L’idea di questo podcast è nata su suggerimento di un amico a fronte della mia grande passione per la storia, una passione che ho da sempre, fin da quando ho imparato a leggere e negli anni ho divorato libri, consultato siti sempre alla ricerca di cose nuove. Da molti anni collaboro con Wikipedia nella stesura e/o traduzione di articoli inerenti alla materia.
Malinche è una figura poco conosciuta, eppure centrale nella conquista dell’odierno Messico da parte degli spagnoli e coloro che la conoscono hanno opinioni molto forti su di lei: di totale ammirazione o di odio viscerale.
I dati storici su Malinche sono pochi e incerti, ma sappiamo che il suo ruolo come traduttrice nella spedizione comandata da Cortés fu importantissimo. Grazie alle sue capacità linguistiche gli spagnoli ebbero sicuramente vita più facile, ma è anche vero che contribuì a rendere meno sanguinosa la conquista dell’Impero Atzeco e che fu la prima a cercare un punto di contatto fra il suo mondo e quello europeo.
La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.
Cleopatra salì al trono quando ormai i fasti dell’Impero egiziano erano solo pallidi ricordi e la sua presa sul trono dipese, spesso, dall’aiuto di Giulio Cesare prima e Marco Antonio dopo.
Di Cleopatra come persona non sappiamo nulla, sappiamo però che fece di tutto per mantenere integro il proprio Paese e a esso, pur con molti errori, dedicò la propria vita. Morta lei morì anche l’Egitto inteso come unità nazionale, perché venne inglobato dalla Repubblica come provincia.
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Questo busto ritrovato sulla via Appia fra Ariccia e Genzano e conservato all’Altes Museum di Berlino ci mostra che aspetto poteva avere davvero Cleopatra. Fonte: wikimedia commons.
In occasione della terza edizione del Podfest di Parma, Gocce di Storia ha avuto il suo debutto dal vivo e lo abbiamo affrontato parlando di un paese poco noto alle cronache: il Madagascar. Questa è la registrazione di quella folle, adrenalinica e meravigliosa mezz’ora passata sul palco.
Il regno di Ranavalona, detta Ramavo, si può riassumere nella domanda “Il fine giustifica i mezzi?”
Salita al potere quando l’influenza europea nel Madagascar iniziava a essere forte e con il potenziale di occidentalizzare l’isola, Ramavo scelse di chiudersi a ogni influenza esterna che fosse economica, culturale o religiosa a scapito delle proprie campagne di espansione territoriale, delle casse dello Stato e del benessere della popolazione, in favore del ripristino di vecchie usanze (alcune decisamente barbare) e di una totale quanto irraggiungibile indipendenza economica e militare.
La risposta alla domanda iniziale noi non l’abbiamo. Il regno di Ramavo è un susseguirsi di scelte coraggiose o folli, di colpi di stato, di omicidi sanguinosi, e di giochi politici che dipingono un quadro in cui è difficile dire se Ramavo avesse davvero capito che gli europei sarebbero stati la causa della fine dell’indipendenza dei malgasci o fosse, semplicemente, una donna orgogliosa con una certa vena di crudeltà.
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La lettura di uno o due racconti di storie o leggende della Val di Sole seguita da un breve approfondimento storico sull’argomento è il formato che abbiamo scelto per lo speciale estivo registrato all’aperto in Val di Sole (promettiamo: mai più registrazioni accanto a un corso d’acqua! ) e, se vi piacerà, sarà il formato che adotteremo anche nei futuri speciali estivi.
Quest’anno parliamo dei minatori che scavavano il ferro nelle miniere sopra Comasine e della chiesetta di Pegaia.
Le storie sono tratte da “Lungo le rive del noce – leggende e racconti delle valli di Non e Sole” di Quirino Bezzi; edizioni Centro Studi Val di Sole. Prima pubblicazione del 1988, ristampa del 1996.
Le miniere di San Luigi e di San Carlo si trovano qui:
La chiesetta di Pegaia si trova qui:
In questa puntata non abbiamo utilizzato una musica di sottofondo.
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La chiesetta di Pegaia (San Bartolomeo)
La chiesetta dall’esterno. Fonte: Wikimedia commons. L’interno. Fonte: Wikimedia commons. L’affresco di San Cristoforo sul retro. Fonte: Wikimedia commons. Anna Lisa ha una crisi di “ridarella” incontrollabile durante la registrazione. 🙂 … e anche Davide si fa contagiare.Nell’immaginario collettivo Tutankhamon è forse il faraone per eccellenza: l’aura della maledizione, il fortunoso ritrovamento della tomba e la famosissima maschera d’oro ne hanno accresciuto e definito il fascino. Eppure, Tutankhamon regnò per poco tempo e morì a soli diciotto anni. In questa puntata ripercorriamo la sua storia, quella del tempo in cui ha vissuto e delle circostanze che lo hanno portato fino a noi.
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In questo episodio ripercorriamo la breve, ma sfolgorante vita di Eva Perón che dalla povertà dell’entroterra brasiliano arrivò a Buenos Aires dove, dopo una discreta carriera nel mondo dello spettacolo, divenne la moglie del presidente argentino Juan Perón. Amatissima dal popolo argentino sia per il suo impegno verso i poveri, sia grazie a una sapiente politica, Eva è ancora oggi ricordata e venerata come una delle persone che più si spese per la classe operaia e i racconti apocrifi su di lei sono innumerevoli.
Segnaliamo, non per l’accuratezza storica, ma per la bellezza delle musiche e la bravura degli attori il musical “Evita” del 1996 per la regia di A. Parker con Madonna, Antonio Banderas (che canta benissimo) e Jonathan Pryce.
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In questa seconda puntata ci soffermiamo a lungo sugli eventi che portarono al massacro della Notte di San Bartolomeo, l’episodio più sanguinoso e politicamente disastroso del “regno” di Caterina. Questa carneficina contribuì, più di ogni altra cosa, a disegnare attorno a Caterina l’aura della Regina Nera: una donna capace di ricorrere a omicidi, tradimenti e stermini pur di tener stretto il potere per sé e per i propri figli.
L’altra parte ripercorre invece la fine del regno di Carlo e quello di Enrico fino alla morte di Caterina avvenuta nel gennaio 1589.
Se volete vedere un bel film, anche se non sempre aderente alla realtà storica, consigliamo “La Regina Margot” del lontano 1994, diretto da Patrice Chéreau e con la bravissima (e sempre compianta) Virna Lisi nei panni di Caterina, liberamente tratto dall’omonimo romando di Dumas padre.
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Caterina de’Medici è una figura complessa e avvolta da numerosi pregiudizi. Il primo fu quello che patì durante i cinquanta e passa anni che visse in Francia dove venne sempre vista come la donna straniera, che veniva da una famiglia divenuta potente grazie al denaro delle attività bancarie, di origini se non umili di sicuro non nobili. Nata per avere una vita tranquilla, si trovò contro ogni previsione a governare una delle più grandi nazioni europee in un momento storico tumultuoso e complicato. In questa prima parte seguiamo Caterina lungo la sua infanzia e fino alla vigilia della Notte di San Bartolomeo, una delle più sanguinose della storia francese.
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Nel 1692, nel villaggio di Salem due ragazzine manifestarono sintomi che oggi le avrebbero portate dritte dalla neuropsichiatra infantile; quattrocento anni fa la risposta fu sicura e unanime: possessione demoniaca. Tuttavia, liquidare la faccenda come un mero episodio a carico di creduloni fanatici puritani sarebbe ingiusto, per tutti gli attori in gioco. I puritani erano una piccola comunità incorporata dentro altre comunità più grosse, organizzate e non necessariamente a loro favorevoli. Il sospetto e gli interessi personali che infettarono la comunità dell’Essex in quei pochi mesi deve, senza dubbio, essere letta in un’ottica di più ampio raggio.
(Contenuto extra: non perdete, dopo i titoli di coda, la raccolta di tutti gli “ehhhmm” di Anna Lisa tagliati da questa puntata ).
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La vita di Jane Austen fu pressoché priva di grossi sconvolgimenti, quando il padre lasciò la curazia e Jane, insieme alla madre e alla sorella, si trovò priva di una casa intervenne uno dei fratelli e tutti i maschi, nel merito delle proprie possibilità, assistettero le donne della famiglia; eppure i suoi personaggi affrontano le più svariate peripezie descritte con cognizione di causa. Jane, in apparenza, aveva anche una scarsa conoscenza dei “fatti della vita”, ma quasi tutti i suoi romanzi smentiscono questa convinzione. In “Mansfield Park” si toccano, più che in altre opere argomenti quali lo schiavismo, il divorzio e l’adulterio. In “Persuasione” si parla a lungo di perdono, rimorso, influenzabilità e fedeltà. Gli ultimi due romanzi di Jane sono un concentrato di morale, nel senso migliore del termine, e un invito a riflettere sulle proprie scelte e sulle loro conseguenze.
Jane Austen, col tempo, è diventata anche un personaggio su cui scherzare, come nel secondo episodio della seconda stagione di Good Omens:
https://www.goccedistoria.it/wp-content/uploads/2023/09/good-omens-2-austen.mp4Se avete perso la puntata precedente della serie su Jane Austen la potete trovare qui: Jane Austen – prima parte.
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Jane Austen, forse, non avrebbe mai immaginato che a più di duecento anni dalla sua morte saremmo stati ancora qua a leggere i suoi libri e che da essi sarebbero scaturiti innumerevoli sequel, spin off e retelling. Nata e cresciuta nella campagna inglese, Jane era una donna arguta, intelligente e mediamente povera, di certo non abbastanza ricca da attrarre i corteggiatori a frotte e probabilmente non abbastanza bella per compensare la scarsità della sua dote. A una vita matrimoniale mediocre Jane preferì la solitudine in un’epoca in cui lo zitellaggio era ancora uno stigma e dedicò la propria vita alla scrittura. In questa puntata ripercorriamo le sue orme fino alla vigilia della pubblicazione di “Mansfield Park”, quando ormai era diventata un’autrice piuttosto famosa.
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