Gocce di Storia

Anna Lisa Manotti

L’idea di questo podcast è nata su suggerimento di un amico a fronte della mia grande passione per la storia, una passione che ho da sempre, fin da quando ho imparato a leggere e negli anni ho divorato libri, consultato siti sempre alla ricerca di cose nuove. Da molti anni collaboro con Wikipedia nella stesura e/o traduzione di articoli inerenti alla materia.

  • 45 minutes 35 seconds
    Marie-Madeleine d’Aubray
    La dispensatrice d’arsenico

    Marie Madeleine d’Aubray è una delle primissime serial killer francesi di cui si abbiano notizie certe. Nonostante il numero accertato delle sue vittime sia basso, tre, è comunque considerabile un’assassina seriale. Probabilmente la spinta era mista: in parte dovuta al desiderio di denaro e al bisogno di affrancarsi dal biasimo paterno, ma, se fosse vero che mieté vittime anche negli ospedali, non si potrebbe escludere una componente sadica. Vero è che fu una serial killer organizzata perché senza le lettere conservate da Saint Croix e fortunosamente ritrovate probabilmente non sarebbe mai stata scoperta.

    Fonti bibliografiche
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina

    Per questo episodio non siamo riusciti a trovare delle belle immagini. Questo dipinto che alcuni articoli sul web usano per rappresentare Marie-Madeleine ritrae  invece Anna Caffarelli Minuttiba. E anche di quest’altro ritratto non siamo riusciti a trovare una garanzia affidabile che si trattasse proprio della nostra avvelenatrice.

    Abbiamo dunque fatto un collage di alcune illustrazioni di epoca molto più tarda.

    Edmond Coppin – Madame de Brinvilliers avvelena i pazienti in ospedale. XIX secolo. Fonte: wikimedia commons. La marchesa de Brinvilliers avvelena suo padre. Autore sconosciuto. XX secolo. Fonte: wikimedia commons.
    22 November 2025, 3:12 pm
  • 46 minutes 14 seconds
    Robin Hood
    Un giustiziere ante-litteram

    Robin Hood è sempre stato un personaggio affascinante: coraggioso, generoso, sempre pronto a ergersi a favore dei deboli e contro il potere centrale opprimente e ingiusto. Ancora oggi Robin esercita un certo ascendente nell’immaginario collettivo perché i suoi valori sono senza tempo e, del resto, viviamo anche noi in un mondo pieno di ingiustizie. Eppure, se anche ci sono stati uomini che hanno contribuito a crearne la leggenda erano, probabilmente, briganti o uomini che scelsero la fazione realista (contraria alle Disposizioni di Oxford) invece di quella dei Baroni più favorevoli a un maggior contenimento dei poteri reali. Tanto che ci si chiede se la retrodatazione delle avventure di Robin Hood alla Prima Guerra dei Baroni con lui schierato contro Giovanni non abbia voluto conferirgli un’aura storica di uomo che si pone dal lato giusto della Storia. Come che sia a noi piace immaginare che in un qualche momento storico un Robin Hood o Hoyde abbia scelto di schierarsi, per una volta, dalla parte dei deboli e degli ultimi.

    Devo però segnalare un’errata corrige grande come una casa: per metà podcast ho usato la parola “iconografia” senza rendermi conto che parlavo di testi e non di quadri, mi scuso per la mia improvvisa idiozia.

    Fonti bibliografiche
    • “Robin Hood: The English Outlaw Unmasked” di D. Baldwin, ed. Amberley, 2012.
    • Il sito web boldoutlaw.com
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina

    Ebbene sì, questa volta non siamo riusciti a trovare nessuna immagine decente attinente a Robin Hood sotto licenza aperta, quindi abbiamo chiesto a ChatGPT di generarcene una prendendo spunto dalle ballate medievali.

    Copertina dell’episodio 83 (generata da ChatGPT).
    Altre immagini
    Locandina del film “Robin Hood” con Douglas Fairbanks del 1922. Fonte: Wikipedia. “The passing of Robin Hood”, dipinto di N.C. Wyeth del 1917. Fonte: Wikimedia Commons.
    30 September 2025, 6:22 pm
  • 40 minutes 59 seconds
    Giovanna di Castiglia (“La Pazza”)
    La vittima sacrificale del potere

    Giovanna di Castiglia nacque in una famiglia dove il potere non apparteneva solo agli uomini (basti pensare alla madre Isabella o alla sorella Caterina che tanto a lungo lottò contro il marito Enrico VIII) e per matrimonio divenne parte di una famiglia altrettanto prolifica in questo senso (la cognata Margherita governò i Paesi Bassi) eppure non ebbe lo stesso destino. Che fosse per carattere o per i molti ostacoli che la vita le buttò innanzi, Giovanna fu per gran parte della vita adulta in balia del volere e delle mene altrui. Tutti gli uomini importanti della sua vita, a partire dal padre Ferdinando, non esitarono a manipolarla per ottenere i propri scopi. Il risultato fu che Giovanna visse una vita per molti versi infelice, vittima del potere ben oltre l’arco temporale della propria esistenza perché anche oggi non ci si ricorda di lei per essere stata Regina di Castiglia, Aragona e consorte dell’Imperatore, ma per la sua supposta follia che, dopo quasi cinquecento anni, rimane la sola cosa per cui viene dai più ricordata.

    Fonti bibliografiche
    • “Sisters Queens: Katherine of Aragon and Juana, Queen of Castille” di J. Fox ed. Wandamp, 2012
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    “Doña Juana “la Loca” (1877) di Francisco Pradilla y Ortiz. Rappresenta Giovanna mentre veglia sulle spoglie del marito Filippo. Museo del Prado. Fonte: Wikimedia commons.
    Altre immagini
    Giovanna ritratta da
    Juan de Flandes nel 1500 circa. Olio su pannello di quercia. Kunsthistorisches Museum (Vienna). Fonte: Wikimedia commons.
    28 June 2025, 10:24 am
  • 36 minutes 49 seconds
    La congiura dei Pazzi
    Intrighi, tradimenti e potere nella Firenze rinascimentale

    La Congiura dei Pazzi segnò un cambio di passo nella gestione politica di Firenze. Lorenzo de’ Medici era e restò un politico illuminato e rinascimentale, ma adottò uno stile di governo più accentratore mettendo nelle posizioni più importanti persone a lui fidate. La perdita del fratello Giuliano fu di certo un grave lutto a livello personale, non v’è ragione di dubitare della sincerità del loro legame, ma ebbe il suo peso anche a livello governativo perché con la morte del fratello Lorenzo perse un fine politico e un abile diplomatico. I Pazzi, dal canto loro, anche al ritorno a Firenze patirono un ostracismo politico che impedì loro di tornare al livello di potere che avevano prima; un potere che, invece, finì tutto nella mani della famiglia Medici.

    Fonti bibliografiche
    • “Lorenzo de’ Medici, una vita da Magnifico” di G. Busi, Mondadori 2017
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    Cesare Mussini – Decisione della congiura dei Pazzi (1861 circa). Soffitto di una sala della palazzina della Meridiana a Palazzo Pitti. Descrizione dal sito ufficiale:
    “Il soggetto di questa sala è tratto dalla tragedia La congiura dei Pazzi di Vittorio Alfieri, che narra il celebre episodio di storia fiorentina. La composizione replica un quadro realizzato dallo stesso Cesare Mussini nel 1835, ma esposto a Firenze alla Prima Esposizione Italiana del 1861. Raimondo de’ Pazzi, deciso a contrastare lo strapotere dei Medici che dominano Firenze, prende commiato dalla moglie Bianca de’ Medici, la quale però presagisce l’epilogo tragico della sua missione. Raimondo infatti si recherà nel duomo di Santa Maria del Fiore, dove ucciderà Giuliano de’ Medici, ma morirà lui stesso per una ferita. La scena è incorniciata da fregi con putti che sorreggono lo stemma mediceo e quello dei Pazzi e i medaglioni coi ritratti di Lorenzo il Magnifico, fratello di Giuliano, e papa Sisto IV.“.
    Fonte: Wikimedia commons.
    Altre immagini
    Lorenzo de’ Medici nell’affresco di Domenico Ghirlandaio “Conferma della regola”, dipinto fra il 1483 e il 1485. Cappella Sassetti nella basilica di Santa Trinita a Firenze. Fonte: Wikimedia Commons.
    28 May 2025, 8:19 pm
  • 43 minutes 2 seconds
    Tamara di Georgia
    La vita della prima e più amata sovrana della Georgia, “re dei re e regina delle regine”.

    Puntata anomala con al microfono Davide al posto di Anna Lisa.

    Tamara, superando le spinte disgregatrici dei nobili, condusse il Paese all’apice del suo prestigio, distinguendosi per la sua saggezza, leadership e visione strategica. Sotto il suo regno la Georgia divenne un faro di cultura, arte e potere politico nella regione.
    Ancora oggi Tamara rimane uno dei personaggi più amati dai georgiani, scivolando a volte dalla storia alla mitologia.

    Non perdete la raccolta di papere (episodi 65-80) dopo i titoli di coda!

    Fonti bibliografiche

    Copertina di Edge of Empires

    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    Affresco al monastero di Betania, a poca distanza da Tbilisi (autore sconosciuto).
    Da sinistra a destra: Giorgi Lasha, Tamara e Giorgi III. Fonte: Wikimedia Commons.
    Altre immagini
    Affresco nella chiesa del monastero rupestre di Vardzia: Tamara (con in mano un modello della chiesa) e Giorgi III.
    Fonte: Wikimedia Commons (foto di Stefano Bolognini). Affresco di Tamara nel monastero di Bertubani, al confine con l’Azerbaijan (dipinto fra il 1212 e il 1213). Fonte: Wikimedia Commons. Illustrazione dell’artista ungherese Mihály Zichy per il poema epico di Shota Rustaveli “Il cavaliere nella pelle di leopardo”. Edizione del 1888. Mostra il poeta mentre presenta a Tamara il suo lavoro. Fonte: Wikimedia Commons. La regione del Caucaso alla fine del 1213, alla morte di Tamara. Fonte: Wikimedia Commons.
    (La cartina originale era in tedesco, si vede da alcuni nomi che non sono stati tradotti in inglese).
    23 March 2025, 10:25 pm
  • 46 minutes 57 seconds
    Maria Antonietta – seconda parte
    Verso la ghigliottina

    Gli ultimi anni del regno di Luigi XVI furono caratterizzati dallo Scandalo della Collana e dai tumulti politici sempre più pressanti che culminarono con la fondazione dell’Assemblea Nazionale Costituente del 1789. Da lì in poi il potere della monarchia venne eroso sempre di più fino al suo decadimento nel 1791, da lì in poi fu solo questione di tempo prima che i rivoluzionari decidessero di giustiziare Luigi e Maria Antonietta, vestigia di un sistema di governo ormai defunto.

    Fonti bibliografiche
    • “Maria Antonietta: una vita involontariamente eroica” di S. Zweig, ed. Castelvecchi, 2019
    • “Maria Antonietta, l’ultima regina di Francia” di C. Erickson, ed. Mondadori 2017
    • “Maria Antonietta. La solitudine di una regina” di A. Fraser, ed. Mondadori 2017
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    Maria Antonietta con i figli nel 1787. Olio su tela di Élisabeth Louise Vigée Le Brun. Fonte: Wikimedia commons.
    Altre immagini
    Il processo a Maria Antonietta (1793). Gessetto nero di Pierre Bouillon. Fonte: Wikimedia commons.
    13 February 2025, 6:00 am
  • 59 minutes 8 seconds
    Maria Antonietta – prima parte
    L’ultima regina di Francia

    Maria Antonietta è un personaggio iconico e a lei abbiamo deciso di dedicare due puntate: questa e la prossima.

    Maria Antonietta era e rimane il simbolo dell’Ancien Règime fatto di lusso sfrenato, edonismo e miopia verso un paese, la Francia, che marciava verso il default economico mentre le classi più povere divenivano sempre più rabbiose.

    La prima parte della propria vita Maria Antonietta la visse così, fra lo sfarzo e la spensieratezza, questa dovuta alla sua scarsissima volontà di dedicarsi alle questioni di Stato e di accogliere anche gli oneri derivanti dal suo ruolo; finché un giorno il vento della Rivoluzione levò il suo primo soffio.

    Fonti bibliografiche
    • “Maria Antonietta: una vita involontariamente eroica” di S. Zweig, ed. Castelvecchi, 2019
    • “Maria Antonietta, l’ultima regina di Francia” di C. Erickson, ed. Mondadori 2017
    • “Maria Antonietta. La solitudine di una regina” di A. Fraser, ed. Mondadori 2017
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    Marie-Antoinette dit «à la Rose». Dipinto a olio di Élisabeth Louise Vigée Le Brun, 1783. Palazzo di Versailles. Fonte: Wikimedia Commons.
    Altre immagini
    Maria Antonietta a 12 anni. Dipinto a olio attribuito a Martin van Meytens. Palazzo di Schönbrunn. Fonte: Wikimedia Commons. Maria Antonietta suona l’arpa alla corta francese (aveva 7 anni). Dipinto di Jean-Baptiste André Gautier-Dagoty. Fonte: Wikimedia Commons.
    13 January 2025, 6:00 am
  • 33 minutes 52 seconds
    La Malinche, ponte fra due mondi
    La Malinche o  Dona Marina La Llengua.

    Malinche è una figura poco conosciuta, eppure centrale nella conquista dell’odierno Messico da parte degli spagnoli e coloro che la conoscono hanno opinioni molto forti su di lei: di totale ammirazione o di odio viscerale.

    I dati storici su Malinche sono pochi e incerti, ma sappiamo che il suo ruolo come traduttrice nella spedizione comandata da Cortés fu importantissimo. Grazie alle sue capacità linguistiche gli spagnoli ebbero sicuramente vita più facile, ma è anche vero che contribuì a rendere meno sanguinosa la conquista dell’Impero Atzeco e che fu la prima a cercare un punto di contatto fra il suo mondo e quello europeo.

    Fonti bibliografiche
    • “Storia delle altre. Concubine, amanti, mantenute e amiche” di E. Abbott, ed. Mondadori 2006.
    • Articolo biografico di Gabriele Scarparo.
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    Una pagina del Codice Codice Durán (1576) che mostra Hernán Cortés e La Malinche in Messico, a Tenochtitlan. Fonte: Wikimedia Commons.
    Altre immagini
    La Malinche immaginata da Kate Stephens in “The Mastering of Mexico” (1916). New York, The MacMillan Company. Fonte: Wikimedia Commons. Dettaglio di un ritratto di Hernán Cortés, XVI secolo; olio su tela, autore anonimo. Collezione Patronato Hospital de Jesús. Fonte: Wikimedia Commons.
    13 December 2024, 10:23 am
  • 56 minutes 40 seconds
    Cleopatra, ultima regina d’Egitto
    L’Egitto cede sotto la pressione della Repubblica di Roma

    Cleopatra salì al trono quando ormai i fasti dell’Impero egiziano erano solo pallidi ricordi e la sua presa sul trono dipese, spesso, dall’aiuto di Giulio Cesare prima e Marco Antonio dopo.

    Di Cleopatra come persona non sappiamo nulla, sappiamo però che fece di tutto per mantenere integro il proprio Paese e a esso, pur con molti errori, dedicò la propria vita. Morta lei morì anche l’Egitto inteso come unità nazionale, perché venne inglobato dalla Repubblica come provincia.

    Fonti bibliografiche
    • “Cleopatra the Great: The Woman Behind The Legend” di J. Fletcher, Ed. Hoddem & Stoughton, 2009.
    • “Cleopatra” di M. Grant, ed. Hachette, 2011.
    • Note biografiche dall’encicopledia Treccani.
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    “Cleopatra” di Heinrich Faust”. 1876, olio su tela. Fonte: wikimedia commons.
    Altre immagini

    Questo busto ritrovato sulla via Appia fra Ariccia e Genzano e conservato all’Altes Museum di Berlino ci mostra che aspetto poteva avere davvero Cleopatra. Fonte: wikimedia commons.

    5 November 2024, 9:16 pm
  • 26 minutes 39 seconds
    Ranavalona del Madagascar
    La regina crudele?

    In occasione della terza edizione del Podfest di Parma, Gocce di Storia ha avuto il suo debutto dal vivo e lo abbiamo affrontato parlando di un paese poco noto alle cronache: il Madagascar. Questa è la registrazione di quella folle, adrenalinica e meravigliosa mezz’ora passata sul palco.

    Il regno di Ranavalona, detta Ramavo, si può riassumere nella domanda “Il fine giustifica i mezzi?”

    Salita al potere quando l’influenza europea nel Madagascar iniziava a essere forte e con il potenziale di occidentalizzare l’isola, Ramavo scelse di chiudersi a ogni influenza esterna che fosse economica, culturale o religiosa a scapito delle proprie campagne di espansione territoriale, delle casse dello Stato e del benessere della popolazione, in favore del ripristino di vecchie usanze (alcune decisamente barbare) e di una totale quanto irraggiungibile indipendenza economica e militare.

    La risposta alla domanda iniziale noi non l’abbiamo. Il regno di Ramavo è un susseguirsi  di scelte coraggiose o folli, di colpi di stato, di omicidi sanguinosi, e di giochi politici che dipingono un quadro in cui è difficile dire se Ramavo avesse davvero capito che gli europei sarebbero stati la causa della fine dell’indipendenza dei malgasci o fosse, semplicemente, una donna orgogliosa con una certa vena di crudeltà.

    Fonti bibliografiche
    • Keith Laidler “Female Caligula: Ranavalona the Mad Queen of Madagscar” John Wiley &Sons, (Londra, 2005)
    Musiche usate per la puntata

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    La regina Ranavalona I (riportata nell’immagine con il nome alternativo di “Ranavalo Manjaka”) nel 1875 circa. Incisione su legno di H. Linton. Fonte: Wikimedia commons
    Altre immagini
    Il figlio Rakoto (poi re Radama II) nel 1861. Foto di William Ellis. La Trobe Picture Collection. Fonte: Wikimedia commons. Joseph-François Lambert (incisione di Henri Le Chartier & G. Pellerin, 1888). Fonte: Wikimedia commons.
    4 October 2024, 8:22 pm
  • 22 minutes 46 seconds
    Leggende dalla Val di Sole: minatori e spettri

    La lettura di uno o due racconti di storie o leggende della Val di Sole seguita da un breve approfondimento storico sull’argomento è il formato che abbiamo scelto per lo speciale estivo registrato all’aperto in Val di Sole (promettiamo: mai più registrazioni accanto a un corso d’acqua! 😓) e,  se vi piacerà, sarà il formato che adotteremo anche nei futuri speciali estivi.

    Quest’anno parliamo dei minatori che scavavano il ferro nelle miniere sopra Comasine e della chiesetta di Pegaia.

    Le storie sono tratte da “Lungo le rive del noce – leggende e racconti delle valli di Non e Sole” di Quirino Bezzi; edizioni Centro Studi Val di Sole. Prima pubblicazione del 1988, ristampa del 1996.

    Le miniere di San Luigi e di San Carlo si trovano qui:


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    La chiesetta di Pegaia si trova qui:


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    Musiche usate per la puntata

    In questa puntata non abbiamo utilizzato una musica di sottofondo.

    La sigla di apertura è un frammento di Greensleeves (tradizionale inglese) suonata da noi.

    Immagine di copertina
    Entrata di una delle miniere di Comasine ripristinate al loro aspetto originario (foto scattata da noi nel 2017).
    Altre immagini

    La chiesetta di Pegaia (San Bartolomeo)

    La chiesetta dall’esterno. Fonte: Wikimedia commons. L’interno. Fonte: Wikimedia commons. L’affresco di San Cristoforo sul retro. Fonte: Wikimedia commons. Anna Lisa ha una crisi di “ridarella” incontrollabile durante la registrazione. 🙂 … e anche Davide si fa contagiare.
    3 September 2024, 7:45 pm
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