Webzine di informazione fotografica, punto di riferimento e discussione nel panorama italiano della fotografia tradizionale e digitale.
Abbiamo conosciuto la fotografa e content creator Genny Di Filippo che ha di recente pubblicato il lavoro “Per amore di Maria”, dedicato all’utilizzo della fotografia e della narrazione orale come pratiche per richiamare i ricordi. A partire dal 2021 ha iniziato a lavorare con sua nonna Maria nata nel 1936 a Catignano, un paese dell’entroterra abruzzese in provincia di Pescara, e che oggi quasi novantenne, fatica a tenere le fila di quello che accade nella sua quotidianità.
Per stimolarla a interagire e a ricordare accadimenti passati, ma anche per ricostruire parte delle radici familiari, ha registrato i suoi racconti e riorganizzato con lei l’archivio fotografico di famiglia, trasformando le testimonianze in una storia che utilizza il duplice linguaggio: fotografia e scrittura. Questo lavoro ha partecipato anche alla terza edizione del Cortona On The Move Award.
Ne parliamo con lei nella nuova puntata del Podcast!
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Una delle più belle interviste della storia del nostro podcast risale ormai a 11 anni fa, quando ai nostri microfoni abbiamo ospitato l’allora Direttore della mitica rivista Fotografia Reflex Giulio Forti. Abbiamo deciso di riproporla anche in virtù di un panorama drasticamente cambiato, a nostro avviso in peggio, nel mondo dell’editoria fotografica di qualità.
La puntata gode anche di una versione audio rimasterizzata per adeguarla agli odierni standard.
Un recente articolo del Magazine ci parla anche dell’ultimo lavoro editoriale di Giulio Forti, il libro “Nikon. Una storia giapponese”
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Oggi abbiamo il piacere di ospitare Rossano Baronciani, docente, saggista e autore del recente libro “Il viaggio dell’anima. Un saggio sull’alterità”. In questa opera, Baronciani esplora il viaggio interiore dell’individuo attraverso l’arte, il cinema, la fotografia e la letteratura, ispirandosi al percorso di Ulisse nell’Odissea. Analizzeremo insieme come l’incontro con l’alterità e la parte in ombra di noi stessi possa condurre all’individuazione del Sé, superando le barriere e partendo in continuazione per nuovi viaggi di cui non sempre conosciamo la meta, ma che sempre ci riportano a noi.
Rossano Baronciani, docente e saggista, collabora con la rivista «Autoportret» di Cracovia e con «Discorsi fotografici Magazine». Fra le sue pubblicazioni Il viaggio dell’anima. Saggio sull’alterità (effequ 2024), Il tempo non esiste. L’uomo nell’eterno presente (effequ 2020), La società pornografica. Lo sguardo dall’illusione all’osceno (effequ 2016) e Nella tana del Bianconiglio. Saggio sulla mutazione digitale (effequ 2014). Si occupa di teatro in qualità di drammaturgo e librettista.
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Rena Effendi is an Azerbaijani photographer and documentary filmmaker, known for her work exploring social and environmental themes, often focusing on marginalized communities and the challenges of modernization. Born in 1977 in Baku, Azerbaijan, Effendi began her photographic career in the early 2000s, documenting her country’s transition from the Soviet era to a new phase of economic development and political conflicts. Her work is distinguished by its ability to reveal the human side of complex situations, creating a deep connection between the subjects of her photographs and the audience, encouraging reflection on contemporary social and environmental issues.
We met Rena Effendi during the Ethical Photography Festival in Lodi, and the following interview was kindly conducted by Giulia Marirossi from Fujifilm Italy.
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From September 19th to November 3rd, the Yeast Photofestival returns, full of exhibitions, events, and guided by highly relevant and interesting themes, as always linked to the world of food.
We speak with artistic director Edda Fahrenhorst who presents to us the artistic choices behind this and past editions of the festival, raising our awareness of the food production cycle and against food waste.
Yeast Photofestival was founded in 2021 with the aim of exploring and promoting a renewed relationship between humans and the environment through the language of photography and visual arts. The festival aims to be a place of cultural fermentation and transformation, where multimedia works are presented to tell stories of environmental respect and human biodiversity.
Since its first edition, Yeast Photofestival has identified photography as the meeting point between artistic innovation and culinary tradition, between the local ecosystem and the global landscape, to exorcise the fear of an apocalyptic climate future and point to new positive possible scenarios.
The festival seeks traces of a new world in both the past and the present. Quoting poet Franco Arminio, Yeast Photofestival is “the feast of the future on the tables of the archaic.”
“Food is identity” is the theme of the event, which each year is developed around a specific suggestion.
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Villa Pisani a Stra, lungo la Riviera del Brenta, è scenario perfetto per la grande monografica di Federico Garolla, a cura di Uliano Lucas e Tatiana Agliani, proposta con il titolo “Gente d’Italia. Fotografie 1948 – 1968”.
La sontuosa villa affrescata da Tiepolo, con il suo celebre labirinto e il magnifico parco, diventa il luogo della messa in scena di uno spaccato della nostra società nel secondo dopoguerra attraverso la sensibilità di Federico Garolla. Anni di ripartenza ma ancora carichi di difficoltà come rappresentato dalla difficile quotidianità di vita nei paesi della Riviera del fiume Brenta, dove la gente comune cercava di sottrarsi ad una stentata sopravvivenza. Quella efficacemente colta da un reportage di Garolla realizzato nel 1956 e che, riprodotto in grandi immagini, popola di ricordi il parco della Villa all’interno dello spazio delle scuderie.
Ne parliamo con Marco Minuz, organizzatore della mostra curata da Uliano Lucas e Tatiana Agliani.
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Dal 30 agosto al 30 settembre 2024 torna il Ragusa Foto Festival, ricco di mostre ed eventi e quest’anno dedicato al tema “Prendersi una pausa”
Ne parliamo con Massimo Siragusa, direttore artistico del Festival nonché apprezzatissimo fotografo ed editore.
Il suggestivo borgo di Ragusa Ibla, gioiello barocco e patrimonio Unesco, è lo scenario ideale per accogliere la dodicesima edizione di Ragusa Foto festival dal titolo “Prendersi una Pausa”.
Viviamo in un’epoca in cui il temporaneo ha il sopravvento sul permanente e siamo impossibilitati a guardare con chiarezza al futuro.
La tensione continua generata dalla velocità che contraddistingue la modernità, è diventata ormai un aspetto significativo della vita e sta determinando una trasformazione profonda nel rapporto sia tra gli esseri umani che tra l’uomo e l’ambiente.
Potersi concedere una pausa di riflessione, ricercare una sintonia con la natura, concedersi il lusso di costruire rapporti profondi. Abbattere le proprie difese e farsi coinvolgere dalle emozioni che la vita ci offre.
Sono varie le strade che possiamo percorrere per invertire una rotta, per offrirci una nuova opportunità e per orientarci in questi anni complessi.
La fotografia, strumento molto efficace per aiutarci nel processo di comprensione della realtà, è anche il linguaggio migliore per indicarci vie e metodi, per aprire nuovi orizzonti del pensiero, per invocare la necessità di un cambiamento e suggerirci altre prospettive di vita.
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Dal 19 settembre al 3 novembre torna lo Yeast Photofestival, ricco di mostre, eventi e guidato da tematiche attualissime ed interessanti legate come sempre al mondo del cibo.
Ne parliamo con Flavio & Frank che, insieme a Veronica Nicolardi, sono i direttori generali del Festival e che ci presenteranno le idee e anche le curiosità dietro l’organizzazione di un tale evento.
Yeast Photofestival nasce nel 2021 con l’obiettivo di indagare e promuovere un rinnovato rapporto uomo-ambiente attraverso il linguaggio della fotografia e delle arti visive. Il festival vuole essere un luogo di fermento e trasformazione culturale in cui proporre opere multimediali che raccontino il rispetto dell’ambiente e della biodiversità umana.
Dalla sua prima edizione, Yeast Photofestival individua nel medium fotografico il punto d’incontro tra innovazione artistica e tradizione culinaria, tra ecosistema locale e paesaggio globale, per esorcizzare la paura di un futuro climatico apocalittico e indicare nuovi scenari positivi possibili.
Il festival cerca nel passato e nel presente le tracce di un nuovo mondo. Citando il poeta Franco Arminio, Yeast Photofestival è “la sagra del futuro sui tavolini dell’arcaico”,
“Food is identity è il tema della manifestazione che di anno in anno viene declinato su una suggestione specifica.
La direzione artistica del festival è affidata a Edda Fahrenhorst.
La direzione generale del festival è affidata a Flavio&Frank e Veronica Nicolardi.
Yeast Photo Festival è promosso dalle Associazioni Besafe e OnTheMove.
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Francesco Carovillano lavora con le immagini da oltre 22 anni, i primi 10 come animatore 3D nel cinema d’animazione in Svezia ed Inghilterra ed i successivi come fotografo di paesaggio per riviste come National Geographic, Lonely Planet, GEO e per diversi enti nazionali del turismo in Europa.
La foresta di Fontainebleau si trova a 60 km a sud-est di Parigi ed è riconosciuta universalmente come la culla della pittura di paesaggio Francese ed Europea. Qui i pittori della ‘Scuola di Barbizon’ e gli Impressionisti hanno rivoluzionato il concetto della pittura nel mondo.
Ad essi, sempre nel 19esimo secolo, vi si sono uniti i pionieri della fotografia, che hanno fotografato a lungo nella stessa foresta, accanto ai pittori.
Il libro “Fontainebleau Intimate Landscapes” contiene 137 foto a colori e 10 saggi sull’arte, la natura, la fotografia e l’evoluzione dell’autore attraverso la foresta. La prefazione è di Bruce Barnbaum, pilastro della fotografia di paesaggio con una carriera di oltre 50 anni, autore di sette libri fra cui The Art of Photography e The Essence of Photography.
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Dans un contexte de crise climatique et de déclin de la biodiversité, plus de 4 000 m² de jardins urbains ont été détruits pour permettre la construction d’une piscine pour les Jeux Olympiques de Paris 2024. Ces jardins communautaires se trouvaient à moins de deux kilomètres du centre de Paris, à Aubervilliers, en Seine-Saint-Denis, le département français le plus densément peuplé et disposant du moins d’espaces verts.
Ce n’est que la première phase d’un programme de destruction plus large : au total, plus de 10 000 m² de jardins seront remplacés par une gare du Grand Paris Express et un nouveau quartier comprenant des hôtels et des bureaux. Pour s’opposer à ces plans de destruction, un collectif de défense des jardins (Défense des Jardins des Vertus) s’est formé, composé des citoyens dont les parcelles sont menacées de démolition. À la fin de l’année 2020, une lutte de plusieurs mois a commencé. Le mouvement d’opposition a pris de l’ampleur et a reçu le soutien de la presse.
Face à l’insuffisance des manifestations, le collectif a décidé d’occuper les jardins le 23 mai 2021, les rebaptisant “Jardins à Défendre” (en référence à la “Zone À Défendre”). Parallèlement, une action en justice a été lancée pour tenter d’annuler le permis de construire. Le 2 septembre 2021, la zone a été évacuée par la police pour permettre le début de la démolition. Cependant, en mars 2022, le tribunal a donné raison aux citoyens et a ordonné la suspension immédiate des travaux.
Malgré cette victoire, les jardins détruits ne seront pas restaurés, en raison de l’opposition du conseil municipal. Cette lutte à l’échelle locale (les jardins sont entretenus par des résidents à faible revenu du quartier) est liée à une prise de conscience plus large de la nécessité de préserver des environnements vivables face à des projets écocidaires.
Bruno Serralongue est né en 1968 à Châtellerault, en France. Il vit et travaille à Paris et à Genève, où il enseigne à la Haute École d’Art et de Design. Après avoir étudié l’art à la Villa Arson à Nice, à l’École Nationale Supérieure de la Photographie d’Arles et l’histoire de l’art à l’Université Panthéon-Sorbonne à Paris, il a développé, depuis le milieu des années 1990, une pratique photographique engagée, centrée sur des thèmes tels que l’histoire du médium lui-même, son utilisation et son potentiel informatif.
Remettant en question l’objectivité du médium, il établit comme élément fondamental la responsabilité du photographe en termes de véracité des images produites. Son travail a fait l’objet d’expositions au Jeu de Paume (Paris) en 2010 et au Centre Georges Pompidou en 2019.
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