le aziende. Questo ritardo potrebbe tradursi in un gap competitivo significativo rispetto ai Paesi che stanno avanzando più velocemente.
Esempi concreti mostrano il potenziale del 5G nel generare valore. Dal porto di Tuas a Singapore, che ha integrato il 5G per ottimizzare la logistica e la gestione dei droni, al cantiere navale di Ferrol in Spagna, dove l’augmented reality supporta la precisione nella costruzione di navi. Anche nel settore manifatturiero, progetti come la Mercedes Factory 56 dimostrano come il 5G possa rivoluzionare l’organizzazione delle linee produttive, eliminando i vincoli infrastrutturali dei cavi tradizionali.
Per il contesto italiano, l’adozione del 5G potrebbe rivelarsi altrettanto strategica per le piccole e medie imprese, grazie a soluzioni scalabili come il network slicing e le reti ibride. Queste opzioni permettono di creare connettività specializzata, mantenendo sicurezza e segregazione dei dati. Tuttavia, per massimizzare i benefici, è indispensabile che le imprese adottino una visione a lungo termine, utilizzando il 5G non come soluzione isolata ma come piattaforma per abilitare una serie di use case integrati.
L’innovazione richiede coraggio e una pianificazione strategica. Ritardare l'adozione potrebbe significare perdere opportunità di crescita e competitività. L’Italia è chiamata a una riflessione strategica per superare le barriere culturali e infrastrutturali che ancora ostacolano il pieno sfruttamento del potenziale del 5G.
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Nel corso dell'intervista con Alberto Selmi, amministratore delegato di Laminam, abbiamo affrontato il tema della digitalizzazione e di come l'innovazione sia radicata nel DNA dell'azienda, evidenziando il ruolo centrale della tecnologia nella produzione e nel rapporto con i clienti. Laminam ha sviluppato la categoria delle grandi lastre ceramiche, proponendo superfici di dimensioni maggiori rispetto alle tradizionali ceramiche, con l'obiettivo di coprire qualsiasi superficie architettonica, dagli edifici ai mobili. L'integrazione con il mondo dell'architettura e la digitalizzazione del processo produttivo sono aspetti fondamentali per l'azienda, che punta ad offrire soluzioni innovative e su misura per i propri clienti.
Un punto interessante emerso riguarda la co-creazione con i clienti, un processo nel quale Laminam mette a disposizione la propria competenza tecnologica e le materie prime, collaborando con architetti e progettisti per realizzare soluzioni uniche e personalizzate. Questo approccio non si limita alla creazione di nuovi prodotti ma coinvolge anche la ricerca di nuove texture e finiture, per rispondere in modo mirato alle richieste del mercato. La capacità di dialogare direttamente con il consumatore finale rappresenta un altro importante passo per Laminam, soprattutto per prodotti come i piani da cucina, che vedono la partecipazione attiva dei clienti nella fase di scelta. Questo ha comportato un adattamento interno all'azienda per poter rispondere alle esigenze di piccoli lotti e richieste specifiche.
Alberto ha anche affrontato il tema della sostenibilità, sottolineando come l'azienda sia impegnata nella produzione di superfici sottilissime, di soli 2 mm, con l'obiettivo di creare prodotti altamente sostenibili e duraturi. La visione di Laminam è quella di proporre soluzioni che vadano oltre il concetto di riciclo, puntando su prodotti che possano durare nel tempo. Il contributo dell'intelligenza artificiale è stato un altro punto di discussione rilevante: Laminam utilizza l'AI per aumentare la produttività e supportare la creatività, pur mantenendo un equilibrio con il contributo umano, essenziale per preservare l'identità del marchio.
La chiacchierata ha messo anche in luce l'importanza dell'apertura verso nuovi talenti, con un invito ai giovani con idee innovative a unirsi all'azienda.
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La manutenzione predittiva rappresenta una sfida importante per molte aziende impegnate nell’evoluzione dei propri processi produttivi. L’approccio si basa sulla creazione di gemelli digitali, modelli virtuali che replicano fedelmente impianti, linee produttive o processi. Tuttavia, il valore di questi strumenti risiede nella gestione intelligente dei dati sottostanti: vibrazioni, temperature, velocità e altri parametri raccolti tramite sensori o integrati manualmente. Ne abbiamo parlato, ai microfini di #RadioNext con Alessandro Liani, amministratore delegato di Video Systems.
La possibilità di ampliare il bacino di informazioni includendo dati esterni, come quelli di mercato, può incrementare ulteriormente il realismo e la funzionalità dei gemelli digitali. Immaginatelo applicato all'agricoltura di precisione: analizzando immagini e dati ambientali, è possibile ottimizzare la raccolta e la supply chain, anticipando il comportamento della domanda.
Nel contesto industriale, il controllo qualità ha tratto grande vantaggio dalla visione artificiale combinata all’intelligenza artificiale. Questa integrazione ha raggiunto livelli di affidabilità molto elevati, consentendo un adattamento rapido a lotti produttivi più piccoli e diversificati, senza compromettere la flessibilità. Un aspetto distintivo è l’uso di algoritmi personalizzati, sviluppati internamente o adattati da modelli open source, che evitano soluzioni standardizzate e garantiscono maggiore precisione.
Le principali barriere all’adozione di queste tecnologie risiedono nella gestione dei dati e nella formazione del personale. L’uso di infrastrutture ibride, che combinano cloud interno e strumenti on-premise, offre soluzioni per proteggere la proprietà dei dati. Parallelamente, emerge la necessità di investire nella formazione di figure chiave capaci di dialogare con i partner tecnologici.
In una fase storica in cui il turnover generazionale e la carenza di manodopera qualificata sono sfide centrali, queste soluzioni rappresentano non solo un’opportunità per migliorare produttività e redditività, ma anche un elemento fondamentale per la sostenibilità del sistema manifatturiero.
Buon ascolto!
L'industria manifatturiera italiana si trova di fronte a un percorso importante di cambiamento, guidata dall'adozione di tecnologie digitali e dall'evoluzione dei processi produttivi. L'esperienza di MT, azienda romagnola attiva nel settore degli utensili motorizzati, offre uno spaccato significativo di questa trasformazione.
Gianluca Marchetti, erede della famiglia fondatrice, racconta come la sua azienda abbia saputo abbracciare l'Industria 4.0, interconnettendo il proprio parco macchine e sfruttando l'analisi dei dati per migliorare l'efficienza produttiva. Questo processo non è stato semplice, richiedendo un cambio di mentalità e l'inserimento di nuove figure professionali.
Il ruolo cruciale dei dati e della loro analisi è emerso con chiarezza. MT ha sviluppato sistemi interni per monitorare in tempo reale i processi, condividendo le informazioni con i clienti per una maggiore trasparenza. Strumenti come l'Intelligenza Artificiale hanno inoltre permesso di analizzare rapidamente grandi moli di dati, ottimizzando ulteriormente la produzione.
Tuttavia, la sfida più importante affrontata da MT riguarda le risorse umane. Il passaggio a una produzione più automatizzata e digitale richiede competenze in ambito IT e meccanico che spesso scarseggiano, soprattutto tra i giovani. L'azienda ha dovuto investire in programmi di formazione e sensibilizzazione per accompagnare i dipendenti in questo cambiamento.
La difficoltà nel trovare figure adeguatamente formate è un problema diffuso nell'industria manifatturiera italiana, che fatica a attrarre i giovani. Come testimoniano le iniziative di MT, il settore deve lavorare per riconquistare l'appeal tra le nuove generazioni, valorizzando le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale.
Per scoprire la storia completa di questa realtà tutta italiana, non vi resta che seguirci. Buon ascolto!
Nell'industria nautica, la manifattura additiva sta emergendo come tecnologia abilitante per la trasformazione digitale del settore. Ce ne ha parlato in quest'ultima puntata di #RadioNext Francesco Belvisi, CTO e Founder di Nugae , azienda specializzata nella stampa 3D di grandi dimensioni per componenti nautiche, evidenzia le opportunità di innovazione nei processi produttivi tradizionali. La tecnologia permette di realizzare componenti personalizzate e pezzi unici senza gli elevati investimenti e i lunghi tempi di produzione tipici dei metodi convenzionali, offrendo al contempo una significativa riduzione degli sprechi di materiale.
Il mercato sta mostrando segnali di crescente interesse verso queste soluzioni, con una domanda che proviene sia dai cantieri navali sia dai proprietari di imbarcazioni. Le applicazioni spaziano dalla produzione di componenti strutturali, come una pilot house di 6 metri, alla realizzazione di parti di ricambio. La tecnologia consente anche l'integrazione di funzionalità multiple in un singolo componente, come l'inclusione di condotti per aria condizionata e passacavi, ottimizzando il design e riducendo la complessità dell'assemblaggio.
Dal punto di vista dei materiali, l'azienda utilizza granulati invece dei tradizionali filamenti, sviluppando formulazioni specifiche con partner del settore delle materie plastiche. I materiali impiegati includono compositi rinforzati con fibra di carbonio o vetro, con basi in policarbonato, nylon, ABS o ASA, selezionati per la loro resistenza agli agenti marini.
La digitalizzazione dei processi produttivi nel settore nautico sta aprendo nuove prospettive per l'ottimizzazione della supply chain, in particolare per la gestione dei ricambi. La possibilità di produrre componenti on-demand attraverso file digitali potrebbe ridurre significativamente i tempi di fermo delle imbarcazioni e i costi logistici. Questa evoluzione tecnologica si sta allineando con le competenze artigianali tradizionali, creando un modello produttivo che combina personalizzazione, efficienza e sostenibilità.
Nel contesto della crescente digitalizzazione dei servizi finanziari, Upside Town rappresenta un esempio di come la tecnologia stia trasformando il settore immobiliare e gli investimenti correlati. La piattaforma, come evidenziato dal CEO Luigi Ucci ai microfoni di Radio Next, opera come fintech vigilata specializzata nella validazione e nel finanziamento di progetti immobiliari, offrendo alle imprese un canale alternativo per la raccolta di capitali.
Il modello operativo si basa su un processo completamente digitale che integra due componenti fondamentali: una rigorosa due diligence dei progetti, che include valutazioni di sostenibilità economica e conformità normativa, e un sistema di raccolta fondi attraverso equity crowdfunding regolamentato secondo gli standard ESMA. La piattaforma opera sotto la vigilanza di Consob e Banca d'Italia, con garanzie patrimoniali e assicurative che superano il milione e mezzo di euro.
L'aspetto più rilevante per le aziende è la possibilità di accedere a forme di finanziamento complementari al credito bancario tradizionale, con un impatto positivo sul costo complessivo del capitale. Il caso presentato di un progetto immobiliare a Roma, completato in 5 mesi e mezzo con un rendimento del 21% su base annua, evidenzia le potenzialità di questo approccio in termini di velocità di esecuzione e rendimento.
Un elemento di particolare interesse emerge nella possibilità di valorizzare asset immobiliari sottoutilizzati, come nel caso degli spazi ufficio resi ridondanti dallo smart working. La piattaforma permette di trasformare questi asset da centri di costo in opportunità di sviluppo, senza necessità di impiegare capitale proprio, generando benefici sia diretti che indiretti per l'economia locale e contribuendo al rinnovamento del patrimonio immobiliare in chiave sostenibile.
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L'innovazione tecnologica sta trasformando anche settori tradizionalmente considerati meno propensi al cambiamento, come quello della ceramica. L'esperienza della Cooperativa Ceramica di Imola, raccontata dal direttore della logistica Andrea Buscaroli, ci permette di fare una riflessione su come l'adozione di nuove tecnologie possa ottimizzare i processi e migliorare l'efficienza operativa.
Nel 2020, l'azienda ha introdotto la tecnologia RTLS (Real Time Location System) nel proprio magazzino spedizioni. Questo sistema permette la tracciabilità in tempo reale di oggetti come carrelli e palette, consentendo un controllo più accurato delle scorte e dei flussi logistici. L'implementazione ha portato all'eliminazione della documentazione cartacea e alla creazione di cruscotti con KPI che permettono di anticipare problematiche legate a picchi di lavoro e di allocare le risorse in modo più efficiente.
L'introduzione di questa innovazione in uno stabilimento di oltre 500.000 metri quadri è stata realizzata gradualmente, senza interrompere le attività di spedizione. Il processo ha richiesto diversi mesi e ha coinvolto la scelta di partner logistici adeguati e l'installazione di infrastrutture come GPS e reti Wi-Fi nel piazzale esterno. Un aspetto cruciale è stato il coinvolgimento del personale fin dalle prime fasi del progetto, che ha permesso di superare le potenziali resistenze al cambiamento.
Guardando al futuro del settore ceramico, Andrea Buscaroli prevede un'ulteriore evoluzione tecnologica, con l'introduzione dell'intelligenza artificiale e di sistemi robotici per la movimentazione dei materiali. Questi sviluppi potrebbero rispondere alle sfide poste dalla crescente dimensione e leggerezza dei prodotti ceramici, che rendono il picking manuale sempre più complesso.
L'adozione di tecnologie avanzate come i robot antropomorfi solleva questioni relative ai costi di investimento e al loro ammortamento. Tuttavia, nonostante gli elevati costi iniziali, i benefici in termini di cicli di lavoro continui e di riorganizzazione dei team di lavoro potrebbero giustificare tali investimenti nel medio termine.
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L'innovazione tecnologica sta rimodellando il settore energetico, come dimostra l'esperienza di Octopus Energy. Nella nuova puntata di #RadioNext, Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy Italia, ci ha raccontato come l'azienda abbia trasformato una necessità interna in un'opportunità di business rivoluzionaria.
Al centro di questa trasformazione c'è Kraken, una piattaforma software sviluppata internamente per gestire tutti gli aspetti dell'attività energetica. Ciò che inizialmente era uno strumento per migliorare l'efficienza operativa di Octopus è diventato un prodotto di successo offerto ad altre aziende del settore, inclusi i concorrenti diretti.
Giorgio Tomassetti sottolinea i vantaggi significativi offerti da Kraken: una riduzione dei costi operativi fino al 40% e un notevole aumento della soddisfazione dei clienti. La piattaforma, che ora gestisce 54 milioni di account in tutto il mondo, sta rapidamente diventando uno standard nel settore.
L'approccio di Octopus Energy solleva interrogativi interessanti sulla gestione di modelli di business apparentemente contrastanti all'interno della stessa organizzazione. Per risolvere questa potenziale dicotomia conflittuale, l'azienda ha implementato una separazione funzionale per garantire la sicurezza dei dati e l'integrità operativa, pur mantenendo i vantaggi derivanti dalla sinergia tra i due rami dell'attività.
Ma quanto è importante lavorare con un mindset flessibile e aperto all'innovazione? La decisione di rendere disponibile la propria tecnologia proprietaria ai concorrenti richiede un cambiamento di prospettiva, ma può portare a opportunità di crescita significative.
L'esperienza di Octopus Energy evidenzia come, con la giusta visione e flessibilità e un pizzico di serendipity, le sfide operative interne possano trasformarsi in opportunità di mercato rivoluzionarie, ridefinendo i confini tradizionali del settore.
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