Storie di giustizia

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Insieme all'avvocato Lucio Bongiovanni esploriamo i classici, della letteratura, del cinema, del teatro, per capire che cosa siano, oggi, la giustizia e la legge.

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    104 Giona ovvero diritto o giustizia?
    In cosa consiste quel suo che deve essere dato a ciascuno e chi lo stabilisce?  È interessante riflettere sulla differenza tra due parole che oggi molti tendono a usare come se fossero sinonimi. Mi riferisco alle parole diritto e giustizia. Ora, mi rendo conto che per gli addetti ai lavori può sembrare un discorso banale, ma a volte è opportuno chiarire aspetti che l'uomo comune può percepire con una certa confusione. La distinzione teorica è molto chiara perché il diritto, in senso oggettivo, può essere definito come il complesso delle norme giuridiche che impongono o vietano determinati comportamenti ai soggetti che ne sono destinatari, mentre la giustizia consiste nella volontà di riconoscere a ciascuno ciò che gli spetta. Ulpiano, quasi duemila anni fa, definiva la giustizia come volontà costante e perpetua di dare a ciascuno il suo. Tuttavia, la definizione di diritto ci sembra chiara e sufficiente. Invece, quando parliamo di giustizia avvertiamo che la definizione che abbiamo ereditata da Ulpiano potrebbe non bastarci, perché avvertiamo che l'idea di giustizia non può risolversi in una definizione formale. In cosa consiste quel suo che deve essere dato a ciascuno? E chi lo stabilisce? Beh, potrebbe rispondersi lo stabilisce il diritto, cioè quel complesso di norme previsto dall'ordinamento giuridico, ma allora in questo senso diritto e giustizia verrebbero a coincidere, perché il diritto avrebbe la funzione di riempire di contenuto concreto la giustizia. Il fatto, però, è che l'idea di giustizia evoca qualcosa di più alto e stabile rispetto al sistema delle norme che disciplinano i comportamenti che devono essere tenuti in un determinato luogo e in un preciso momento storico. Anche perché queste norme cambiano in continuazione in conseguenza delle mode e dei capricci di chi sta al potere. Fosse anche la più democratica delle assemblee parlamentari. Può soddisfarci, cioè, il fatto che oggi venga qualificato come giusto un comportamento che domani non lo sia più? O che oggi sia considerato crimine un atto che domani potrebbe essere considerato alla stregua di un diritto irrinunciabile? Tutto ciò potrebbe essere accettabile solo se fosse dimostrato che il pensiero umano progredisce costantemente nella storia. Solo se, cioè, venga dimostrato che oggi sicuramente si pensa meglio di ieri e peggio di domani. Infatti, solo se fossi convinto del fatto che il pensiero umano progredisca costantemente e solo se ritenessi che questo pensiero sempre più evoluto si trasferisse automaticamente nel diritto che cambia nel tempo solo in questo caso io potrei accettare che anche il concetto di giustizia si evolvesse in meglio col passare del tempo. Ma così evidentemente non è perché costituisce dato di esperienza comune che ci sono tanti figli che sono più stupidi dei loro padri o addirittura dei loro nonni. La storia del pensiero umano ha conosciuto evoluzioni e altrettante involuzioni. La qualità del pensiero non cresce linearmente al pari della conoscenza scientifica ma ricomincia in qualche modo al nascere di ogni essere umano. La conoscenza si può trasmettere ma non l'esperienza. Per tutte queste considerazioni quindi avvertiamo nitidamente che la giustizia debba consistere in qualcosa di più stabile e più solido rispetto al semplice diritto. Avvertiamo cioè che la giustizia non possa dipendere dalle mode e dalla sensibilità del momento come succede al diritto. Se qualcosa è giusto lo deve essere sempre così come deve essere sempre condannata qualcosa che è ingiusta. Senza contare poi che la finalità del diritto consiste sostanzialmente nel mantenimento dell'ordine pubblico concetto evidentemente assai più ristretto del concetto di giustizia. Questo risulta particolarmente evidente in quell'ambito giuridico che chiamiamo diritto civile quello cioè preposto a dirimere le controversie tra privati i cui comportamenti non integrino fatti specie di reato siano essi vicini di casa o società commerciali. Ad esempio l'esatto posizionamento del muro che divide i terreni di Carmelo e Salvatore è del tutto irrilevante per gli altri membri della società i quali hanno il solo interesse a che Carmelo e Salvatore non risolvano la loro controversia con le armi oppure a ceffoni. Il processo civile altro non è che una rappresentazione sostitutiva una trasposizione in ambito virtuale e nobile dello scontro fisico che si vuole evitare tra Carmelo e Salvatore non interessa altro alla comunità di cui Salvatore e Carmelo fanno parte ecco a questo ci pensa il diritto ma ci rendiamo conto che questo pur nobile compito al quale assolve il diritto non può appagare l'idea che noi tutti abbiamo della giustizia la giustizia non può limitarsi ad assolvere a una mera esigenza di ordine pubblico per quanto importante sia e allora per cercare di fare chiarezza su questa faccenda mi è venuta in mente una storia raccontata nella Bibbia la storia del profeta Giona sulla quale naturalmente rifletterò da un punto di vista meramente letterario senza osare addentrarmi in discorsi teologici o scritturistici cercando di trarre qualche spunto che possa valere per tutti perché la Bibbia costituisce anzitutto un ricchissimo patrimonio di saggezza valido per tutti credenti e non credenti è una storia brevissima che mi è venuta in mente perché è tutta costruita in funzione di una domanda finale che non a caso resta senza risposta ho accennato subito alla fine proprio perché il punto di caduta di tutta la storia sta in questa domanda finale che viene posta da Dio a Giona ora i personaggi di questa breve storia sono sostanzialmente due Dio e Giona e chiarisco subito che per quel che riguarda Dio può rappresentare per quanto riguarda coloro che non credono quella voce intima della coscienza che interroga Giona sui suoi comportamenti e le sue scelte ma torniamo alla domanda che conclude questa storia domanda che significativamente comincia così ti sembra giusto? per poi continuare nel modo che vedremo in altri termini tutta la storia sollecita il lettore a prendere posizione sul tema della giustizia al quale il testo non dà una risposta ma chiama il lettore a darla riassumiamo brevemente la vicenda Dio dice a Giona alzati perché vuole affidargli una missione apparentemente impossibile andare a Ninive l'attuale Mosul ex roccaforte dell'Isis per proclamare che la malvagità dei suoi abitanti è salita fino al Signore è importante notare che Ninive è città arcinemica di Israele perché capitale dell'impero Assiro quindi è la città che simboleggia il luogo del male assoluto ma Giona non ha alcuna intenzione di assolvere a questo compito e quindi si imbarca su una nave diretta Tarsis che è nella direzione opposta rispetto a Ninive durante la navigazione una violenta tempesta si abbatte sulla nave tutti i marinai sono terrorizzati ma Giona dorme tranquillo nella stiva quando viene svegliato Giona dichiara che la tempesta è colpa sua perché non ha eseguito la volontà di Dio per cui chiede ai marinai di essere gettati in mare per la loro salvezza e così fanno e Giona viene inghiottito da un grande pesce a questo punto Giona si pente per la sua disobbedienza e dopo tre giorni e tre notti viene vomitato dal pesce sulla terraferma quindi si reca a Ninive e finalmente fa il profeta annunciando l'imminente distruzione della città se i Niniviti non si pentono Giona è bravissimo nel fare il suo mestiere e i Niniviti si convertono e si pentono dei loro peccati tanto che Dio decide di non distruggere la città e giungiamo così al finale che merita di essere letto testualmente perché costituisce il punto di approdo dell'intera vicenda ma Giona ne provò grandi spiacere e ne fu irritato e allora pregò Dio e disse oh signore non era forse questo che io dicevo mentre ero ancora nel mio paese e perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso pietoso lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato perciò signore ti prego riprenditi la mia vita perché per me è meglio morire piuttosto che il vivere ma il signore gli disse ti sembra giusto irritarti così Giona allora uscì dalla città e si mise seduto a oriente di essa là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra per poter vedere quello che sarebbe successo alla città Dio, il signore per calmarlo dalla sua irritazione fece crescere un ricino che salì al di sopra di Giona per fare ombra sul suo capo Giona provò una grandissima gioia a causa di quel ricino ma l'indomani allo spuntare dell'alba Dio mandò un verme a rosichiare il ricino e questo seccò dopo che il sole si fu alzato Dio fece soffiare un soffocante vento orientale e il sole picchiò sul capo di Giona così forte da farlo venire meno allora egli chiese di morire dicendo è meglio per me morire che vivere Dio disse a Giona e questa è la domanda ultima a cui facevo riferimento ti sembra giusto essere così sdegnato a causa del ricino e gli rispose sì faccio bene a eritarmi così fino a desiderare la morte ma il Signore rispose tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato che tu non hai fatto crescere che è nato in una notte e in una notte è perito e io non dovrei avere pietà di Ninive la grande città nella quale si trovano più di 120.000 persone che non sanno distinguere tra la mano destra e la mano sinistra ecco la storia finisce con questa domanda di Dio senza una risposta lasciando il finale aperto nulla dicendoci di ciò che Giona farà in seguito sappiamo solo che Giona non riesce ad accettare la misericordia di Dio sappiamo che Giona è fuggito fin da subito dal comando di Dio proprio perché temeva un finale di questo tipo proprio perché sapeva in cuor suo che il compito assegnato gli era diretto proprio a questo al perdono dei Niniviti perché non riusciva ad accettare che i cattivi facessero la stessa fine dei buoni perché temeva che la misericordia di Dio finisse per rendere inefficace qualunque differenza tra bene e male a che serve rispettare le regole se poi i cattivi vengono trattati allo stesso modo di chi quelle
    16 December 2024, 1:22 pm
  • 7 minutes 11 seconds
    103 Punto esclamativo
    15 June 2024, 8:45 am
  • 6 minutes 8 seconds
    102. Downton Abbey
    Serie britannica dedicata alle vicende dell'aristocratica famiglia Crawley e dei domestici al suo servizio. Con l'aprirsi del Ventesimo secolo, tragedie, guerre e mutamenti sociali attraversano la Gran Bretagna lasciando un segno.
    Riuscirà Lucio a darci una visione da Storie di Giustizia anche su questa serie pluripremiata?
    22 January 2020, 7:53 pm
  • 6 minutes 37 seconds
    101. Breaking bad
    Considerata da molti la migliore serie televisiva di sempre e la più vista sulla piattaforma Netflix, Breaking Bad ha ricevuto eccellenti recensioni da parte della critica, principalmente per la sceneggiatura, la regia e le interpretazioni degli attori principali.
    Lucio analizza la serie dal punto di vista della convenienza, partendo dalla serie per trovare spunti sulle scelte della nostra vita quotidiana.
    7 January 2020, 11:40 am
  • 10 minutes 6 seconds
    100. la Divina Commedia - Canto Settimo
    "Come fa l’onda là sovra Cariddi,
    che si frange con quella in cui s’intoppa,
    così convien che qui la gente riddi"
    Comincia così il settimo canto e si ragiona di cosa sia giusto e cosa sia (il nostro) bene.
    Con questa lettura della Divina Commedia siamo arrivati alla puntata 100 di Storie di Giustizia. Lucio ci ha aiutato a comprendere che rapporto ci sia tra giustizia e la nostra vita.

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    23 October 2019, 6:20 am
  • 6 minutes 51 seconds
    99 la Divina Commedia - Canto Sesto
    "Io sono al terzo cerchio, de la piova
    etterna, maladetta, fredda e greve;
    regola e qualità mai non l’è nova."

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    8 October 2019, 5:36 pm
  • 7 minutes 57 seconds
    98 la Divina Commedia - Canto Quinto
    "La bocca mi basciò tutto tremante.
    Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
    quel giorno più non vi leggemmo avante."

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    26 September 2019, 10:54 am
  • 9 minutes 26 seconds
    97 La Divina Commedia - Canto Quarto
    "Or discendiam qua giù nel cieco mondo,"
    cominciò il poeta tutto smorto.
    Io sarò primo e tu sarai secondo".

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    17 September 2019, 7:59 am
  • 5 minutes 40 seconds
    96 Green book
    Leggi, relazioni, bene personale e crescita del singolo: dall'analisi del film Green Book alla realtà di tutti i giorni.
    Lucio vi aspetta il 12 ottobre al Festival del Podcasting a Milano insieme a PodBiz.

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    12 September 2019, 4:59 pm
  • 8 minutes
    95 La Divina Commedia - Canto Terzo
    Ignavi e anime prave visti con gli occhi di un italiano, arguto, del XXI secolo: e con gli occhi di una attualità sociale e politica che parla della radice dell'uomo.
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    1 September 2019, 10:05 pm
  • 8 minutes 20 seconds
    94 La Divina Commedia - Canto Secondo
    Divina Commedia, Canto secondo. Lucio Bongiovanni continua la nuova serie di episodi su questa opera letteraria, approfondendo il secondo canto introduttivo all'inferno.

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    23 July 2019, 7:21 am
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